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L'Accademia del 4-2-4 e la Stella del Sud

Parla in libertà di argomenti di carattere generale attinenti il Bari: partite, allenamenti, calciomercato. Prima di aprire un nuovo topic, controlla sempre se l'argomento è già stato trattato!

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adéspotos

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Re: L'Accademia del 4-2-4 e la Stella del Sud

Messaggioda adéspotos » dom nov 25, 2018 22:19


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Re: L'Accademia del 4-2-4 e la Stella del Sud

Messaggioda adéspotos » dom nov 25, 2018 22:24


Dein, cum milia multa fecerimus,
conturbabimus illa, ne sciamus (affangulos),
aut ne quis malus invidere possit,
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Re: L'Accademia del 4-2-4 e la Stella del Sud

Messaggioda joao-u-megghie » dom nov 25, 2018 22:30


È ancora oggetto di discussione la primalità del numero 1...

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Re: L'Accademia del 4-2-4 e la Stella del Sud

Messaggioda tifosobarese92 » lun nov 26, 2018 0:54


1000 pagine di Accademia. Credo che ormai questo sia il topic più lungo e tra i più longevi della nostra piccola comunità. Se mi è concesso vorrei dire che il successo di questo topic non è nel paradigma arancione - parafrasando quasi Dareios nel post di apertura - quanta nella libertà di parola e nel flusso continuo di opinioni e di idee. Un piccolo parco comunale con quattro panchine e decine di persone che tra una Gazzetta e un Corriere dello Sport scambiano i propri pensieri tra un'infinità di parole e un centrifugato di emozioni, tutte legate ad un filo appeso alla parola più importante di tutte: Bari. Forse più di altri topic l'Accademia ha unito e poi diviso, vivendo di vita propria e sconnessa dal mondo di SoloBari.

Sebbene molto spesso, soprattutto nei primi anni di vita del topic, le norme imposte dal paradigma sono state rispettate, è bello notare come nel corso del tempo siano mutate e come esse siano diventate più elastiche. Sicuramente ha influito molto la condizione sportiva del Bari, ciò che ha sempre alimentato il dibattito, ma l'innesto di nuove correnti meno integraliste ha elasticizzato il paradigma stesso che oggi accetta norme meno negligenti e accetta molto più volentieri il parare esterno. E dal mio punto di vista questo è un importante traguardo che l'accademia è riuscita ad ottenere, non che si sia modellata o si sia fatta influenzare da pensieri di terzi aggregati in un secondo momento, ma che abbia accettato il progresso che solo un grande dibattito può causare. Insomma credo che rispetto agli albori, anche con meno utenti, ritengo che l'accademia si sia evoluta e abbia mutato se stessa per esigenze culturali.

E a tal proposito Adespotos ha catturato la mia attenzione richiamando le origini del topic

Dareios ha scritto: Cos'altro è l'orangismo, se non voglia di cambiamento, che si parli di calcio o di qualsiasi altro argomento che attenga alla vita degli uomini: lavoro, sviluppo, istruzione, sono stanco del declino economico e morale, c'è voglia di cambiamento, che a passare sia questo messaggio e non altro.



