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Disertore per sempre

Parla in libertà di argomenti di carattere generale attinenti il Bari: partite, allenamenti, calciomercato. Prima di aprire un nuovo topic, controlla sempre se l'argomento è già stato trattato!

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domdubar

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Re: Disertore per sempre

Messaggioda domdubar » gio mar 13, 2014 21:58


Sono abbastanza d accordo con te, infatti la conferma è che il sig. Antonio Matarrese oltre ad essere diventato onorevole(...ma...) è diventato addirittura presidente della lega calcio!!
L unica cosa che non ho capito è che quindi rinunci totalmente al calcio...?...
Scelta rispettabilissima...

CIANURO

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Re: Disertore per sempre

Messaggioda CIANURO » gio mar 13, 2014 22:38


L'OTTIMISTA ha scritto:Una società più austera può essere una società più giusta, meno diseguale, realmente più libera, più democratica, più umana.
Enrico Berlinguer

Questa e' la citazione che hai messo sul tuo profilo...se diserti non aiuterai a far si che le cose cambino...ma avrai perso un'occassione per farle cambiare

LA DEMOCRAZIA...LA LIBERTA'...E' PARTECIPAZIONE!!!!!!


Rispondo a te per rispondere a tutti e dico che una società più austera e più giusta forse la potremmo iniziare a guardare quando, magari, il mondo del calcio si fermasse per un anno per porre fine a questa eterna presa in giro. Forse, allora e solo allora, in Italia potremmo iniziare a vedere qualcosa che assomigli, anche vagamente, all'idea di una Rivoluzione come io la concepisco.
Per il resto mi trovo molto in sintonia con il pensiero che ha scritto Tuco e me ne rallegro, detto questo, non intendo e non intendevo farne una questione o una polemica con coloro che hanno una fede. Di fronte a loro io mi appello, molto umilmente, come Giuliano l'Apostata di fronte ai Cristiani inferociti, alle ragioni della RAGIONE.

L'unico consiglio che mi sento di dare – e che regolarmente do – ai giovani è questo: combattete per quello in cui credete. Perderete, come le ho perse io, tutte le battaglie. Ma solo una potrete vincerne. Quella che s'ingaggia ogni mattina, davanti allo specchio.
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Una società più austera può essere una società più giusta, meno diseguale, realmente più libera, più democratica, più umana.
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Re: Disertore per sempre

Messaggioda patrimana » ven mar 14, 2014 9:47


bestbari ha scritto:
patrimana ha scritto:rispondo all'amico bestbari che Bari è la città più grande d'Italia a non aver mai visto l'Europa
e questo mi pare il dato che meglio e più oggettivamente rappresenti il fallimento dei Mata
pur tra alti e bassi fisiologici (personalmente sono diventato tifoso nell'anno della retrocessione e dell'infortunio di Joao, quindi non certo una stagione d'oro)...

per quanto riguarda l'autore del topic, quello che dici è tutto giusto tutto esatto
ma allora non si spiega la tua presenza in questo forum che è dei tifosi del Bari...
mi spiego: sono perfettamente d'accordo nel ritenere il calcio specchio fedele della società
ma proprio per questo non trovo una buona ragione per chiamarmi fuori dal calcio e dalla società...

sarebbe come dire che siccome il mio paese fa schifo, rifiuto ogni impegno civile...
io non lo farò mai, appunto non DISERTERO' (negli anni in cui l'ho praticata allo stadio, era sempre una forma di LOTTA, mai di RINUNCIA)
pur consapevole che la mia presenza non basterà mai a cambiare le cose...


