La missione: creare un Bari vincente. Il dilemma: scegliere la strada migliore per riuscire nell’intento. Gianluca Paparesta ha sempre sognato di allestire una società in grado di nutrire ambizioni da big del calcio italiano, in linea con i numeri di una piazza che, a livello di presenze, è tra le prime sette del panorama nazionale. Si è mosso a largo raggio, l’ex arbitro, sondando partner italiani ed internazionali. La vendita dei diritti commerciali a colossi quali Infront, Mp & Silva (nel settore della comunicazione) e Best Union (nel ramo del ticketing) ha finanziato l’acquisto del club, ma Paparesta sperava nel sollecito coinvolgimento dei magnati russi Boris e Arkady Rotenberg. Una pista raffreddata dalle sanzioni internazionali che hanno colpito gran parte degli oligarchi russi, ma mai abbandonata. Vero è che Paparesta - non più nelle grazie dei suoi finanziatori come l’anno scorso - ha trascorso gran parte delle ultime ore in compagnia di personaggi russi di spicco, arrivati a Bari per un pellegrinaggio in onore di San Nicola. In particolare, il presidente biancorosso ha passato la mattina di ieri con Konstantin Goloshchapov, direttore della Smp Bank, istituto di proprietà dei fratelli Rotenberg. Ma nel corso del primo anno alla guida del Fc Bari 1908, Paparesta ha avuto numerosi contatti anche con imprenditori del territorio.
La trattativa più concreta era avviata con la famiglia Ladisa (leader nella ristorazione) che, tuttavia, ha poi declinato l’opportunità di entrare nel club limitando l’apporto ad una sponsorizzazione per il settore giovanile. Sentiti pure l’imprenditore edile Giancaspro ed il patron della Sita Luciano Vinella, ma senza approdare ad un’intesa. Di recente, invece, a mostrare interesse per l’acquisizione del Bari è stato un gruppo torinese indicato nell’orbita Juventus, società con la quale negli ultimi tempi proprio Paparesta ha coltivato rapporti molto cordiali. Gli abboccamenti, per adesso, tra appuntamenti rinviati e contatti accennati, non hanno prodotto nulla di concreto. Non si conoscono i nomi dei componenti della cordata. Si sa, però, che il manager al quale potrebbe essere affidata la gestione del Bari è Massimo Mauro, ex calciatore ed ex parlamentare dell’Ulivo, ispiratore con Gianluca Vialli della Fondazione per la Ricerca e per lo Sport, commentatore di calcio su Sky. Malgrado le frenate nei contatti, i torinesi non vogliono rinunciare in partenza all’operazione. Tanto che, la settimana scorsa, attraverso un loro emissario, hanno chiesto informazioni dettagliate su tecnici, giocatori, tifoseria e ambiente. Il loro avvento in società , naturalmente, potrebbe comportare un ridimensionamento dei compiti di Paparesta, se non addirittura una sua uscita. Qualora non intervenissero novità , il futuro del Bari, passerà da un’autogestione finanziaria: in tal senso, l’assenza di debiti consistenti contratti dal club ed il massiccio aumento dei proventi derivanti dai diritti televisivi, consentiranno una gestione serena e la possibilità di allestire una squadra competitiva per ritentare il salto in serie A. Facile, tuttavia, intuire che, prima o poi, l’ingresso di nuove forze diverrà indispensabile per fortificare le fondamenta di una società finita comunque sotto la lente d’ingrandimento della magistratura.
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