Premetto che ciò che sto per dire è solo un'ipotesi, ma credo che la mia tesi di laurea, anche se ancora lontana, avrà come fulcro le culture e come esse si evolvono, si modellano e vengono steriotipate, includendo ovviamente la mia passione per il calcio sudamericano. È troppo interessante quando la gente parla di declino e chiede un cambiamento, lo fa perché la società in cui vive non produce alcuna soddisfazione e ciò che la circonda è solo una proiezione di un mondo che non si è mai evoluto secondo le proprie aspettattive. Questo senso di insoddisfazione accade perché gli individui guardano i valori e le norme con cui sono cresciuti crollare, o meglio, sarebbe più appropriato dire che questi non crollono ma mutano, e il risultato di questo mutamento è un senso di completa estranietà e di lontanza dalla società. Perciò si inizia la ricerca del cambiamento, il motivo del decadimento dei valori e un mondo in cui le norme che formano i nostri principi morali vengano riposte diligentemente nei loro scaffali, per regolare una società che apparentamente funziona male, se non malissimo. Pirandello, Svevo e anche D'Annunzio nei loro anni '20 accusavano il decadimento dei loro valori, quelli del Romanticismo, e si sono ritrovati a scrivere il realismo. Hanno provato a comprendere i loro tempi scrivendo di ciò che accadeva nella realtò, raccontando di uomini normali e semplici lavoratori stanchi di vivere nel profondo e costante senso di frustrazione. Accadeva anche a Marx quando scriveva il Capitale, riconosceva che il capitalismo avesse rubato la vita alle persone e che il mondo doveva ribellarsi, doveva ritrovare nei propri valori il carburante per liberare il mondo dalla mano soffocante del capitalismo. E se andassimo indietro nel tempo troveremmo altri autori che hanno provato lo stesso senso di insoddisfazione e che hanno visto crollare i propri valori.

Ed è dunque il mutamento della società in qualche modo a spingerci e a ricercare nuove soluzioni, ma che di base hanno le stesse identiche norme e valori che ci hanno formato. E in questo contesto che diventa interessante comprendere che le norme e i valori mutano in continuazione all'interno della società, poiché essa è fatta da un incrocio di culture e non più da una sola cultura. Più il tempo scorre e più l'incrocio delle diverse culture del pianeta modelleranno la società e negli ultimi trentanni, con l'ingresso dei grandi media di comunicazione, il fenomeno è molto amplificato. In linea di principio ritengo che non ci sia mai un declino all'interno di una società o di una piccola comunità come la nostra, ma solo il cambiamento. E nessuno può definire con certezza se esso può essere considerato positivo o negativo, perché la positività o la negatività è un fattore del tutto soggettivo e viene recepito in base a quelle che sono le nostre norme, i nostri valori, le nostre usanze.

E mentre il mondo non riesce più a contenere l'espansione dell'era del web, c'è chi ancora guarda la propria cultura, che è stata contaminata da altre culture nel corso degli anni, come la migliore in assoluto. Prendiamo l'occidente come esempio: l'Italia e l'Europa sono state molto condizionate dalla cultura americana, d'altronde abbiamo importato i loro modelli nel nostro continente, dopo che siamo stati proprio noi europei a creare le condizioni affinché si creasse la cultura americana, una cultura che si basa sulla violenza e sulle guerre. D'altronde la loro Costituzione parla di diritti umani perché nelle colonie del sud c'erano gli schiavi e ci sarebbero stati ancora per diverso tempo. Parlano di Diritti Umani ma hanno sterminato i Pellerossa e hanno portato devestazione ovunque in questo mondo, però per noi occidentali le norme della cultura americana sono accettabili, mentre quelle che hanno in Iraq o in Iran, culle della scrittura, non sono giuste e vanno modificate. Poi però il processo è stato inverso, perché le norme di una cultura cambiano nel corso del tempo, perché ogni individuo ha le sue norme che trasformano le norme della cultura stessa e chi non le riconosce più accusa quel senso di estraniazione di cui si faceva riferimento nel pensiero citato.

In conclusione, ritornando al punto di partenza, l'accademia ha modificato per esigenze culturali la propria essenza. L'augurio più grande è che possa continuare sui suoi passi, cosi come ha sempre fatto, parlando di calcio nonostante questo sia ormai distante dal paradigma iniziale, che oggi, con il mutamento del calcio stesso, può essere ritenuto un po' vecchiotto ma un piacevole ricordo di un calcio che ha trasformato le norme di un calcio distante anni luce da quello che si vede oggi.
Chi sa solo di calcio non sa niente di calcio [Cit. Josè Mourinho]