Non ricominciamo con le equazioni socio-economiche applicate al calcio, trovare le correlazioni tra numero di abitanti, pil procapite e punti in classifica è un'operazione inutile.
Il fallimento dei matarrese sta nel mancato salto di qualità, rispetto alla storia del bari, però bisogna ammettere che è anche stato l'unico a provarci (vedi David Platt) fallendo miseramente non per volontà o carenza di tifo ma semplicemente per arretratezza imprenditoriale che ahimè riguarda tutto il nostro territorio.
Poche realtà si sono distinte dalle nostre parti, ma purtroppo non si sono mai interessate al calcio


in pratica stiamo dicendo la stessa cosa... :wink:

Sal

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Re: Disertore per sempre

Messaggioda Sal » ven mar 14, 2014 9:49


Cianuro guarda che se diserti lo stadio stai pur certo che nessuno si strappa i capelli, non capisco il senso di queste tue esternazioni. Ti do un consiglio....datti alla pesca che è uno sport rilassante e ti allunga la vita.

Sal

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Re: Disertore per sempre

Messaggioda Sal » ven mar 14, 2014 9:53


CIANURO ha scritto:
L'OTTIMISTA ha scritto:Una società più austera può essere una società più giusta, meno diseguale, realmente più libera, più democratica, più umana.
Enrico Berlinguer

Questa e' la citazione che hai messo sul tuo profilo...se diserti non aiuterai a far si che le cose cambino...ma avrai perso un'occassione per farle cambiare

LA DEMOCRAZIA...LA LIBERTA'...E' PARTECIPAZIONE!!!!!!


Rispondo a te per rispondere a tutti e dico che una società più austera e più giusta forse la potremmo iniziare a guardare quando, magari, il mondo del calcio si fermasse per un anno per porre fine a questa eterna presa in giro. Forse, allora e solo allora, in Italia potremmo iniziare a vedere qualcosa che assomigli, anche vagamente, all'idea di una Rivoluzione come io la concepisco.
Per il resto mi trovo molto in sintonia con il pensiero che ha scritto Tuco e me ne rallegro, detto questo, non intendo e non intendevo farne una questione o una polemica con coloro che hanno una fede. Di fronte a loro io mi appello, molto umilmente, come Giuliano l'Apostata di fronte ai Cristiani inferociti, alle ragioni della RAGIONE.


E' evidente che non sei un tifoso del Bari ma uno che sta facendo il fighetto con pensieri "filosofici e sociologici" in un forum dove si parla di calcio. Ciò che scrivi può essere anche condiviso ma in altro luogo.....in poche parole non r.........

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Re: Disertore per sempre

Messaggioda patrimana » ven mar 14, 2014 9:53


Sal ha scritto:Cianuro guarda che se diserti lo stadio stai pur certo che nessuno si strappa i capelli, non capisco il senso di queste tue esternazioni. Ti do un consiglio....datti alla pesca che è uno sport rilassante e ti allunga la vita.


secondo me Cianuro è già mooooolto interessato al pesce,

ma ad un altro tipo di "pesce", capisci a me...

evvero cianù???

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Re: Disertore per sempre

Messaggioda ultrasavita75 » ven mar 14, 2014 10:00


cianuro rispettando la tua posizione credo che tu sbagli su diversi punti...
1. seguire una squadra di calcio che ha il nome della tua città non deve avere come idea la VITTORIA,purtroppo molti di noi fanno un ragiona,ento del tipo voglio un presidente ambizioso perchè voglio VINCERE,non è cosi che si ragiona perchè più che un presidente ambizioso o ricco da noi c'è bisogno di presidenti orgogliosi e tifosi che facciano crescere il territorio,che invece di comprare il grande giocatore faccia campi di calcio nelle periferie,un presidente che dia la possibilità di far vivere la squadra anche a chi non è un normale fruitore o tifoso in senso stretto,insomma che sviluppi quel orgoglio di appartenenza che non è una vittoria o una coppa a darti ma è la costante sensazione che quella cosa è tua a prescindere.
2.il calcio è da sempre all'appannaggio di grandi club,in spagna real e barca,germania bayern monaco e dortmund,grecia pana e olimpialos...l'unica eccezione forse è in inghilterra che ha avuto negli anni diverse squadre che hanno vinto,una "pluralità" rara nel calcio,ma sai bene che da anni le cose pure li sono cambiate in peggio
3.se ci dovessimo fare delle seghe mentali per tutto non campam kiù,il calcio è anche una valvola di sfogo,bere una birra con gli amici,dividere il panino in trasferta,prendersi secchi d'acqua o insolazioni...e onestamente io a tutto questo non rinuncerò mai
QUESTA TERRA MI HA DATO I NATALI...
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QUESTI I MIEI IDEALI!!!

