Redazione 28-02-2015 19:00
"Ho il cuore ghanese e la mente italiana". Parola di Boateng. Ma Boateng chi? Non Kevin Prince, e nemmeno il fratello Jerome. Lui è Kingsley Boateng. Nessuna parentela con i primi due, ma un rapporto speciale con Kevin Prince. Tre anni insieme al Milan, il trequartista oggi allo Schalke non perdeva mai occasione per dare sempre buoni consigli al giovane Kingsley.
E’ proprio in rossonero, infatti, che Boateng inizia ad entrare nel calcio che conta. Già a tredici anni sgusciava via agli avversari come una saetta. Non lo prendevi. Nel 2011 vince il campionato Allievi Nazionali con il Milan, segnando il gol decisivo in finale contro l’Empoli. Il ragazzo cresce giorno dopo giorno, seguendo i consigli dello staff rossonero e dei giocatori più esperti.
Tre anni dopo ecco la prima squadra. Ma al Milan non c’è spazio. Impossibile trovare posto tra i vari Kaka, Balotelli, El Shaarawy. E allora si parte. In cerca di continuità per migliorare. Boateng carica la sua valigia di voglia di giocaree di fare bene, e vola in direzione Catania. E’ con i rossoazzurri che arriva il tanto atteso esordio in Serie A: stagione 2013-2014, quarta giornata. Il Catania ospita un Parma in difficoltà ancora in cerca della prima vittoria. Dall’altra parte la squadra di Maran è ancora inchiodata a zero punti. Ne esce una partita non certo spettacolare, 0-0 al novantesimo. Kingsley ha assaporato la Serie A per venti minuti. L’emozione era tanta, il gol non è arrivato, ma poco importa. A fine stagione saranno sei le presenze e il Catania scenderà in Serie B.
Boateng vuole giocare. Non gli basta qualche scampolo di partita. Allora ancora valigia in mano e via dall’Italia. Ma sempre sotto la supervisione del Milan. Si trasferisce nel paese delle biciclette e dei tulipani, ma anche dei giovani: “Qui in Olanda abbiamo tante opportunità . Non guardano la carta d'identità . Vedono la cattiveria e la fame. Se meriti, giochi: anche se hai 18 anni", aveva dichiarato ai microfoni di gianlucadimarzio.com dopo il primo gol con la maglia del Nac Breda. Primo e unico, però. Poca continuità . E così, bagagli sempre pronti e via, dopo sei mesi torna alla base. Boateng ha tanta qualità da tirare fuori.
Torna in Italia per convincere il paese dove è cresciuto. L’opportunità gliela dà il Bari, che nel mercato di gennaio lo porta in Puglia a titolo definitivo. Sarà questa la squadra giusta? Kingsley di cattiveria e fame ne ha, eccome. E’ sempre quella freccia nera che nelle giovanili del Milan faceva impazzire tutti gli avversari con la sua velocità . Anzi, ora è anche migliorato. Cerca lo spazio, si inserisce, corre e affonda. Come oggi quando, ricevuta palla da Bellomo, ha fulminato il portiere del Modena Pinsoglio. Prima rete con il Bari. Quella saetta ha colpito e affondato. Con un gol dei suoi. E chissà se l’altro Boateng lo avrà visto, sorridendo soddisfatto di quel ragazzo con la mente italia e il cuore ghanese.
A cura di Francesco Guerrieri
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