"Sogna chi non crede che sia tutto qui"

La passione è unica, ed è uguale ad ogni parallelo del mondo...

https://www.youtube.com/watch?v=_h-rYD2xrwc

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Re: L'Accademia del 4-2-4 e la Stella del Sud

Messaggioda oldvalues » lun nov 26, 2018 9:40


tifosobarese92 ha scritto:1000 pagine di Accademia. Credo che ormai questo sia il topic più lungo e tra i più longevi della nostra piccola comunità. Se mi è concesso vorrei dire che il successo di questo topic non è nel paradigma arancione - parafrasando quasi Dareios nel post di apertura - quanta nella libertà di parola e nel flusso continuo di opinioni e di idee. Un piccolo parco comunale con quattro panchine e decine di persone che tra una Gazzetta e un Corriere dello Sport scambiano i propri pensieri tra un'infinità di parole e un centrifugato di emozioni, tutte legate ad un filo appeso alla parola più importante di tutte: Bari. Forse più di altri topic l'Accademia ha unito e poi diviso, vivendo di vita propria e sconnessa dal mondo di SoloBari.

Sebbene molto spesso, soprattutto nei primi anni di vita del topic, le norme imposte dal paradigma sono state rispettate, è bello notare come nel corso del tempo siano mutate e come esse siano diventate più elastiche. Sicuramente ha influito molto la condizione sportiva del Bari, ciò che ha sempre alimentato il dibattito, ma l'innesto di nuove correnti meno integraliste ha elasticizzato il paradigma stesso che oggi accetta norme meno negligenti e accetta molto più volentieri il parare esterno. E dal mio punto di vista questo è un importante traguardo che l'accademia è riuscita ad ottenere, non che si sia modellata o si sia fatta influenzare da pensieri di terzi aggregati in un secondo momento, ma che abbia accettato il progresso che solo un grande dibattito può causare. Insomma credo che rispetto agli albori, anche con meno utenti, ritengo che l'accademia si sia evoluta e abbia mutato se stessa per esigenze culturali.

E a tal proposito Adespotos ha catturato la mia attenzione richiamando le origini del topic

Dareios ha scritto: Cos'altro è l'orangismo, se non voglia di cambiamento, che si parli di calcio o di qualsiasi altro argomento che attenga alla vita degli uomini: lavoro, sviluppo, istruzione, sono stanco del declino economico e morale, c'è voglia di cambiamento, che a passare sia questo messaggio e non altro.



Premetto che ciò che sto per dire è solo un'ipotesi, ma credo che la mia tesi di laurea, anche se ancora lontana, avrà come fulcro le culture e come esse si evolvono, si modellano e vengono steriotipate, includendo ovviamente la mia passione per il calcio sudamericano. È troppo interessante quando la gente parla di declino e chiede un cambiamento, lo fa perché la società in cui vive non produce alcuna soddisfazione e ciò che la circonda è solo una proiezione di un mondo che non si è mai evoluto secondo le proprie aspettattive. Questo senso di insoddisfazione accade perché gli individui guardano i valori e le norme con cui sono cresciuti crollare, o meglio, sarebbe più appropriato dire che questi non crollono ma mutano, e il risultato di questo mutamento è un senso di completa estranietà e di lontanza dalla società. Perciò si inizia la ricerca del cambiamento, il motivo del decadimento dei valori e un mondo in cui le norme che formano i nostri principi morali vengano riposte diligentemente nei loro scaffali, per regolare una società che apparentamente funziona male, se non malissimo. Pirandello, Svevo e anche D'Annunzio nei loro anni '20 accusavano il decadimento dei loro valori, quelli del Romanticismo, e si sono ritrovati a scrivere il realismo. Hanno provato a comprendere i loro tempi scrivendo di ciò che accadeva nella realtò, raccontando di uomini normali e semplici lavoratori stanchi di vivere nel profondo e costante senso di frustrazione. Accadeva anche a Marx quando scriveva il Capitale, riconosceva che il capitalismo avesse rubato la vita alle persone e che il mondo doveva ribellarsi, doveva ritrovare nei propri valori il carburante per liberare il mondo dalla mano soffocante del capitalismo. E se andassimo indietro nel tempo troveremmo altri autori che hanno provato lo stesso senso di insoddisfazione e che hanno visto crollare i propri valori.