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Re: Disertore per sempre

Messaggioda Aldolig. » ven mar 14, 2014 10:06


con tutto il rispetto per le idee di chicchessia,ci mancherebbe altro,ritengo che l'argomento calcio debba essere trattato con maggiore leggerezza e disimpegno.Se incominciamo a infarcirlo di problematiche socio-psico-filosofiche,lo rendiamo stucchevole e noioso.Poi è chiaro,ognuno è libero di frequentare lo stadio quando e quanto gli pare...
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Re: Disertore per sempre

Messaggioda rio purus » ven mar 14, 2014 10:14


ultrasavita75 ha scritto:cianuro rispettando la tua posizione credo che tu sbagli su diversi punti...
1. seguire una squadra di calcio che ha il nome della tua città non deve avere come idea la VITTORIA,purtroppo molti di noi fanno un ragiona,ento del tipo voglio un presidente ambizioso perchè voglio VINCERE,non è cosi che si ragiona perchè più che un presidente ambizioso o ricco da noi c'è bisogno di presidenti orgogliosi e tifosi che facciano crescere il territorio,che invece di comprare il grande giocatore faccia campi di calcio nelle periferie,un presidente che dia la possibilità di far vivere la squadra anche a chi non è un normale fruitore o tifoso in senso stretto,insomma che sviluppi quel orgoglio di appartenenza che non è una vittoria o una coppa a darti ma è la costante sensazione che quella cosa è tua a prescindere.
2.il calcio è da sempre all'appannaggio di grandi club,in spagna real e barca,germania bayern monaco e dortmund,grecia pana e olimpialos...l'unica eccezione forse è in inghilterra che ha avuto negli anni diverse squadre che hanno vinto,una "pluralità" rara nel calcio,ma sai bene che da anni le cose pure li sono cambiate in peggio
3.se ci dovessimo fare delle seghe mentali per tutto non campam kiù,il calcio è anche una valvola di sfogo,bere una birra con gli amici,dividere il panino in trasferta,prendersi secchi d'acqua o insolazioni...e onestamente io a tutto questo non rinuncerò mai




Non sono d'accordo sul primo punto, o meglio, lo reputo uno dei tanti modi, tutti legittimi, di intendere il tifo.
Prendi me, sono nato a Trieste e considero questa la mia città e non Bari ma sono figlio di due baresi ed uno dei modi che ho scelto per restare legato alle mie origini (oltre provare a parlare il dialetto, con effetti talora comici) è stato quello di tifare proprio per il Bari. Non sento perciò alcun orgoglio di appartenenza stretto con la città e non mi interessa avere per forza una squadra di baresi e cose simili. Ciononostante non sono meno tifoso, anzi, e quando a gennaio sono stato a Bari per una settimana e si è parlato di calcio ero l'unico ma proprio l'unico in un gruppo nutrito di persone ad essere tifoso unicamente del Bari senza avere una seconda squadra.

Ripeto il concetto che ho introdotto nel mio primo intervento: per molti, me compreso, il calcio è uno sport e come tale va trattata la passione ad esso associata. Se siamo noi tifosi i primi ad ammantarlo di altri significati politico-sociali, è chiaro che perderà quella dimensione genuina che tanto si reclama negli stadi perchè non potrà che diventare specchio della società.
E proprio perchè lo vedo come sport io ambisco alla VITTORIA. Lo sport è competizione. Questo non vuol dire che si tifa unicamente quando si vince (non tiferei Bari altrimenti) ma che il tifoso debba prescindere dall'idea di vittoria per me è lapalissiano.

