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Aspettando Bari-Foggia - "Il derby dell'Apulia" - 2^ puntata

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Aspettando Bari-Foggia - "Il derby dell'Apulia" - 2^ puntata

Messaggioda Pino » sab nov 18, 2017 18:54


Il Bari ha vinto a Novara, la prima volta quest'anno in trasferta, con un atteggiamento cinico, come mai si era visto con Grosso in panchina. Una vittoria che farà crescere a dismisura l'attesa per il derby contro il Foggia previsto, lo ricordiamo, domenica alle 12:30, contro una squadra molto insidiosa, più brava fuori che in casa.

E allora continuiamo la nostra storia, siamo alla 2^ puntata, ripercorrendo gli anni che vanno dal 1930 al finire degli anni 50, con la parentesi della 2^ guerra mondiale.

Sempre a disposizione per qualsiasi chiarimento, vi auguro buona lettura.
*** Accetto la sconfitta solo se mi porti la maglia sudata ***

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Re: Aspettando Bari-Foggia - "Il derby dell'Apulia" - 2^ pun

Messaggioda Pino » sab nov 18, 2017 19:07


LE SFIDE DEGLI ANNI TRENTA, LA GUERRA E LA RIPARTENZA

Dopo quasi tre anni, il 29 dicembre 1930, Bari e Foggia si ritrovano di fronte in amichevole al Campo degli Sports, inaugurato un paio d’anni prima nella zona del carcere. Finisce a sorpresa 2-1 per gli ospiti, che militano in Prima Divisione, a segno con Marchionneschi e Vecchi. Mentre per il Bari, che alla fine della stagione sarà promosso in A, c’è la firma di Bottaro sul temporaneo 1-1.

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Una formazione del Bari del campionato 1931/1932 (Fonte web)

Nella stagione 1932-33, il Foggia conquista la prima storica promozione in B. E durante il campionato di Prima Divisione affronta il Bari B, ovvero la squadra delle seconde linee biancorosse, che disputa una stagione dignitosa. Ma perde entrambe le sfide coi rossoneri, già ribattezzati da qualche anno da un anonimo “Satanelliâ€. La prima, il 23 ottobre 1932, è vinta per 2-0 dagli ospiti dauni coi gol di Montanari e Pavanello. Tra gli avversari c’è il grande ex Marchionneschi, che proprio con Montanari e Marchetti l’anno precedente ha sfiorato la promozione nella squadra passata alla storia come il “Foggia delle 3 Mâ€. C’è Marchiò anche nell’amichevole che i biancorossi perdono 5-1 il 28 ottobre 1932: decennale della “marcia su Romaâ€. Mattatore della gara è Montanari, autore di una tripletta. Mentre Marchionneschi, proprio lui, rende meno amaro un pomeriggio da dimenticare. Il ritorno di campionato con il Bari B si disputa il 26 febbraio 1933 ed è un comodo 4-1 per i rossoneri: Petti, Pavanello, Labate e Bellotti portano avanti i padroni di casa che solo nel finale si arrendono a Fusetti.

La prima volta in B

Il 19 novembre 1933, 84 anni fa, il derby dell’Apulia si disputa per la prima volta in Serie B. Il campionato che dopo sole quattro stagioni dall’avvio del girone unico viene riformato e riaccoglie Pistoiese e Atalanta, retrocesse sul campo nel torneo precedente. Le ventisei squadre iscritte vengono divise in due gironi da tredici. I biancorossi sono reduci da due campionati di A e non è facile riabituarsi al clima dei cadetti. Però la sfida col Foggia comincia già in estate, quando il club del capoluogo soffia il tecnico austriaco Cargnelli ai rossoneri. Si ripete, insomma, ciò che la stagione precedente è accaduto con Marchionneschi, attaccante italiano nato a Bruges (Belgio), che sopperisce ai limiti fisici con l’agilità e la velocità sotto porta. Nelle tre stagioni in Prima Divisione col Foggia ha segnato 84 reti in 84 partite. Ma al richiamo della Serie A è stato impossibile resistere.

