“Mi ha spezzato il cuore”. Nicola Ventola ricorda Ingesson: “E quando mi chiamò l’Inter lui…”
30/10/2014 - 00:15
di Matteo Moretto
“Alle volte noi calciatori siamo una razza a parte ma Klas era veramente incredibile, di un’altra categoria”.
Voce dimessa, affranta. Quasi persa dal dolore. Ma il ricordo è lucido, fin troppo intatto. “Questa notizia mi ha spezzato il cuore”. Ingesson non c’è più, ha smesso di soffrire. E Nicola Ventola lo ricorda con grandissimo affetto. Loro, due amici veri. Prima che compagni di squadra a Bari e Bologna. “Aveva parole di conforto nei momenti più difficili, in campo soprattutto. Non a caso, dovunque andasse a giocare diventava il capitano di quella squadra, nonostante non avesse la classe dei grandi campioni. Ma Klas ti dava di più: la forza di farti sentire sempre a tuo agio, la carica di rendere al meglio”. Klas e Nicola, un rapporto speciale: “Mi ha aiutato a crescere sia professionalmente che umanamente. Ho esordito a 16 anni, con la maglia del Bari, e siamo stati insieme fino ai miei 19, prima che partissi per Milano (Inter). In quel periodo ero giovane, insicuro. E mi trovavo ad affrontare una realtà importante: Klas aveva sempre la parola giusta, l’attenzione e la pazienza di seguirmi”. Anche nei momenti più bui. “Mi è stato accanto quando mi sono rotto il crociato e poi quella volta…”.
Nicola si ferma, mancano le parole. Una lacrima. “Sono rammaricato. Avrei potuto contattarlo in questi mesi, e non l’ho fatto. Non so perché, non c’è un perché. Durante la malattia pensi sempre ci siano i parenti, la moglie, lì con lui. E magari non vuoi disturbare. Ma è sbagliatissimo, so che gli avrebbe fatto piacere. La vita può distrarci, ci creiamo problemi che non sono nulla. Pensa, mi ero segnato anche la data del suo compleanno, ero riuscito ad ottenere tutti i suoi numeri. Leggevo i giornali, m’informavo, ma non gli sono stato vicino quanto avrei voluto. Quanto lui ha fatto con me”. Ventola s’emoziona, col cuore in mano. E ritorna a quell’episodio accaduto ai tempi di Bari. “Si, ricordo che c’era l’Inter che mi voleva. Io sono barese e stavo facendo molto bene lì, avevo anche una leggera paura dell’ignoto, benché fosse stata l’Inter a chiamarmi. Avevo persino chiesto a Matarrese di aspettare a vendermi. Poi è arrivato Klas e mi ha sussurrato: “Guarda che tu hai le capacità, ci sono grandi nomi ma tu ce la farai”. Detto, fatto. Ventola veste nerazzurro e parte fortissimo con 5 gol in 5 partite. “Hai visto? Ci sono Ronaldo e Baggio ma tu ce la stai facendo” mi ha detto poi.
“Come vuoi ricordarlo?” chiedo sommesso. In esclusiva per gianlucadimarzio.com, Ventola replica col sorriso: “L’immagine che ho di lui è di quando si metteva sotto il labbro superiore una specie di tabacco: gli si gonfiava la bocca e parlava tutto strano. Un aneddoto curioso che non dimenticherò. Lui e Kennet Andersson giocavano partitelle e si allenavano con queste labbra da giocatori di baseball: ci facevano ridere”.
“Klas ha lottato per cinque anni. Un altro, con la stessa malattia, forse non ce l’avrebbe fatta”. Ingesson, un gigante buono sempre pronto a lottare. In campo, come nella vita. Nicola Ventola lo porterà sempre nel suo cuore. “E’ tutto il giorno che ci penso, stanotte pregherò per lui”. Il pensiero tornerà ad unirli, ancora una volta. Ancor di più.
gianlucadimarzio.com