Poi è chiaro, ognuno la vede come vuole e tifa con la motivazione che preferisce
07-03-2014

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Re: Disertore per sempre

Messaggioda randagio » ven mar 14, 2014 11:11


ultrasavita ormai nn ne puoi prendere più secchiate d'acqua che ti vengono i reumatismi (bari spezia ?!) ! :krnut:
scherzo si semb nu bell'omm.


riguardo il topic invece....stendiamo un velo pietoso. addirittura aprire sto topic in questa sezione...in questo momento...poi per fare cosa? per far sapere la tua opinione alla gente ?
però poi lo rileggo ancora una volta e mi tranquillizzo perchè capisco che forse , anzi , quasi sicuramente non sei mai venuto nè in curva , nè in trasferta , nè allo stadio .

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Re: Disertore per sempre

Messaggioda la zanzara » ven mar 14, 2014 11:20


io non capisco solo che interesse si possa avere nel seguire uno sport nel quale non si crede. Masochismo?
Non lo faccio per provocare, ma se avessi le tue convinzioni non scriverei sul forum di una squadra di calcio, mi occuperei di altri interessi.
la cialtroneria è uno dei pilastri fondanti italici

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Re: Disertore per sempre

Messaggioda CIANURO » mar mar 25, 2014 4:13


Dal Cibali al Bernabeu, la crisi in 10 punti

Confronto impietoso a portata di telecomando tra la serie A e Real Madrid-Barcellona. Stadi, campioni e atmosfera: è tutto un altro calcio


ROMA - A volte basta pigiare il tasto del telecomando, clìc, per percorrere distanze immense, per viaggiare come dalla Terra a Marte. Chi l'abbia fatto durante Real Madrid-Barcellona (e Catania-Juventus, e Lazio-Milan) ha visto cose che noi umani eccetera. Chi, per tifo o per necessità di lavoro, ha preferito o dovuto soffermarsi sul nostro campionato e poi, random - oppure infilandosi nel quarto d'ora di differenza tra gli orari d'inizio delle tre partite (anzi, della Partita e dei due tristi riempitivi) - si è spostato televisivamente a Madrid, ha vissuto quasi uno shock. Perché sembravano, anzi erano, due sport differenti, due mondi opposti, due universi paralleli che non si incontrano mai: se non, appunto, grazie a quel clìc.

Non si tratta della solita critica al nostro calcio deludente, impoverito di talento e denari, isterico, insomma provinciale nel senso peggiore del termine. Si tratta, proprio, di distanze siderali. E c'erano almeno una decina di motivi, ieri sera, per lasciar perdere la nostra lillipuziana serie A e rimanere ricchi (di bellezza, di emozioni), felici, golosi e appagati. Bastava rimanere a Madrid, e dimenticare tutto il resto.

Con una scusante: anche sulla carta (in termini di punti in classifica) Catania-Juventus non è comparabile a Real-Barcellona. Ma i risultati nelle Coppe europee raccontano bene la differenza.

1) I GIOCATORI - Persino ovvio dire che la prima, abissale differenza tra noi è loro è nella qualità media dei calciatori. Tutti, non solo i fenomeni. Anzi, soprattutto in quelli che fenomeni non sono. Giocatori che sanno fare tutto e quasi sempre benissimo. Calciatori completi, bene addestrati, capaci di fare quello che devono e andare dove devono. Un'altra razza.

2) LA VELOCITA' - Bastava un clìc, e la palla cominciava a correre ai duecento all'ora. Non stava mai ferma, come i bambini sulla spiaggia. Il Clasico non si interrompeva mai, era un fluire continuo e rapidissimo. E ogni gesto atletico e tecnico, nonostante quella folle rapidità, restava preciso, esattissimo: la differenza tra una finale dei cento metri alle Olimpiadi e una mezza maratona nel giardino di clinica Villa Arzilla.

