da tifosobarese92 » sab nov 10, 2018 12:27
Come ricorda Saboccio più volte in Accademia ho parlato di sudamericanesimo, nonostante cozzi tantissimo con l'orangismo.
Sono contentissimo del successo che sta avendo questa sfida. Per folclore il SuperClasico d'Argentina era già abbastanza famoso e questa finale non ha fatto altro che amplificare il tutto. Sinceramente, da appassionato di calcio, non vedere questa partita per il contesto in cui si andrà a giocare è da folli. Vale la pena accendere il pc o la smartTv e restare collegati per guardare quello che un fenomeno sociale come il calcio riesce a realizzare.
Parlando strettamente di quello che potrebbe accadere in campo, vi diffido dalle pubblicità . Secondo me, soprattutto questa partita d'andata, si vedranno più patadas che futbol in se. Sarà una gara nervosa, spezzettata e piena di falli. Non vi aspettate spettacolo di fuori in campo, non è questa la partita che vi regalerà giocate d'alta scuola argentina o attacchi tambureggianti. Per farla breve in questa partita conta non perdere. In palio non c'è solo una coppa ragà , in palio c'è la gloria eterna. Non so se vi è chiaro ma chiunque il 24 alzi la coppa sarà ricordato in Argentina per i prossimi 100 anni o forse di più e non alzarla significherà coprirsi di vergogna per tutto quel tempo.
Il contesto sociale in cui si gioca questa partita non è quello europeo. Il calcio lo sapete che in Sud America è una struttura sociale con le sue funzioni e le disfunzioni. È un fenomeno non solo aggregante ma è il motivo per cui migliaia di ragazzini non si affacciano allo spaccio di cocaina o di Marijuana. Per certi versi il calcio inteso come macrostruttura in quesi paesi sudamericani può essere paragonato alla macrostruttura chiesa. Perciò in questa partita è fondamentale non perdere, per non tradire i sogni di chi ha come unica cosa il calcio perché di più non può avere. Pensate che un Peso Argentino vale due centesimi di euro e il 32% della popolazione vive sotto la soglia della poverta (il 7% estrema povertà ). Ciò che rimane a questa gente sfortunata che sicuramente avrebbe voluto nascere altrove è una palla che rotola su un campo in terra battuta e mette in quella palla più di quanto dovrebbe, perché statistiche alla mano, almeno in Italia, uno su settantamila diventa calciatore professionista (e forse in Argentina è anche più bassa come proporzione considerando che sono meno di noi).
Ad ogni modo, anche se questa è la regina delle partite di tutta la storia del calcio, ritengo che i media l'abbiano pompata davvero tanto. A livello folcloristico e sociale è indubbiamente l'evento calcistico più importante di sempre, ma ribadisco che per quanto concerne il fattore campo sarà una partita mediocre poiché credo che entrambe le squadre la prepareranno per non subire gol. Seguendo questa scia credo che alcune informazioni sulle regole della finale siano dovute:
-formato di andata e ritorno (prima alla Bombonera e poi al Monumental). Ultima edizione della Copa Libertadores con questo formato, dall'anno prossimo finale secca.
-il gol fuori casa non vale doppio.
-ci sarà la VAR
-in caso di parità nei 180 minuti ci saranno i supplementari. Se si pareggia anche li si passa ai calci rigore.
Formazione Boca (4-1-4-1): Rossi; Jara, Izquierdoz, Magallan, Olaza; Villa, Nandez, Barrios, Pablo Perez, Pavon; Abila Allenatore: Schelotto
Formazione River (4-2-3-1): Armani; Montiel, Maidana, Pinola, Casco; Centrocampo non definito; Palacios, Pratto, Pity Martinez; Borré Allenatore: Gallardo
Non potrò intervenire durante la partita. Devo lavorare, quindi spegnerò tutti i social per vedermela il prima possibile in replica, ma sono sicuro che qualcuno mi dirà come è andata a finire. Vi lascio con un post/diventato articolo che ho scritto l'altro giorno.
Questa storia inizia all'angolo tra Pinzon e Caboto, nel quartiere più famoso di Buenos Aires, La Boca. All'epoca era un ghetto di immigrati per lo più italiani, che in grandi masse occuparono il suolo argentino in cerca di fortuna. Siamo nel 1901 e un gruppo di ragazzi di origine genovese e appartenenti a due squadre diverse, il Santa Rosa e La Rosales, decisero di unire le forze e di fondare un nuovo club. Per documenti di partite ufficiali bisogna risalire al 15 maggio 1904, anno in cui per la prima volta viene scritto il nome River Plate. La prima cancha del River Plate è all'angolo tra Pinzon e Caboto e se ci andaste oggi trovereste solo una piccola palazzina fatiscente dal colore verde e diversi stabili conservati in un pessimo stato. Con lo sguardo rivolto verso ovest si erige in fondo all'orizzonte una struttura giallastra. È lo stadio del Boca Juniors, a soli mille metri da quella che fu la prima dimora del River Plate.