Ed è dunque il mutamento della società in qualche modo a spingerci e a ricercare nuove soluzioni, ma che di base hanno le stesse identiche norme e valori che ci hanno formato. E in questo contesto che diventa interessante comprendere che le norme e i valori mutano in continuazione all'interno della società, poiché essa è fatta da un incrocio di culture e non più da una sola cultura. Più il tempo scorre e più l'incrocio delle diverse culture del pianeta modelleranno la società e negli ultimi trentanni, con l'ingresso dei grandi media di comunicazione, il fenomeno è molto amplificato. In linea di principio ritengo che non ci sia mai un declino all'interno di una società o di una piccola comunità come la nostra, ma solo il cambiamento. E nessuno può definire con certezza se esso può essere considerato positivo o negativo, perché la positività o la negatività è un fattore del tutto soggettivo e viene recepito in base a quelle che sono le nostre norme, i nostri valori, le nostre usanze.

E mentre il mondo non riesce più a contenere l'espansione dell'era del web, c'è chi ancora guarda la propria cultura, che è stata contaminata da altre culture nel corso degli anni, come la migliore in assoluto. Prendiamo l'occidente come esempio: l'Italia e l'Europa sono state molto condizionate dalla cultura americana, d'altronde abbiamo importato i loro modelli nel nostro continente, dopo che siamo stati proprio noi europei a creare le condizioni affinché si creasse la cultura americana, una cultura che si basa sulla violenza e sulle guerre. D'altronde la loro Costituzione parla di diritti umani perché nelle colonie del sud c'erano gli schiavi e ci sarebbero stati ancora per diverso tempo. Parlano di Diritti Umani ma hanno sterminato i Pellerossa e hanno portato devestazione ovunque in questo mondo, però per noi occidentali le norme della cultura americana sono accettabili, mentre quelle che hanno in Iraq o in Iran, culle della scrittura, non sono giuste e vanno modificate. Poi però il processo è stato inverso, perché le norme di una cultura cambiano nel corso del tempo, perché ogni individuo ha le sue norme che trasformano le norme della cultura stessa e chi non le riconosce più accusa quel senso di estraniazione di cui si faceva riferimento nel pensiero citato.

In conclusione, ritornando al punto di partenza, l'accademia ha modificato per esigenze culturali la propria essenza. L'augurio più grande è che possa continuare sui suoi passi, cosi come ha sempre fatto, parlando di calcio nonostante questo sia ormai distante dal paradigma iniziale, che oggi, con il mutamento del calcio stesso, può essere ritenuto un po' vecchiotto ma un piacevole ricordo di un calcio che ha trasformato le norme di un calcio distante anni luce da quello che si vede oggi.


Tb, la matrice del modello Hdemico nelle 1.000 pagine visibili e nelle altre precedenti già secretate, non si è mai modificata.

Si è modificato e si modificherà l’oggetto dell’interlocuzione: il gioco del Bari. In funzione di quello si modifica il livello tecnico e u-morale dei commenti.

Condivido quando scrivi che il fil rouge che ha trasmesso dialogo nelle 1.000 e + page non è quello che tu definisci il paradigma ma la confutazione del topic.

Il tuo intervento e la replica che riceverai da Dario saranno un esempio tangibile del metodo socratico con cui Dario cerca di condurre questo topic.

Tu qui hai parlato di decadenza e poi di cambiamento, concetti e affermazioni che rappresentano quello che TU hai riconosciuto.