3) L'EQUILIBRIO - Nel nostro campionato c'è la Juve, e poi ci sono gli altri. Non è colpa della Juve se gli altri, quasi sempre, sono una banda di pellegrini. Quando lo sente dire, Antonio Conte urla al "complotto mediatico globale destabilizzante": si sbaglia. Perché i grandi tornei prevedono un altrettanto grande equilibrio, altrimenti sono monologhi. In Spagna, le tre squadre di testa sono divise da appena un punto a fine marzo, da noi il campionato è finito in autunno, cadendo come una foglia.

4) IL CORAGGIO - Mai domi, mai abbattuti neppure se quasi battuti, i protagonisti di Real-Barcellona hanno lottato dal primo all'ultimo secondo senza calcoli e senza risparmio. Sette gol, tantissimi, e dopo ognuno di questi gol i giocatori si rimettevano all'opera, per rimontare o per ribadire. Uno spettacolo anche di carattere, non solo di abilità.

5) L'ATMOSFERA - Invece dei nostri soliti stadi vuoti, un'astronave come il Bernabeu piena di gente ma anche di calore. Persino l'erba, vista dalla tivù, sembrava più verde. E non possiamo neppure cavarcela con la battuta classica, visto che non si tratta purtroppo dell'erba del vicino. Perché la Spagna del calcio, l'abbiamo detto, sta su un'altra galassia rispetto ai nostri spelacchiati orizzonti.

6) IL PUBBLICO - Fa parte dell'atmosfera, ma è qualcosa di più specifico. E', potremmo dire, la densità umana che caratterizza la distanza. Mai un coro contro, solo qualche boato. Neppure uno striscione offensivo, ovviamente: perché all'estero gli striscioni non esistono proprio, non li concepiscono. Da quelle parti si è sportivi davvero. I primi piani televisivi hanno mostrato, certo, lo scoramento finale dei tifosi del Real e la gioia di quelli del Barcellona, ma si capiva che tutti - vincitori e sconfitti - si erano divertiti un mondo. Anzi, si erano divertiti un altro mondo.

7) L'INTENSITA' - La potenza agonistica del Clasico è stata trascinante, memorabile. Neppure un minuto di non amore, per dirla con Lucio Battisti. Un misto fantastico di forza fisica e preparazione atletica, mentre gli ometti da calciobalilla del nostro campionato di solito passeggiano, o trascorrono il tempo a lamentarsi con l'arbitro, oppure a restare a terra simulando di essere stati uccisi da una spintarella dell'avversario. La carica emotiva di Real-Barcellona non è dipesa solo dall'alternanza continua dei gol, era qualcosa di elettrico, di fisico. Una specie di orgasmo sportivo, lasciatecelo dire.

8) ZERO TATTICA - Il che non significa, è ovvio, che queste meravigliose squadre preferiscano improvvisare: seguono, invece, un preciso disegno (del resto, uno dei due allenatori è Carlo Ancelotti, e un allenatore italiano non può non essere imbevuto anche di teoria). Quello che però all'estero non fanno neppure gli italiani è sottomettere i giocatori al gioco, la trama del racconto alla teoria. Conta, alla fine, solo la pratica. Gli attori assai più del copione.

9) ALLENANTE - Usiamo l'aggettivo scelto da Fabio Capello, che ci ha aggiunto un "poco" per dare l'idea di come il campionato italiano non prepari le nostre squadre, neppure la migliore tra queste, al confronto con le grandi degli altri tornei: una verità sacrosanta. E' chiaro che Real Madrid, Barcellona e Atletico Madrid, vivendo in Spagna un'avventura di simile intensità e bellezza, quando si ritrovano in Champions proseguono quasi di slancio. Noi italiani, invece, di slancio continuiamo solo a passeggiare.