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(Fonte: Gazzetta del Mezzogiorno)

Il Foggia ricorre alla Figc. Ma nel frattempo si accorda con König, anch’egli austriaco. Le vicende estive influenzano così il primo derby di B. Si gioca a Bari, nel quartiere Carrassi, al Campo degli Sport. I padroni di casa vi giungono da capolista con 16 punti dopo dieci turni. Marchionneschi calcia alto sopra la traversa un rigore dopo 2’ della ripresa. Il Foggia, pur allestito in fretta durante l’estate, è compatto e riesce a sopperire col carattere ai limiti tecnici. Al derby si presenta con otto punti in otto gare e le qualità già emerse di Baldi, 20 anni, mezzala di origine svizzera (è nato a Basilea). La sfida si decide “A un minuto dalla fine†come titola il Littoriale del 20 novembre. Nella cronaca si legge: “Frossi a qualche metro e colpisce di precisione il pallone che dopo simile sballottolamento trova il meritato riposo nel fondo sinistro della porta foggianaâ€.

Il dottor Sottile

Frossi, classe 1911, friulano cresciuto a Flambro è un’ala sinistra. Veloce, velocissima. Con l’unico limite nel gioco aereo a causa di una miopia che lo obbliga a giocare con gli occhiali e delle lenti spesse. Il Bari lo ingaggia all’alba della stagione 1933-34 perché sta svolgendo il servizio militare a Barletta. La scelta è felice, perché Frossi, oltre a risolvere il primo derby col Foggia si rivela al grande pubblico. Come studente universitario, il c.t. Vittorio Pozzo lo convocherà nella selezione azzurra per i Giochi di Berlino 1936. Fiducia ben riposta che sarà ripagata con sette reti in quattro gare, il titolo di capocannoniere del torneo e l’unico oro olimpico italiano nella storia. Dotto, acuto nei giudizi e nelle analisi, convinto delle proprie idee, si guadagnerà il soprannome di “Dottor Sottileâ€. E anche per questo motivo scriverà sul Corriere della Sera, sulla Gazzetta dello Sport e sulla Stampa dalle cui pagine teorizzerà “la perfezione dello 0-0â€.

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(Annibale Frossi. Fonte web)

Il match di ritorno

Il Foggia conclude la stagione a metà classifica. Ma al terzultimo turno, si toglie la soddisfazione di vincere il derby. Il 4 marzo 1934 e la squadra di casa disputa un’ottima gara, la migliore della stagione, imponendosi 2-1 coi gol di Benedetti nel primo e Pavanello nel secondo tempo. Inutile, nel finale, la rete di Rossini, altro “Faieleâ€, anche lui barese doc. Piedi buoni e tanta visione di gioco. In mediana si distingue anche Giorgio Dentuti, anche lui barese doc. Credente e praticante, a fine carriera prenderà i voti dell’ordine benedettino. Il Bari finisce il girone al terzo posto e perde (1-0) lo spareggio per la promozione con la Sampierdarenese dell’ex Gay.

Le ultime sfide prima della guerra

Nella Serie B del Paese per la prima volta campione del mondo, quella del 1934-35, Bari e Foggia si affrontano le ultime due volte prima del conflitto mondiale. I club iniziano la stagione in condizioni opposte. Il Foggia è in crisi economica, tant’è che si salverà soltanto grazie al doppio spareggio con la Cremonese e grazie al cambio del tecnico: via Stritzel, dentro Rebuffo proprio alla vigilia del derby d’andata. Il Bari, invece, centrerà la promozione anche grazie all’“aiuto†del nuovissimo stadio Della Vittoria ‑ pronto a settembre, inaugurato dal Duce in persona ‑: la squadra di König, proprio l’ex tecnico rossonero, comincia a giocarvi il 16 dicembre 1934: 3-1 alla Comense. Tuttavia per i dominatori del campionato, c’è una macchia. Ovvero la mancata vittoria nei due derby. Quello d’andata, il 4 novembre 1934, segna il debutto sulla panchina dei padroni di casa di Rebuffo. E la scossa, per una squadra che ha preso tre delle prime quattro gare di campionato, è immediata. Tant’è che il Bari s’illude col gol del solito ex, Marchionneschi. Ma nella ripresa cede al pareggio di Benedetto Benedetti, altro assiduo marcatore nelle sfide coi biancorossi, e alla doppietta della “robusta ala destra†Sudati. Nella sfida di ritorno, il 17 marzo 1935, la prima al Della Vittoria, il Bari passa con Banchero, ma viene raggiunto dal solito Benedetti, giunto due stagioni prima dal Siracusa.