Il tuo intervento, libero e personale è aperto a innumerevoli verità e contraddizioni inconsapevoli, inevitabilmente ti porteranno a conseguenze per te inimmaginabili che sfoceranno in una dimostrazione per assurdo in cui, dando per certo che non possiamo ritenere falso quanto afferma il sud americano el Loco Bielsae, e cioè che tra giocare per vincere e giocare bene per vincere è meglio giocare bene per vincere, lo riterremo per vero.

Tornando alla matrice, chiarisco che giocare bene, in Hdemia significa:

* 1) Dominare il pallone (sempre in ogni circostanza e in zona del campo)
* 2) Attaccare sempre (difendendo in avanti)
* 3) Applicare transizioni positive-negative-pressing difensivo-offensivo
* 4) Finalizzare.

In conclusione, tra le tue mille contraddizioni, tra norme e valori, valori e norme, cito Reinaldo Rueda che si affanna a voler trovare come introdurre nella cultura calcistica e non, lenta, astratta, artistica, priva di aritmetica sud americana quanto intuito nella sua breve esperienza didattica centro europea.

In quanto a old valori e norme, cito il regista della pellicola scomparsa “Sperduti nel Buglio†Nino Martoglio che di fronte ad una sacrosanta verità, ad esaltarne il valore della sua suprema bontà esclamò: È una norma!
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Re: L'Accademia del 4-2-4 e la Stella del Sud

Messaggioda Saboccio » lun nov 26, 2018 9:50


Quoto tb92 e se parliamo di culture, troppe sono quelle ormai scomparse o in via di estinzione per certi versi migliori delle attuali. Io poi sono convinto che non sempre il progresso porti benefici e che a volte, oggi come non mai, un regresso in molti campi resti la soluzione migliore per salvare il genere umano.

Auguri accademia e mille di questi post!

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Re: L'Accademia del 4-2-4 e la Stella del Sud

Messaggioda soldato Jocker » lun nov 26, 2018 10:14


tifosobarese92 ha scritto:
Sebbene molto spesso, soprattutto nei primi anni di vita del topic, le norme imposte dal paradigma sono state rispettate, è bello notare come nel corso del tempo siano mutate e come esse siano diventate più elastiche. Sicuramente ha influito molto la condizione sportiva del Bari, ciò che ha sempre alimentato il dibattito, ma l'innesto di nuove correnti meno integraliste ha elasticizzato il paradigma stesso che oggi accetta norme meno negligenti e accetta molto più volentieri il parare esterno. E dal mio punto di vista questo è un importante traguardo che l'accademia è riuscita ad ottenere, non che si sia modellata o si sia fatta influenzare da pensieri di terzi aggregati in un secondo momento, ma che abbia accettato il progresso che solo un grande dibattito può causare. Insomma credo che rispetto agli albori, anche con meno utenti, ritengo che l'accademia si sia evoluta e abbia mutato se stessa per esigenze culturali.


....bello l'intervento di tb92, ed in particolar modo condivido la parte che ho riportato. Aggiungo solo i miei complimenti a dareios, padrone di casa che viaggia sempre sul filo della provocazione, ma che ,al tempo stesso, ha mantenuto aperte le porte di questo topic ad ogni tipo di influenza, giusta o sbagliata che si possa ritenere. Penso che la pagina 1000 sia un piccolo riconoscimento al suo sogno anarchico.
Auguri Accademia.
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Re: L'Accademia del 4-2-4 e la Stella del Sud

Messaggioda oldvalues » lun nov 26, 2018 10:26


Saboccio ha scritto:Quoto tb92 e se parliamo di culture, troppe sono quelle ormai scomparse o in via di estinzione per certi versi migliori delle attuali. Io poi sono convinto che non sempre il progresso porti benefici e che a volte, oggi come non mai, un regresso in molti campi resti la soluzione migliore per salvare il genere umano.

Auguri accademia e mille di questi post!