10) I FUORICLASSE - Infine, non può esistere confronto tra i campioni di Real e Barcellona e i nostri onesti lavoratori del pallone. Non ripeteremo qui la solita solfa sulla perdita di potere commerciale del nostro calcio, dunque sull'uscita dal grande mercato dei talenti: troppo evidente. Anche un bambino di sei anni, pigiando il famoso tasto del telecomando, si è accorto che Messi, Ronaldo, Iniesta, Di Maria, Xavi, Benzema e compagnia cantante appartengono a una diversa specie animale: è come mettere a confronto un ghepardo e un bradipo. Ecco perché il telespettatore di Real Madrid-Barcellona ha avuto un solo momento di delusione, però profonda. E' stato quando l'arbitro ha fischiato la fine.

(La Repubblica)
L'unico consiglio che mi sento di dare – e che regolarmente do – ai giovani è questo: combattete per quello in cui credete. Perderete, come le ho perse io, tutte le battaglie. Ma solo una potrete vincerne. Quella che s'ingaggia ogni mattina, davanti allo specchio.
Indro Montanelli

Una società più austera può essere una società più giusta, meno diseguale, realmente più libera, più democratica, più umana.
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Re: Disertore per sempre

Messaggioda angelo249 » mar mar 25, 2014 6:30


Benvenuta sulla terra Biancaneve!
A volte si perde il contatto con la realtà oppure si fa finta di sapere, di conoscere, di vivere.
Non è mal costume italiano, non è tutto marcio. E' l'evoluzione dei tempi.
Il calcio e' un business e in quanto tale devi avere lungimiranza, organizzazione e denaro.
Al sud nessuno ha queste tre qualità, nessuno ha queste ambizioni.
Il Napoli ha un presidente con le palle e si vedono i risultati: dalla lega pro all'Europa.
Poi in europa, così come in Italia, vince chi ha più qualità.
Per ottenere questi risultati bisogna lottare e credere.
Se ci arrendessimo davanti a tutto ciò sarebbe la fine.
Smettiamola di piangerci addosso: la rivoluzione la vince chi la fa, non da chi la vede.
Una domanda: non ho trovato gli elementi del sillogismo...
Forza bari sempre