Siamo nel 1905 e sei ragazzini di origine genovese di 14 o 15 anni, stufi di misurarsi tra loro in Plaza Solis, decisero di fondare una squadra per misurarsi con rivali di altri barrios. Prima di vestire la consueta camiseta azul y oro, i genovesi utilizzarono per due partite una maglietta rosa per poi passare ad una bianca con le striscie azzurre. Ma c'era già una squadra che ad Avellaneda aveva questi colori e i genovesi la sfidarono e persero. Allora decisero di aspettare la prima nave che entrasse in porto. Era Blu con linee gialle. Veniva dalla Svezia. I documenti ufficiali non parlano di partite antecedenti al 1913, anno del primo incontro ufficiale tra Boca e River, vinto 2-1 dal River Plate. Ma c'è una storia che racconta che nel 1908 queste due squadre si sono incontrate per la prima volta nella Segunda Division del futbol Amatorial Argentino. Le versioni sono contrastanti, c'è che dice che abbia vinto il River, c'è chi dice che abbia vinto il Boca.
La vera rivalità inizia con l'avvento del professionismo negli anni '30 quando le due squadre avevano già il numero più alto di tesserati. Negli anni dell'era amatoriale in Argentina esisteva solo un Clasico ed era quella di Avellaneda tra Racing e Independiente. Il River nel frattempo aveva perso la sua cancha a La Boca e si era trasferito nel Barrio Palermo, quella che all'epoca era la periferia di Buenos Aires, mentre il Boca aveva costruito un impiato di 25.000 posti dalle quali ceneri nascerà la Bombonera.
Siamo nel 1931, il giorno è il 20 settembre. Si giocava Boca-River nel vecchio stadio del Boca. La partita durò appena 25 minuti: il River andò in vantaggio con Peucelle ma al 25' l'arbitro assegnò un rigore al Boca che scatenò le ire degli ospiti. Tre giocatori espulsi e partita sospesa. Cosi iniziava la vera storia del SuperClasico.
Trent'anni dopo la federazione sudamericana di calcio decise di istituire un nuovo torneo internazionale. Siamo nel 1960 e per la prima volta si gioca la Copa Libertadores. Il nome non è così casuale: è dedicato ai grandi libertatori del Sud America, a José de San Martin, a Simon Bolivar, a Bernardo O'Higgins e a tutti coloro che diedero il proprio sangue per liberare il Sud America dalla dominazione spagnola. Il formato era molto semplice e prevedeva una finale di andata e ritorno. La prima finale della storia fu giocata da Peñarol e Olimpia. L'andata nel Centenario di Montevideo, il primo stadio al mondo ad ospitare la finale della Coppa del Mondo e superare i 90.000 spettatori, il ritorno al Defensores del Chaco.
Se la storia del Centenario è riconosciuta in ogni angolo del globo, quella dello stadio di Asuncion è sicuramente meno conosicuta.
Collocato in uno dei quartieri più antichi della capitale paraguaiana il terreno sul quale dorme fu donato da Eduardo Scherer Presidente della Repubblica Paraguiana alla Federazione di calcio paraguaiana. Lo stadio non aveva il nome che ha oggi. I defensores del Chaco sono dei soldati che hanno combatutto duramente nella battaglia del Chaco difendendo i confini nazionali delle invasioni boliviane.
Boca e River hanno vinto questa competizione diverse volte e si sono incrociate in tutto 24 volte. Dagli anni '30 ad oggi il Boca si è costruito il suo stadio, la rinomata Bombonera e il River il suo amato Monumental con i soldi ricavati dalle cessioni di Sivori e Di Stefano. Di tutti gli incontri giocati in Libertadores due sono gli scontri epici. Quello giocato il 17 giugno 2004 e quello del 14 maggio 2015.
Storia di 14 anni fa con Carlitos Tevez che nelle templio dei Los Millonarios mimava il gesto della gallina. Mentre il 2015 è ricordato come quello della vergogna, quello del gas pimienta. Ma è davvero incredibile che ogni qualvolta che Boca e River si sono sfidate nella fase finale della Libertadores una della due ha vinto la coppa. È successo nel 2000, nel 2004 e nel 2015.
Se cercate una fine in questa storia non ci sarà , perché il duello dei duelli, la sfida delle sfide, la partita delle partite, avrà sempre un suo senso e non cesserà di esistere. Anzi, proprio Boca e River daranno un senso alla Libertadores 2018, l'ultima che prevede la finale di andata e ritorno, che sarà giocata prima alla Bombonera e poi al Monumental. Questo sarà un incontro in cui vivere o morire non è una scelta, ma una necessitÃ
Chi sa solo di calcio non sa niente di calcio [Cit. Josè Mourinho]
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Sogna chi non crede che sia tutto qui"
La passione è unica, ed è uguale ad ogni parallelo del mondo...https://www.youtube.com/watch?v=_h-rYD2xrwc"Vamos, vamos Chape, vamos vamos Chape" ... Ciao ragazzi, le vostre medaglie il nostro dolore.