(Gazzetta del Mezzogiorno)
Nessuna voglia di lasciarsi andare. E nemmeno di farsi vincere dall'emozione per un evento tanto atteso. Il Bari che vince è indubbiamente una bella notizia, di quelle che aprono il cuore alle speranza. Bella sì, ma ancora insufficiente per chiudere i conti con un passato imbarazzante. Indispensabile, però. Per frenare l'emorragia, muovere la classifica, rafforzare le certezze. Nessuno si illude che il peggio sia passato, pochi pensano che da ora in poi la strada biancorossa sia in discesa. Lo sa Carboni, tutto tranne che uno sprovveduto. E con lui Fausto Pari, una vita sui campi di calcio ai massimi livelli. Ossigeno, fiducia, speranza. Crotone significa solo questo. Non male, viste le premesse della vigilia. Del Bari è piaciuta la solidità . Sicuro, quasi mai in affanno. Concreto e organizzato. Forse meno brillante rispetto a Catanzaro, Cesena e Verona, ma finalmente abile (e fortunato) a capitalizzare gli episodi. Un Bari che trasudava equilibrio senza che questo sia mai sfociato nel difensivismo ad oltranza. Squadra accorta, ma mai passiva. Brillante in alcuni singoli, ma soprattutto nella feroce applicazione tattica. Carboni sarà felice perché dalla Calabria arrivano risposte forti. Il carattere, prima di tutto. Crotone era una tappa in salita soprattutto per la delicatezza del momento. Le voci sulla posizione del tecnico, l'ultimo posto in classifica, l'assoluta necessità di voltare pagina. Ebbene, la squadra ha dimostrato di esserci con la testa prim'ancora che sulle gambe. Forte nelle convinzioni e nella capacità di gestire le sofferenze. Carboni può essere felice anche perché l'interpretazione dei singoli nasconde tante verità , una più bella dell'altra. La grande prova di Santoruvo, vero e proprio «animale» da combattimento, i progressi di Bianconi nel cuore della difesa, i «rientri» di La Vista, l'attenzione di Doudou, gli slanci di Gazzi. E che dire di capitan Bellavista? Due «panchine» di fila possono voler dire tutto e niente. Di certo non è mai venuta a mancare la stima del tecnico, che su questo ragazzo punta tantissimo. Per le sue qualità di calciatore duttile e per il suo carisma all'interno dello spogliatoio. Prova ne sia che, in piena emergenza, Carboni abbia scelto proprio Bellavista per coprire il «buco» provocato dal forfait di Michele Anaclerio. Un messaggio che sa di forte considerazione: al ragazzo di Bitonto non sarà certo sfuggito. E, sul campo, si è tramutato in una prestazione praticamente perfetta. Segnale importante perché Carboni ha bisogno di avvertire la massima disponibilità da parte di tutti. Quando si pedala in salita funziona così. Carezze e bocconi amari. Ma sempre col sorriso. La forza del gruppo, inutile nascondersi dietro un dito, può rappresentare il classico valore aggiunto. Un «risultato» importante, ma non casuale. La «rosa» è stata costruita da Pari e Carboni proprio in ossequio a certi criteri. Gli sbagli del passato hanno rappresentato una durissima lezione, che gli uomini del nuovo corso hanno subito recepito. L'abbraccio a Carboni dopo il rigore di Carrus può voler dire tantissimo. Lui crede nel Bari, la squadra non ha mai smesso di credere in lui. Nemmeno nei giorni più tristi. A testimoniare un rapporto «vero». E un'unità di intenti mai in discussione.