Gli anni Cinquanta

Trascorrono più di tre lustri per ritrovare il derby dell’Apulia. In mezzo c’è una guerra mondiale, la seconda, che ha provato duramente le due città. E, in generale tutta la Puglia. Foggia è stata distrutta dai bombardamenti alleati dell’estate 1943 che le varrà la medaglia d’oro al Valor Civile e poi (2006) quella al Valor Militare: il minimo per una pagina che la storia ufficiale non racconta. Anche Bari ha pagato un alto prezzo alla guerra fascista con la strage di civili in via Niccolò dall’Arca (28 luglio 1943), la battaglia per il porto (9 settembre) e il blitz della Luftwaffe con danni notevoli anche alla tettoia del nuovo stadio del 2 dicembre seguente.

Il ritorno del derby

Sia Foggia che Bari, quindi, hanno faticato molto per rialzarsi. E lo hanno fatto anche grazie alla squadra di calcio. Certo, al Bari è andata meglio. Già nel 1946-47 è giunto settimo in A. Ma quando, il 23 dicembre 1951, gioca a Foggia è reduce da due retrocessioni consecutive e attraversa un momento di grave crisi societaria. Il torneo, poi, il primo di C per i biancorossi dall’avvio del girone unico si è complicato con lo stop di Cosenza (2-1) e quello in casa col Lecce (2-1), nella sfida costata la panchina a “Faiele†Costantino e la sostituzione con Marsico che proprio nella stagione precedente ha sfiorato il salto in B col Foggia. Il nuovo tecnico, prima di tornare da ex allo stadio dedicato alla memoria di Pino Zaccheria – sottotenente e cestista foggiano morto sul fronte greco il 4 aprile 1941 - conduce i biancorossi a due successi. Il Foggia, invece, dopo un torneo di B (1945-46), in cui è stato guidato nell’ultima parte proprio da Costantino, il reuccio di Bari vecchia, è subito tornato in C. E lì è rimasto. Anche i rossoneri al derby dell’antivigilia di Natale non arrivano al massimo della forma. Nonostante la panchina sia stata affidata a inizio stagione all’austriaco Cargnelli, già autore della prima, storica promozione in B di 19 anni prima. La squadra, pur rinforzata con l’acquisto – tra gli altri – dell’ala mancina Candiani, non sembra in grado di ripetere la stagione precedente. Il 4-2 casalingo col Colleferro costa la panchina a Cargnelli, sostituito da Migliorini, e l’avvio di una crisi societaria dopo le dimissioni in massa del consiglio direttivo. Ma tant’è, il Foggia s’impone in un derby teso e nervoso grazie a una rete di Giuseppe Pozzo. Vercellese d’origine, centrocampista di qualità, supera il portiere avversario Manlio Grandi a 21’ dalla fine e regala ai rossoneri la terza vittoria interna contro il Bari in altrettante sfide dirette. C’è poco da festeggiare anche per il 3-1 conquistato nel derby di ritorno al Della Vittoria. È il 27 aprile 1952. Il Bari è ai minimi termini per i tanti infortuni che ne hanno già compromesso una stagione difficile. Il gol di Mihaly Voros, magiaro d’origine come il suo talento, barese d’adozione, illude i padroni di casa. Che poi crollano di schianto al ritmo imposto dagli ospiti subendo negli ultimi 20’ – oltre alla perdita di Voros per infortunio (menisco) - il pari del centravanti Aiello, il 2-1 di Pozzo, e il tris di Di Fonte. È un trionfo amaro. Perché il Foggia, cui vengono sottratti 14 punti dalla giustizia sportiva per la presunta combine con la Casertana, ripartirà dalla istituenda IV Serie seguita alla riforma dei campionati decisa con il “Lodo Barassiâ€. Stessa sorte il Bari, che dopo aver congedato anzitempo anche Marsico, chiude sesto con 36 punti.