Condivido il tuo pensiero fermo restando che un regresso si è già manifestato.

Entro in tema cultura e cito Tb92 e le sue inconsapevoli contraddizioni;

<<Le norme e i valori mutano in continuazione all'interno della società, poiché essa è fatta da un incrocio di culture e non più da una sola cultura. Più il tempo scorre e più l'incrocio delle diverse culture del pianeta modelleranno la società e negli ultimi trentanni, con l'ingresso dei grandi media di comunicazione, il fenomeno è molto amplificato. >>

Anche questa è una verità ricca di contraddizioni, non possiamo negare che, al contrario, più il tempo scorre e maggiore sarà l’omologazione culturale indotta dal web, il modello societario culturale pertanto si evolve da essere un incrocio di più culture ad un unico modello culturale, dettato e misurabile.

Nel Calcio ormai, il modello regressivo è il risultato, volto alla scommessa, l’interesse sociale di massa non è il gioco ma risultato e highlight, tutto sotto attenta regia, lo spettacolo del calcio totale è come una lettura di un testo complessa, scommessa e highlight sono un bel, simpatico, facile tweet post-moderno.
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Re: L'Accademia del 4-2-4 e la Stella del Sud

Messaggioda u'mond e la lun » lun nov 26, 2018 13:46


KLAS INGESSON ha scritto:Non è un lamento il mio. Tu puoi anche fare calcio, ma se questo non porta a risultati alla fine pure gli allenatori che lo praticano saltano. Abbiamo visto un bel gioco per pochi anni nell'arco di una quarantina. Ma a parte lustrarsi gli occhi, cosa abbiamo raccolto? Un campionato di serie B con Conte vinto alla grandissima. Stop. Il 10° posto di Ventura è stato fantastico, ma nel 47 abbiamo fatto meglio col 7°.
Abbiamo quindi visto bel calcio in pochissime stagioni. Forse 5?... Ma insisto nel non trascurare i tanti, troppi, anni con calcio alla viva al parroco. E' qui che per più tempo abbiamo abitato, inutile negarlo. Siamo fatti per la maggiore a Bari di calcio dove se vinciamo al 90° con un gol a culo esultiamo alla grande. La vittoria da noi è merce rara e come arriva è sempre ben gradita. Come si fa a fermarla alla porta? D'accordo, le altre blasonate forse non hanno mai vissuto quei 5 anni di calcio come si deve, ma dove sono state? A stretto contatto con la vittoria. Ci sono cresciuti. Fa parte del loro dna, il palmares parla chiaro. Bacheche che traboccano di trofei.
Alla luce di tutto questo, come possiamo al Bari primo in campi di serie D, con squadre che cercano di difendersi e basta, come possiamo chiedere a Cornacchini di esibirci delle prestazioni di calcio spettacolo? Forse oggi il tifoso del Bari ha ben altre priorità. Vincere. Gli olandesi con la loro filosofia di gioco hanno cambiato il calcio. In meglio. Ma cosa hanno raccolto, alla fine? L'Ajax, certo. E pure gli europei 88, dove comunque già non era più quell'Olanda dal gioco totale. Trappattoni era l'anti calcio in termini di stile. Ma ha vinto col Bayern. Pure Castori col suo Carpi, partite solo in contropiede con bassi possessi palla. Eppure ha vinto. Quando arrivò Salvemini a sostituire Catuzzi, io non la presi bene. Ero innamorato di lui, del suo stile pacato e del suo gioco oggi dimenticato. Pensai che se avesse avuto lui a disposizione Monelli, Scarafoni, Di Gennaro avrebbe spaccato il campionato. Ma alla fine il primo posto e la serie A ci fece accogliere favorevolmente il cambio.
Insomma, con tutto il rispetto per l'accademia, dovremmo domandarci se in casa nostra si senta maggiormente l'assenza del bel gioco o della vittoria di un campionato. Certo, se fossero disponibili entrambi nello stesso campionato sarebbe da sogno. Ma dovendo scegliere? Non so se parlo a nome di tutti i tifosi del Bari, ma la mia impressione è che il tifoso barese ha voglia di vedere salire in alto il Bari. Ovviamente si spera legalmente. Di questi tempi è meglio ricordarlo.

