Omicidio Sciannimanico, parla Perilli: non sono stato ioNega il suo coinvolgimento nell'omicidio, poi racconta della sua attivitĂ di agente immobiliare a Japigia e ammette di aver dovuto pagare il pizzo e di aver ricevuto in cambio "servizi di protezione".
Roberto Perilli, accusato di essere il presunto mandante dell'omicidio del suo ex collega, il giovane agente immobiliare Giuseppe Sciannimanico, per la prima volta da quando è in carcere parla del delitto, negando ogni sua responsabilità , ma riferendo anche particolari sulla sua attività e su contatti con soggetti malavitosi del quartiere.
Le sue dichiarazioni sono contenute nella perizia psichiatrica disposta nell’ambito di un incidente probatorio, che ha definito l’indagato capace di intendere e volere, evidenziandone la "personalità narcisistica".
"Di certo non sono stato io... poi non so se qualcuno ha preso decisioni sentendomi magari parlare... o magari la vittima è stata spocchiosa", afferma Perilli. Poi l'indagato parla della sua attività di agente immobiliare, ammettendo che con l'apertura della nuova agenzia (quella di Sciannimanico) la metà dei suoi affari sarebbe transitata lì, e di ciò si era lamentato con alcune soggetti malavitosi del quartire, conosciuti nell'agenzia di scommesse accanto al suo ufficio. Perilli ammette anche di essere stato costretto, "come tutti", a pagare il pizzo, e di aver anche dato talvolta le chiavi di suoi appartamenti, ricevendo in cambio "servizi di protezione".
Secondo la ricostruzione degli investigatori, il movente di Perilli, ritenuto mandante dell'omicidio, sarebbe stato proprio legato alla nuova attività che Sciannimanico stava avviando nel quartiere, e che avrebbe potuto compromettere gli affari di Perilli. Esecutore materiale dell'omicidio è invece ritenuto il pregiudicato Luigi Di Gioia, anch'egli in carcere.
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