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Re: Disertore per sempre

Messaggioda emigor » mar mar 25, 2014 9:49


CIANURO ha scritto:Non ne faccio una questione di fede e per chi ne fa una questione di fede consiglio vivamente di non leggere questo scritto. La fede, infatti, si basa su di un qualcosa di irrazionale che poco ha a che fare con la mia disamina su quelle che sono le attuali condizioni di Bari, della Bari, del calcio qui da noi e di quello che si chiama il sistema Italia.
Basterebbe, infatti, ben poco per capire che questo sistema è marcio sino alle midolla e che nn va riformato o combattuto per avere accesso alla A, alla AIA, alla Uefa, alla Champions o, addirittura, allo scudetto! Ma semplicemente abbattuto e ripensato dal principio.
Se uno si soffermasse solo su la composizione della serie A di quest'anno ma di quasi tutti gli anni potrebbe ben capire che cosa è l'Italia o, ancora meglio, potrebbe capire come disse l'indimenticabile Anna Magnani "che l'Italia è stata fatta proprio a ca.z.z.o di cane". Quasi tutte squadre del nord e l'unica squadra del sud, quella della nostra antica capitale: Napoli, condannata a sognarsi per sempre lo scudetto, Maradona permettendo, ecco perché è stata sacrosanta quella dedica fatta da Paolo Sorrentino durante la premiazione degli oscar, perché Maradona è stata una speranza, un sogno realizzato in nome di questa terra, di tutti noi.
Detto questo io non voglio e non vorrò mai spegnere gli entusiasmi e le speranze altrui: di quella gente e di quel popolo ai quali appartengo da sempre e per sempre, ma se è cosa buona e giusta festeggiare la fine dell'era maionese nel nostro calcio, è altrettanto giusto e ancor più doveroso chiedersi come mai una presidenza tanto mediocre sia potuta durare quasi 40 anni. Roba che nemmeno il Duce dell'infausto ventennio… e voglio dire…
La spiegazione, a mio modestissimo parere, è da ricercarsi nel fatto che i maionese facevano comodo a questo sistema chiamato Italia con la loro mediocrità, con il "ricordiamoci chi siamo e da dove veniamo", che è poi un modo come un altro per ammettere un'inferiorità tutta meridionale (inferiorità imposta dal sistema!) che loro hanno saputo rappresentare alla perfezione. Il sillogismo che gli ha mossi è stato questo: essendo tra i più ricchi della nostra terra, hanno badato a farsi i ca.z.zi loro senza sognare mai o quasi mai e senza permettere al popolo che dicevano di rappresentare di farsi nessun sogno a loro volta. Si chiamasse Uefa, A tenuta per più anni, o AIA, o, addirittura, e già questo addirittura è una bestemmia, scudetto!
Per questo, da quando ho capito chi erano i maionese e che cosa rappresentavano e che cosa sia e fosse ed è ancora, e con ogni probabilità, sarà il nostro calcio, che siamo riusciti a far diventare una mafia pure quello! Attitudine tutta italiana! con 3 squadre, tutte e 3 del nord, che vincono tutto, o quasi tutto quello che c'è da vincere, ho deciso di disertare.
Basterebbe capire questo per capire che è un gioco truccato, ma, come se non bastasse, a questo squilibrio immane tutto a favore di una zona dell'Italia, ammesso che questo nome abbia ancora un senso, si aggiungono periodicamente, dai tempi di Paolo Rossi in poi ('80 in poi), gli scandali che cronicamente e ciclicamente sconvolgono il nostro calcio che è una metafora per capire cosa davvero sia questo Paese di me.r.d.a. che un tempo fu chiamato giardino del mondo, e culla e figlio prediletto degli dei e che ora è sempre travagliato da scandali, almeno per quanto riguarda il mondo del calcio: da truffe, ladrocini, partite truccate, campionati venduti, infermieri che arrivano dappertutto e, ovviamente, non potevano mancare in uno scandalo italiano, le immortali e sempiterne, t.r.o.i.e.
E in questo Paese, in questo letamaio che va a t.r.o.i.e in senso figurato e letterale io dovrei ancora riporre delle speranze e degli entusiasmi per un semplice cambio di dirigenza che niente andrà a cambiare, a distruggere e a ripensare di questo sistema marcio sino alle midolla?
No, compagni. Meglio non mischiare le nostre facce a quelle di questi complici. Meglio così. Meglio disertore.
Disertore per sempre.

quindi accomodato in poltrona combatterai il sistema?
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Re: Disertore per sempre

Messaggioda patrimana » mar mar 25, 2014 9:49


francamente mi sono fermato al punto 5 o 6, abbastanza disgustato da tanta retorica...

non mi sembra che il calcio estero abbia tutto queste equilibrio (a quando risale l'ultimo scudetto non vinto da una delle due grandi spagnole? Real Sociedad? e in Germania? Bayer Leverkusen?)

non mi sembra che una partita che finisce 3-4 abbia tutto questo da insegnare a livello tattico

non mi sembra che siano mancate le polemiche contro l'arbitro per i rigori (soliti) concessi al Barcellona...

insomma, a me pare che (per rimanere nella metafora dell'originalissimo ignoto giornalista) piuttosto che su un altro pianeta, "tutto il mondo è paese"...

la verità è una e semplice (e molto meno poetica): oggi la differenza di livello tra il calcio italiano e quello del resto d'Europa la fanno i SOLDI! Per cui in Spagna, Inghilterra, Germania, persino Francia, possono permettersi un certo tipo di investimenti, in Italia NO!
D'altronde fino a 10 anni fa era esattamente il contrario, nonostante Moggi, gli Ultras, e tutto il peggio del nostro calcio, la serie A era il campionato più importante del mondo...

p.s. ovviamente non voglio dire che nel calcio italiano vada tutto bene. voglio solo dire che nulla può la cultura (anche quella sportiva) dove arriva (o non arriva) il DENARO.

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