Condivido tutto ed aggiungo che Catuzzi nel campionato 1981/82 non aveva giocatori per niente scarsi. in particolare Iorio e Caricola successivamente fecero un ottima carriera in serie A vincendo più di Scarafoni e Bober Monelli.

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Re: L'Accademia del 4-2-4 e la Stella del Sud

Messaggioda Fatto di BARIjuana » lun nov 26, 2018 16:28


Le mille pagine raggiunte in questa discussione, a mio modesto parere meritano una piccola riflessione:

Cosa rappresenta il numero mille? Un punto di arrivo, un capolinea o semplicemente un passaggio naturale verso altri traguardi?

"Mille e non più Mille", era il motto diffusosi intorno all'anno 1000 d.C. per esorcizzare una fantomatica profezia che prospettava la fine del mondo, fortunatamente ognuno di noi è testimone, con la sua esistenza, che nonostante la cabala, la storia del mondo e dell'umanità è andata avanti tra tanti colpi di scena, indicibili sofferenze e anche grandi conquiste.

L'anno mille è stato solo un anno come tutti quelli che ha anticipato e tutti gli altri che sono venuti a seguire, e così sarà la pagina 1000 di questo Thread, un passaggio che dimostra la potenza del messaggio di cui si fa portatrice questa discussione ove apparentemente si parla del Bari facendo un parallelismo con il calcio totale olandese, ponendo quest'ultimo come suprema aspirazione, ma nel concreto credo sia molto di più.

Probabilmente in questa discussione molti utenti hanno potuto manifestare la loro richiesta di cambiamento, in fin dei conti fa parte della natura delle cose cambiare ed evolversi e questo topic ha trovato proprio nella istintiva voglia di migliorare il proprio carburante.

Quando penso al cambiamento mi tornano sempre alla mente le parole di Terzani, di quando in una intervista gli fu chiesto di spiegare perchè avesse appoggiato la rivoluzione dei khmer rossi, trasformatasi poi in una sanguinaria dittatura, Terzani rispose semplicemente che l'idea di un cambiamento e di una rivoluzione era dotata di una tale forza, che risultava difficile non condividerla.
Non v'è rivoluzione senza furore popolare, non v'è furore di popolo scatenato senza disordine e vittime.(Napoleone)
nando c'e' ha scritto:Bravi.
Vi abbatto le mani.
Addosso.

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Re: L'Accademia del 4-2-4 e la Stella del Sud

Messaggioda domod86 » lun nov 26, 2018 18:08


Permettete questo commento forse OT:

"Il tifoso può essere arrabbiato, può esprimere la sua opinione allo stadio. Ma il tifoso in generale, non solo quello della Roma, deve essere consapevole anche che di calcio capisce poco. Anche io ad esempio seguo tennis e basket ma capisco poco, posso fare solo il tifo, non posso mica mettermi a parlare di come dovrebbe giocare Djokovic...

Posso fare il tifo, arrabbiarmi se si perde, ma non posso ragionare sulla tattica, non mi permetterei mai. Qui si chiacchiera, si spreca tanto il fiato e questo non porta a nulla".

Aleksandar Kolarov sulle critiche ricevute dopo Udinese-Roma.

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Re: L'Accademia del 4-2-4 e la Stella del Sud

Messaggioda oldvalues » lun nov 26, 2018 18:41


domod86 ha scritto:Permettete questo commento forse OT:

"Il tifoso può essere arrabbiato, può esprimere la sua opinione allo stadio. Ma il tifoso in generale, non solo quello della Roma, deve essere consapevole anche che di calcio capisce poco. Anche io ad esempio seguo tennis e basket ma capisco poco, posso fare solo il tifo, non posso mica mettermi a parlare di come dovrebbe giocare Djokovic...

