DI CESARE LASCIA IN LACRIME LA CONFERENZA STAMPA: «COSENZA VALE PIÙ DELLA FINALE CON IL CAGLIARI, RETROCEDERE SAREBBE FALLIMENTARE»
Cosa è successo quest’anno?
È il calcio. Nemmeno io me l’aspettavo. Le mie dichiarazioni sui playoff dopo le vittorie con Lecco e Feralpisalò? Ci credevo, perché sono sempre positivo, venivamo da due vittorie. Ci ho sempre creduto. A inizio anno ho deciso di continuare perché ci credevo. Io ho sempre creduto in tutti. Credevo nel mister (Iachini), poi i risultati non sono andati come ci aspettavamo e siamo oggi in questa situazione.
Incontro con Polito?
Non so quello che ha detto Mattia. È libero di dire quello che pensa. Per me non c’è stato niente con mister Iachini. I risultati hanno inciso in modo negativo. Si sa che l’allenatore paga per primo. Quando le annate vanno male si dice sempre che il gruppo sia spaccato che non sia con l’allenatore. Ma non è vero che non c’era feeling con Iachini. Ho 41 anni, in carriera ho dimostrato qualcosa. Leggere che sia stato io a far fuori l’allenatore è un po’ brutto. Ho sempre avuto rispetto per tutti. È stato detto di Auteri, di Mignani. Non me lo merito neanche. Sono i risultati che incidono. Gli allenatori sono i primi che pagano. La cosa che mi dà fastidio quest’anno è che escano tante cose. Sono vecchio stampo, le cose non dovrebbero uscire. Resto anche un po’ basito. Per questo. Non ho mai pensato di lottare per non retrocedere.
Cosa ci vuole in queste 4 partite che finora non c’è stato?
Ora non conta dare colpe. Conta il Bari, conta la salvezza, che è vita. Mi allenavo al campetto di Carbonara sei anni fa. Retrocedere sarebbe fallire clamorosamente. Quello che stiamo dando non basta. Bisogna andare oltre, essere concentrati, perché prendiamo sempre gol in avvio. Non ho mai cercato alibi, ma potrei dirne tantissimi. Cosenza conterà come la finale contro il Cagliari, forse ancora più importante. Sappiamo che faremo una guerra calcistica.
Chiarimenti sulla “delegazioneâ€.
Per me appartiene al passato. Io mi concentro sul Cosenza e basta. Sono cose che non hanno senso. Sono basito, non riesco a concepire lamentele. Il confronto c’è sempre stato, ma io faccio il calciatore. Per me sono tutte stronzate.
L’esonero di Mignani.
Non mi sono mai permesso di fare fuori o richiamare un allenatore. Io devo dare il massimo a questa maglia e non mi compete nient’altro.
Scintille con Puscas?
Mi sono sempre preso delle responsabilità . Non è successo nulla con lui. Io in campo sono uno di quelli che fa casino. Mi sono incazzato per aver preso l’ammonizione a 20’, ma l’ho fatto anche con Lulic.
Il Bari si salverà perché?�Si deve salvare. È difficile, nessuno se l’aspettava. Dobbiamo mettercela tutta perché non dobbiamo retrocedere. Come, quando non mi interessa.
Reazione più di cuore che di tattica con il Pisa, si sente la responsabilità nello spogliatoio?
Ci deve essere per forza, devi andare oltre e avere il fuoco. Tutti sentiamo questa responsabilità . Sarebbe una tragedia la retrocessione e non voglio nemmeno pensarci.
Il Cosenza.
Partita tosta, hanno giocatori forti, Tutino con Phojanpalo tra i più forti, ora ha raggiunto la sua maturità . Marras. È una finale. Uno scontro diretto. Non c’è più tempo. Dobbiamo prenderci le nostre responsabilità .
Il faccia a faccia con i tifosi.
Non ho nulla da dire a loro. Hanno sempre dimostrato attaccamento a noi, alla maglia e alla città . Mi dispiace che in trasferta siano tanti, prendono acqua vento e poi non vengano ripagati. Ci spiace. Il confronto con loro? Sono contento perché serve anche quello. Pra bisogna remare tutti dalla stessa parte.
Modulo?
Questa squadra è stata costruita con un po’ di esterni. Ora non conta il modulo, conta vincere e salvarsi.
Il miracolo dell’anno scorso è stato il problema?
No. Quella giornata ce la portiamo dietro, addosso. Ma se penso ai sei anni… (A questo punto Di Cesare è uscito in lacrime dalla sala stampa)
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