Uomo di altri tempi, spessore di altri tempi.
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saverio67 ha scritto:Non capisco molto di calcio giocato. Però a memoria direi che Radice non portò la zona in Italia ma fece giocare quel Torino con i principi del Calcio Totale. Ricordo Garritano che si incollava all'attaccante avversario in una marcatura a uomo che fece uscir di senno sinanche Paolo Rossi.
I Matarrese nel portarlo a Bari fecero un enorme sforzo. Radice era un allenatore innovatore e amante del bel calcio, al contrario di un Trapattoni che giustamente dareios classifica tra i catenacciari. Convincere radice a venire ad allenare in serie B in una squadra in piena retrocessione sarà stato molto caro dal punto di vista economico.
Ricordo la sua conferenza stampa di addio, dopo quel Bari Monza ricordato da discitur. Ancora oggi una cosa non comune che un allenatore che retrocede faccia una conferenza stampa per salutare stampa e tifosi. E durante quella conferenza stampa Vincenzo Matarrese affermò "vi sembrerà strano ma stiamo programmando il Bari del futuro insieme a mister Radice". Radice si schernì dicendo che si stava limitando a scrivere una relazione su ciascun giocatore da consegnare al suo successore. Quando poi arrivò Bolchi ad allenare il Bari apparve evidente che le parole di Matarrese si riferivano al lavoro fatto da Radice per convincere Bolchi, ed anche per l'ingaggio del portiere Paolo Conti, secondo di Zoff in nazionale e che a Roma non poteva più restare dopo i gol subiti da Palanca e dopo l'accusa di combine, poi rivelatasi infondata.
Dal punto di vista del gioco il Bari migliorò di poco sotto la sua guida, poiché Catuzzi già adottava un gioco moderno e Radice finì per schierare più o meno la stessa formazione. Ma la sfortuna si accanì anche contro la sua gestione. Il tutto culminò appunto in quel rigore all'ultimo minuto del campionato; Radice dalla panchina indicò che a battere doveva essere Bagnato che si rifiutò. Radice chiamò a uno a uno gli altri che si rifiutarono tutti. Giovanni Loseto allora andò sul dischetto e disse "provo io". Era un ragazzino e non è mai stato un rigorista; non aveva mai tirato un rigore prima e mai più lo fece dopo. Come ha raccontato discitur il rigore fu sbagliato e così termino la carriera di Radice al Bari.
Un mister che nonostante fosse stato pochissimo prima vincitore di scudetto, nelle conferenze stampa non si adombrava contro i tifosi, il campo, la squadra che non lo seguiva, il Ds e via discorrendo. Se lo confronto con le parole di Mangia, Nicola, Stellone, Colantuono trovo che Radice sia stato un gran signore, umile e rispettoso di tutti.
Buon viaggio mister.
dareios ha scritto:saverio67 ha scritto:Non capisco molto di calcio giocato. Però a memoria direi che Radice non portò la zona in Italia ma fece giocare quel Torino con i principi del Calcio Totale. Ricordo Garritano che si incollava all'attaccante avversario in una marcatura a uomo che fece uscir di senno sinanche Paolo Rossi.
I Matarrese nel portarlo a Bari fecero un enorme sforzo. Radice era un allenatore innovatore e amante del bel calcio, al contrario di un Trapattoni che giustamente dareios classifica tra i catenacciari. Convincere radice a venire ad allenare in serie B in una squadra in piena retrocessione sarà stato molto caro dal punto di vista economico.
Ricordo la sua conferenza stampa di addio, dopo quel Bari Monza ricordato da discitur. Ancora oggi una cosa non comune che un allenatore che retrocede faccia una conferenza stampa per salutare stampa e tifosi. E durante quella conferenza stampa Vincenzo Matarrese affermò "vi sembrerà strano ma stiamo programmando il Bari del futuro insieme a mister Radice". Radice si schernì dicendo che si stava limitando a scrivere una relazione su ciascun giocatore da consegnare al suo successore. Quando poi arrivò Bolchi ad allenare il Bari apparve evidente che le parole di Matarrese si riferivano al lavoro fatto da Radice per convincere Bolchi, ed anche per l'ingaggio del portiere Paolo Conti, secondo di Zoff in nazionale e che a Roma non poteva più restare dopo i gol subiti da Palanca e dopo l'accusa di combine, poi rivelatasi infondata.