Posso fare il tifo, arrabbiarmi se si perde, ma non posso ragionare sulla tattica, non mi permetterei mai. Qui si chiacchiera, si spreca tanto il fiato e questo non porta a nulla".

Aleksandar Kolarov sulle critiche ricevute dopo Udinese-Roma.

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Aleksandar Kolarov più che perdere tempo a sparare minchiate pubbliche, potrebbe approfondire il tennis e il basket (magari inizierebbe a capirci qualcosa) e preoccuparsi del perchè il rendimento della sua squadra non soddisfa i tifosi.
Meglio perdere insieme per qualcosa di tuo che fingere di vincere: Support your local team!

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Re: L'Accademia del 4-2-4 e la Stella del Sud

Messaggioda dareios » lun nov 26, 2018 19:11


A tutti coloro che hanno contribuito ad alimentare l'ipertrofico dialogo hdemico



--------------------------------------------------------- GRAZIE MILLE------------------------------------------------


Egli mi sembra che noi abbiamo oggi rinnovata l'Arcadia
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La proprietà è un furto, la multiproprietà è un multifurto: DE LAURENTIIS VATTENE

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Re: L'Accademia del 4-2-4 e la Stella del Sud

Messaggioda CoronariaSalomone » lun nov 26, 2018 20:23


La Bari ha subito il più disastroso bombardamento dal 2 Dicembre 1943, ma la storia insegna che rinascerà come un'araba fenice, solo che assomiglierà più ad uno storpio gabbiano che acciaccato volteggerà sulle carcasse che galleggeranno nel porto su cui si affaccia la città.

Il levantinismo ha ridotto al lumicino l'ossigeno delle passioni. Ci si ammazza di seghe come ridicoli adolescenti, mentre i fumi ancora arrossano la gola dei sopravvissuti.


Rinascerai, Bari, dalle macerie che affollano anche queste stanze virtuali, dove molte vittime si sono mietute ed i cui nomi riecheggiano e rimbombano su vacue lapidi fatte di bit.

Hic sunt leones.

Torneremo. E non ci saranno verità ineluttabili, ma dura vita da mordere.
Il bello di essere tifoso del Bari è che si può dirlo con orgoglio, senza essere additati come una squadra che ha rubato, usato mezzucci o imbrogli per ottenere di più. Una squadra che ha lavorato dignitosamente con poco, spesso con niente. [Jè robba mè, non ho citato nessuno!]

Ora che abbiamo un piede e mezzo nella fossa continuiamo a combattere: che sia inferno o paradiso ci accoglieranno fra gli applausi!

18/03/2011: Addio Marilù... :(

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Re: L'Accademia del 4-2-4 e la Stella del Sud

Messaggioda nik » mar nov 27, 2018 7:14


Il bel gioco è una scelta o è determinato dal caso?
Mi interrogo spesso con questo quesito e provo a darmi una risposta. È il fattore "tempo" che fa la differenza. Perché il bel gioco, semplificando, è l'insieme delle idee e capacità dell'allenatore, della qualità dei calciatori, della preparazione atletica e mentale. Ma ci sono anche fattori culturali, ambientali, economici che possono influenzare la ricetta principale. Solo una Società che si pone l'obiettivo del bel gioco può mettere insieme tutti questi fattori e, senza dubbio, ci vuole programmazione e tempo.
Ma quando il bel gioco arriva nel breve periodo, non può che essere frutto del caso. Ora il dilemma è: siamo disposti ad aspettare? O cosa possiamo pretendere dal Caso?
"Il potere risiede dove gli uomini credono che il potere risieda. E' un trucco, un'ombra sul muro. E un uomo molto piccolo è in grado di proiettare un'ombra molto grande."

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