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L'OTTIMISTA ha scritto:Una società più austera può essere una società più giusta, meno diseguale, realmente più libera, più democratica, più umana.
Enrico Berlinguer
Questa e' la citazione che hai messo sul tuo profilo...se diserti non aiuterai a far si che le cose cambino...ma avrai perso un'occassione per farle cambiare
LA DEMOCRAZIA...LA LIBERTA'...E' PARTECIPAZIONE!!!!!!
bestbari ha scritto:patrimana ha scritto:rispondo all'amico bestbari che Bari è la città più grande d'Italia a non aver mai visto l'Europa
e questo mi pare il dato che meglio e più oggettivamente rappresenti il fallimento dei Mata
pur tra alti e bassi fisiologici (personalmente sono diventato tifoso nell'anno della retrocessione e dell'infortunio di Joao, quindi non certo una stagione d'oro)...
per quanto riguarda l'autore del topic, quello che dici è tutto giusto tutto esatto
ma allora non si spiega la tua presenza in questo forum che è dei tifosi del Bari...
mi spiego: sono perfettamente d'accordo nel ritenere il calcio specchio fedele della societÃ
ma proprio per questo non trovo una buona ragione per chiamarmi fuori dal calcio e dalla società ...
sarebbe come dire che siccome il mio paese fa schifo, rifiuto ogni impegno civile...
io non lo farò mai, appunto non DISERTERO' (negli anni in cui l'ho praticata allo stadio, era sempre una forma di LOTTA, mai di RINUNCIA)
pur consapevole che la mia presenza non basterà mai a cambiare le cose...
Non ricominciamo con le equazioni socio-economiche applicate al calcio, trovare le correlazioni tra numero di abitanti, pil procapite e punti in classifica è un'operazione inutile.
Il fallimento dei matarrese sta nel mancato salto di qualità , rispetto alla storia del bari, però bisogna ammettere che è anche stato l'unico a provarci (vedi David Platt) fallendo miseramente non per volontà o carenza di tifo ma semplicemente per arretratezza imprenditoriale che ahimè riguarda tutto il nostro territorio.
Poche realtà si sono distinte dalle nostre parti, ma purtroppo non si sono mai interessate al calcio
CIANURO ha scritto:L'OTTIMISTA ha scritto:Una società più austera può essere una società più giusta, meno diseguale, realmente più libera, più democratica, più umana.
Enrico Berlinguer
Questa e' la citazione che hai messo sul tuo profilo...se diserti non aiuterai a far si che le cose cambino...ma avrai perso un'occassione per farle cambiare
LA DEMOCRAZIA...LA LIBERTA'...E' PARTECIPAZIONE!!!!!!
Rispondo a te per rispondere a tutti e dico che una società più austera e più giusta forse la potremmo iniziare a guardare quando, magari, il mondo del calcio si fermasse per un anno per porre fine a questa eterna presa in giro. Forse, allora e solo allora, in Italia potremmo iniziare a vedere qualcosa che assomigli, anche vagamente, all'idea di una Rivoluzione come io la concepisco.
Per il resto mi trovo molto in sintonia con il pensiero che ha scritto Tuco e me ne rallegro, detto questo, non intendo e non intendevo farne una questione o una polemica con coloro che hanno una fede. Di fronte a loro io mi appello, molto umilmente, come Giuliano l'Apostata di fronte ai Cristiani inferociti, alle ragioni della RAGIONE.
Sal ha scritto:Cianuro guarda che se diserti lo stadio stai pur certo che nessuno si strappa i capelli, non capisco il senso di queste tue esternazioni. Ti do un consiglio....datti alla pesca che è uno sport rilassante e ti allunga la vita.
ultrasavita75 ha scritto:cianuro rispettando la tua posizione credo che tu sbagli su diversi punti...
1. seguire una squadra di calcio che ha il nome della tua città non deve avere come idea la VITTORIA,purtroppo molti di noi fanno un ragiona,ento del tipo voglio un presidente ambizioso perchè voglio VINCERE,non è cosi che si ragiona perchè più che un presidente ambizioso o ricco da noi c'è bisogno di presidenti orgogliosi e tifosi che facciano crescere il territorio,che invece di comprare il grande giocatore faccia campi di calcio nelle periferie,un presidente che dia la possibilità di far vivere la squadra anche a chi non è un normale fruitore o tifoso in senso stretto,insomma che sviluppi quel orgoglio di appartenenza che non è una vittoria o una coppa a darti ma è la costante sensazione che quella cosa è tua a prescindere.