Le sfide di IV Serie

Due campionati in IV Serie, quattro derby. Durante la stagione regolare i primi due, gli altri nel girone finale del torneo 1953-54. Ma andiamo con ordine. Sia il Bari che il Foggia non se la passano bene a livello societario all’alba del campionato 1952-53. I biancorossi, guidati dall’ennesimo commissario, si affidano al tecnico uruguayano Raffaele Sansone. La scelta non è fortunata. Il nuovo tecnico ha a disposizione una rosa attempata. Spiccano solo Nicola Chiricallo, detto Chiricallino o Chiricallo II, per distinguerlo dal fratello maggiore Giovanni, e il solito Voros. Sui campi di terra, però, la qualità da sola non basta. Serve la concretezza e la voglia di soffrire che si vedono solo di rado. Come in occasione dei due derby col Foggia. Già, e il Foggia? Anche per la società rossonera ci sono problemi finanziari. Il cambio del nome (da U.s. Foggia a S.S. Foggia) aiuta a lenire una situazione compromessa, scongiurata dall’intervento – tra gli altri – del sindaco Giuseppe Pepe. In campo, però emergono i limiti di una rosa logora, nonostante il ritorno di Marsico in panchina e le qualità di Vincenzo Orlando, mediano giunto proprio dal Bari. Il Foggia è terzo. Il Bari è quarto, insieme al Terracina. Restano i derby. Quello d’andata, il 14 dicembre 1952, si chiude 1-1 allo Zaccheria. Orlando, il grande ex, porta avanti i rossoneri grazie a un rigore contestato ma giusto in avvio. Nel finale, è “Chiricallino†a fissare il punteggio. Senza storia la sfida ritorno. Il 29 marzo 1953 innanzi a un pubblico discreto, i biancorossi, reduci da tre vittorie, fanno poker con un franco 2-0. A segno Voros e Alberto Bonaretti, centromediano, ex Bologna, voluto a tutti i costi da Sansone e quasi mai in grado di fare la differenza.

La stagione 1953-54

Archiviate le delusioni, Bari e Foggia programmano per tempo, anche grazie ai rilanci societari, una stagione ambiziosa. Così i rossoneri di Migliorini vincono con due punti di vantaggio sul Cirio Napoli il proprio girone. E accedono agli spareggi per la promozione in C con Prato, Colleferro e Bari. Anche quest’ultimo fa le cose per bene. In panchina c’è Francesco Capocasale, barese, ex Juventus, nonché tra i protagonisti biancorossi nel settimo posto in A centrato nella stagione 1946-47, l’ultima da giocatore. I colpi del mercato sono la mezzala Mario Mazzoni, che sarà fino all’avvento di Giovanni Loseto, il primatista assoluto di presenze in biancorosso (313). Il cammino del Bari è irresistibile. Venti vittorie e due sconfitte (a Brindisi e a Enna) in trenta gare bastano per vincere il girone. Il girone per la promozione in C comincia il 2 maggio 1954 al Della Vittoria e contro il Foggia. Davanti a 26mila spettatori, circa un quinto di tifosi ospiti, e nonostante la pioggia battente, la sfida è a senso unico. Maccagni, centrocampista, barese d’origine, sblocca la gara per i padroni di casa. Raddoppia Filiput, friulano di Gorizia, ala sottratta all’atletica leggera. Cancellieri, mezza punta, che in riva all’Adriatico troverà anche moglie, sigla al 90’ il 3-0 finale. Addio sogni di promozione per gli ospiti che confermano di non avere più energie fisiche e nervose e perderanno tutte le gare del girone con Prato e Colleferro. Compreso il derby di ritorno, tre settimane più tardi, il 23 maggio. È il gran giorno di Aldo Santoni, marchigiano di Porto San Giorgio, attaccante 22enne preso dal Torino. In 26’ segna i due gol che indirizzano la gara. Poi tocca al bomber Raffaele Gamberini, 23 reti in 33 gare in questa stagione, firmare il 3-0 prima dell’intervallo. Santoni chiude la tripletta personale col 4-0 dopo 11’ della ripresa. Il Foggia si scuote e ottiene un rigore che Bacci trasforma. Il 5-1 di Filiput sigilla una disfatta che un altro rigore realizzato dal centromediano Gorini, ex Pisa, rende soltanto meno pesante. Il 18 luglio 1954 per il Bari si completa la rinascita con la promozione in C. Il Foggia dovrà ancora attendere un lustro. E solo nel 1959, dopo la fusione con l’Incedit dell’anno prima, sarà ripescato in C.

