Mr. Libidine ha scritto:Cassano e' psicologicamente uno scempio che si perpetra pubblicamente da oramai 20 anni. Dice di aver capito e di essere maturato, ma compie gli stessi atti di immaturita' oggi come 20 anni fa.
In realta' lui e' rimasto l'adolescente bisognoso di una figura guida che, negli anni si e' trasferita dalla madre alla moglie. Le uniche due figure ad avergli conferito stabilita' emotiva. E' in fondo un bravo ragazzo, il classico barese senza pretese "ammammato" ....il profilo prevede l'uscita da scapestrato con gli amici (cassanate), che poi torna a casa dove trova la casa rassettata, il piatto di pasta, gli indumenti stirati ed il letto fatto. Casa, famiglia = continuita', normalita' .....
Intellettualmente e socialmente non si e' evoluto. E mai lo fara'.
La colpa che attribuisco alla moglie e' quello di aver alimentato il "Peter Pan", l'avergli continuato a far credere di essere un "genio" ...quando poi alla sua eta' e con quella reputazione che si e' costruito, piu' che "genio" e' un "patetico". D'altronde che cosa ci si puo' aspettare da una narcisista/depressa che passa la sua esistenza a farsi fotografie vicino allo specchio per poi postarle sui social networks, al fine di ricevere commenti estasiati da parte di altri social-cerebrolesi?
Per quanto riguarda la retorica che lo accompagna (....se avesse avuto un'altra testa ...sarebbe diventato ...) ... non mi associo. Non e' mai stato un calciatore determinante, completo, no ha mai avuto scatto e potenza sull'allungo ....si e' sempre limitato a fare la giocata ... si e' sempre confinato, anche quando era piu' giovane ed aveva cartucce da sparare, a fare l'uomo assist. Questo, per me, e' un grande limite mentale, una sorta autoinflitta vocazione alla mediocrita'.
Gli riconosco, pero', un elemento di grande talento ... quello di saper cosa voler fare con la palla ancor prima di averla ricevuta .... mai un accenno di esitazione ... questo aspetto non e' da tutti, specie di questi tempi.
Condivido l'analisi sociopsicologica fatta sulla personaggio. A me quello che dà fastidio è il fatto che le presunte difficoltà giovanili, l'infanzia vissuta non certamente nell'agio, l'assenza del padre, l'altra brutta strada che poteva prendere ma che non ha preso perché salvato dal calcio, potevano essere tutti elementi per permettergli di rendere ancora di più: lo scappare per 17 anni dalla povertà poteva essere una marcia in più, un turbo che gli altri non hanno, perché è inconfutabile che se arriva il colpo di fortuna a chi opportunità non ne ha mai avute il colpo è ancora più dolce rispetto a chi stava già bene. Insomma, siccome hai corso per anni con una minaccia incombente sulla schiena, che pesava, ora che non ce l'hai più dovresti sentirti più leggero e andare più forte, metaforicamente parlando. Invece è accaduto il contrario, forse perché non ha mai capito di cosa si sta parlando e la tanto brutta strada di cui parla non l'ha mai sentita veramente o non è mai esistita (più drammatico il primo caso, l'assenza totale di sensibilità ).
Insegna davvero tanto il suo caso: finché sono solo gli altri a fare questi discorsi tutto si avvicina alla retorica. Solo tu puoi capirlo, solo dentro di te avviene il cambiamento, mai avviene per volontà esterna.
Se mai un giorno dovesse capire di che stiamo parlando soffrirà tantissimo, ma dubito succederà .
Forse l'ha percepito solo per un'istante quando ha sentito il boato della Nord dopo il gol all'Inter, ma è svanito subito. E poi forse è troppo facile così: doveva capirlo anche quando lo stadio era vuoto durante l'allenamento. Sei veramente grande quando lo capisci quando è tutto spento, è tutto buio, fuori dai riflettori.
Parlando del calciatore, non condivido il discorso dell'assist: fare gol è difficile, far segnare è ancora più complicato, perché richiede uno step in più. Non dipende solo da te, ci sei tu più il compagno.
È lo stesso motivo per cui per come vedo io il calcio Xavi e Iniesta sono ancora più fenomenali rispetto a Messi e C.Ronaldo.
Un abbraccione Idillio.