2.il calcio è da sempre all'appannaggio di grandi club,in spagna real e barca,germania bayern monaco e dortmund,grecia pana e olimpialos...l'unica eccezione forse è in inghilterra che ha avuto negli anni diverse squadre che hanno vinto,una "pluralità " rara nel calcio,ma sai bene che da anni le cose pure li sono cambiate in peggio
3.se ci dovessimo fare delle seghe mentali per tutto non campam kiù,il calcio è anche una valvola di sfogo,bere una birra con gli amici,dividere il panino in trasferta,prendersi secchi d'acqua o insolazioni...e onestamente io a tutto questo non rinuncerò mai
CIANURO ha scritto:Non ne faccio una questione di fede e per chi ne fa una questione di fede consiglio vivamente di non leggere questo scritto. La fede, infatti, si basa su di un qualcosa di irrazionale che poco ha a che fare con la mia disamina su quelle che sono le attuali condizioni di Bari, della Bari, del calcio qui da noi e di quello che si chiama il sistema Italia.
Basterebbe, infatti, ben poco per capire che questo sistema è marcio sino alle midolla e che nn va riformato o combattuto per avere accesso alla A, alla AIA, alla Uefa, alla Champions o, addirittura, allo scudetto! Ma semplicemente abbattuto e ripensato dal principio.
Se uno si soffermasse solo su la composizione della serie A di quest'anno ma di quasi tutti gli anni potrebbe ben capire che cosa è l'Italia o, ancora meglio, potrebbe capire come disse l'indimenticabile Anna Magnani "che l'Italia è stata fatta proprio a ca.z.z.o di cane". Quasi tutte squadre del nord e l'unica squadra del sud, quella della nostra antica capitale: Napoli, condannata a sognarsi per sempre lo scudetto, Maradona permettendo, ecco perché è stata sacrosanta quella dedica fatta da Paolo Sorrentino durante la premiazione degli oscar, perché Maradona è stata una speranza, un sogno realizzato in nome di questa terra, di tutti noi.
Detto questo io non voglio e non vorrò mai spegnere gli entusiasmi e le speranze altrui: di quella gente e di quel popolo ai quali appartengo da sempre e per sempre, ma se è cosa buona e giusta festeggiare la fine dell'era maionese nel nostro calcio, è altrettanto giusto e ancor più doveroso chiedersi come mai una presidenza tanto mediocre sia potuta durare quasi 40 anni. Roba che nemmeno il Duce dell'infausto ventennio… e voglio dire…
La spiegazione, a mio modestissimo parere, è da ricercarsi nel fatto che i maionese facevano comodo a questo sistema chiamato Italia con la loro mediocrità , con il "ricordiamoci chi siamo e da dove veniamo", che è poi un modo come un altro per ammettere un'inferiorità tutta meridionale (inferiorità imposta dal sistema!) che loro hanno saputo rappresentare alla perfezione. Il sillogismo che gli ha mossi è stato questo: essendo tra i più ricchi della nostra terra, hanno badato a farsi i ca.z.zi loro senza sognare mai o quasi mai e senza permettere al popolo che dicevano di rappresentare di farsi nessun sogno a loro volta. Si chiamasse Uefa, A tenuta per più anni, o AIA, o, addirittura, e già questo addirittura è una bestemmia, scudetto!
Per questo, da quando ho capito chi erano i maionese e che cosa rappresentavano e che cosa sia e fosse ed è ancora, e con ogni probabilità , sarà il nostro calcio, che siamo riusciti a far diventare una mafia pure quello! Attitudine tutta italiana! con 3 squadre, tutte e 3 del nord, che vincono tutto, o quasi tutto quello che c'è da vincere, ho deciso di disertare.
Basterebbe capire questo per capire che è un gioco truccato, ma, come se non bastasse, a questo squilibrio immane tutto a favore di una zona dell'Italia, ammesso che questo nome abbia ancora un senso, si aggiungono periodicamente, dai tempi di Paolo Rossi in poi ('80 in poi), gli scandali che cronicamente e ciclicamente sconvolgono il nostro calcio che è una metafora per capire cosa davvero sia questo Paese di me.r.d.a. che un tempo fu chiamato giardino del mondo, e culla e figlio prediletto degli dei e che ora è sempre travagliato da scandali, almeno per quanto riguarda il mondo del calcio: da truffe, ladrocini, partite truccate, campionati venduti, infermieri che arrivano dappertutto e, ovviamente, non potevano mancare in uno scandalo italiano, le immortali e sempiterne, t.r.o.i.e.
E in questo Paese, in questo letamaio che va a t.r.o.i.e in senso figurato e letterale io dovrei ancora riporre delle speranze e degli entusiasmi per un semplice cambio di dirigenza che niente andrà a cambiare, a distruggere e a ripensare di questo sistema marcio sino alle midolla?
No, compagni. Meglio non mischiare le nostre facce a quelle di questi complici. Meglio così. Meglio disertore.
Disertore per sempre.
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