Il derby di Coppa del 1958

Poco più di quattro anni dopo, nel settembre 1958, le due squadre si ritrovano di fronte nel secondo turno di Coppa Italia. Il Bari è appena tornato in A vincendo il doppio spareggio di luglio col Verona (1-0 e 2-0) grazie a tre reti di Paolo Erba. Le ultime due innanzi a Marisa Allasio, ripresa dalla Settimana Incom sulle tribune dello stadio di Roma, mentre con un impeccabile foulard assiste con qualche apprensione alla gara dei biancorossi, guidati in panchina dal papà Federico. Il Foggia & Incedit, invece, è appena stato ripescato in C. Ovvero il traguardo fallito sul campo per un punto nella stagione precedente. In panchina c’è ancora una volta Marsico: il 31 agosto 1958 ha superato 3-1 la Cirio Napoli nel primo atto della competizione. In gol Luigi Della Rocca (1-0) e Giacomo Cosmano, barese doc, due volte dopo il pareggio di Elia Fiorini. Entrambi però, possono poco al Della Vittoria nella sfida del 7 settembre. Le due serie di differenza nella prima mezz’ora sono tutt’altro che evidenti. L’1-0 del centrocampista Giuseppe Bortolotti, uno dei simboli rossoneri di quegli anni (212 gare e 31 reti tra il 1955 e il 1963), dopo 9’, fanno passare qualcosa in più di un brutto quarto d’ora ai padroni di casa, guidati da Paolo Tabanelli, che ha sostituito Allasio, passato al Torino. Ci vuole un rigore trasformato da Mazzoni per ripristinare la parità. Lorenzo Cappa (che proprio coi compagni di reparto Mazzoni e Gianni Seghedoni in quella stagione formerà la famosa “medianaâ€) al 33’ e, nella ripresa, una doppietta di Erba e una rete dell’attaccante Giancarlo Rebizzi, reduce da un grave infortunio patito a Cagliari nella stagione precedente, dal quale stenta a riprendersi, mandano agli annali un 5-1 di certo troppo severo per gli ospiti.

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(Mario Mazzoni)

Ospiti che escono dalla competizione. Stessa sorte per il Lecce al cospetto del Bari una settimana più tardi. I biancorossi non andranno oltre il terzo turno (2-1 in casa col Varese), ma si salveranno con trenta punti e l’11° posto nel torneo di A. Il Foggia & Incedit, invece, passata a fine ottobre 1958 da Marsico a Leonardo Costagliola, ex portiere del Bari, porterà il Foggia in B dopo tredici anni al termine della stagione 1959-60. Grazie anche alle volate sulla fascia sinistra del barese Francesco Patino e ai quindici gol di un certo Vittorio Cosimo Nocera, 19enne.

CONTINUA...
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Re: Aspettando Bari-Foggia - "Il derby dell'Apulia" - 2^ pun

Messaggioda radiolibera » dom nov 19, 2017 8:27


Grazie!!!

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Re: Aspettando Bari-Foggia - "Il derby dell'Apulia" - 2^ pun

Messaggioda whensundaycomes » lun nov 20, 2017 19:38


Grazie mille Pino!
Ciao Gianni, la tua trasferta continua nei nostri cuori!

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Re: Aspettando Bari-Foggia - "Il derby dell'Apulia" - 2^ pun

Messaggioda Pino » mar nov 21, 2017 7:32


:beer:
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Re: Aspettando Bari-Foggia - "Il derby dell'Apulia" - 2^ pun

Messaggioda Pino » mar nov 21, 2017 13:06


In arrivo la 3^ puntata: anni '60 e '70...
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Re: Aspettando Bari-Foggia - "Il derby dell'Apulia" - 2^ pun

Messaggioda Alessio76 » mer nov 22, 2017 15:19


Grande pino:beer:[/quote]

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Re: Aspettando Bari-Foggia - "Il derby dell'Apulia" - 2^ pun

Messaggioda Rosencratz » mer nov 22, 2017 16:06


Non sapevo della strage di via Niccolò dall’Arca.
«Chi insegna che non la ragione, ma l'amore sentimentale deve governare, apre la strada a coloro che governano con l'odio.» Karl Popper

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