Dal punto di vista del gioco il Bari migliorò di poco sotto la sua guida, poiché Catuzzi già adottava un gioco moderno e Radice finì per schierare più o meno la stessa formazione. Ma la sfortuna si accanì anche contro la sua gestione. Il tutto culminò appunto in quel rigore all'ultimo minuto del campionato; Radice dalla panchina indicò che a battere doveva essere Bagnato che si rifiutò. Radice chiamò a uno a uno gli altri che si rifiutarono tutti. Giovanni Loseto allora andò sul dischetto e disse "provo io". Era un ragazzino e non è mai stato un rigorista; non aveva mai tirato un rigore prima e mai più lo fece dopo. Come ha raccontato discitur il rigore fu sbagliato e così termino la carriera di Radice al Bari.
Un mister che nonostante fosse stato pochissimo prima vincitore di scudetto, nelle conferenze stampa non si adombrava contro i tifosi, il campo, la squadra che non lo seguiva, il Ds e via discorrendo. Se lo confronto con le parole di Mangia, Nicola, Stellone, Colantuono trovo che Radice sia stato un gran signore, umile e rispettoso di tutti.
Buon viaggio mister.
non credo di aver scritto che fu Radice a portare la zona in Italia, piuttosto intendevo dire, come correttamente scrivi tu, caro Saverio, che il toro di Radice giocava nella seconda metà degli anni '70 secondo i principi del calcio totale tra cui la zona, quando in Italia regnava sovrano il catenaccio trapattoniano. Lo conferma il tuo ricordo di garritano, che era attaccante e che veniva adoperato anche in marcatura, come prevede il calcio totale dove ciascun giocatore deve essere in grado di ricoprire più ruoli, se non tutti.
Ma al di là delle questioni tattiche vorrei sottolineare il fatto che per salvare il Bari in B fosse giunto un allenatore che solo sei anni prima aveva vinto lo scudetto, come se oggi arrivasse ad allenare il Bari un mancini o un ancelotti, per tacere del fatto che, qualche anno dopo Radice, venne a giocare nel Bari Cowans reduce pochi anni prima dall'aver vinto la coppa Campioni con l'Aston Villa, come se oggi al Bari arrivasse neymar... e potrei continuare ancora a lungo per ricordare ai più giovani che non siamo mai stati una grande società ma siamo stati una grandissima piazza appetita anche da grandi personaggi del calcio.
KLAS INGESSON ha scritto:dareios ha scritto:saverio67 ha scritto:Non capisco molto di calcio giocato. Però a memoria direi che Radice non portò la zona in Italia ma fece giocare quel Torino con i principi del Calcio Totale. Ricordo Garritano che si incollava all'attaccante avversario in una marcatura a uomo che fece uscir di senno sinanche Paolo Rossi.
I Matarrese nel portarlo a Bari fecero un enorme sforzo. Radice era un allenatore innovatore e amante del bel calcio, al contrario di un Trapattoni che giustamente dareios classifica tra i catenacciari. Convincere radice a venire ad allenare in serie B in una squadra in piena retrocessione sarà stato molto caro dal punto di vista economico.
Ricordo la sua conferenza stampa di addio, dopo quel Bari Monza ricordato da discitur. Ancora oggi una cosa non comune che un allenatore che retrocede faccia una conferenza stampa per salutare stampa e tifosi. E durante quella conferenza stampa Vincenzo Matarrese affermò "vi sembrerà strano ma stiamo programmando il Bari del futuro insieme a mister Radice". Radice si schernì dicendo che si stava limitando a scrivere una relazione su ciascun giocatore da consegnare al suo successore. Quando poi arrivò Bolchi ad allenare il Bari apparve evidente che le parole di Matarrese si riferivano al lavoro fatto da Radice per convincere Bolchi, ed anche per l'ingaggio del portiere Paolo Conti, secondo di Zoff in nazionale e che a Roma non poteva più restare dopo i gol subiti da Palanca e dopo l'accusa di combine, poi rivelatasi infondata.
Dal punto di vista del gioco il Bari migliorò di poco sotto la sua guida, poiché Catuzzi già adottava un gioco moderno e Radice finì per schierare più o meno la stessa formazione. Ma la sfortuna si accanì anche contro la sua gestione. Il tutto culminò appunto in quel rigore all'ultimo minuto del campionato; Radice dalla panchina indicò che a battere doveva essere Bagnato che si rifiutò. Radice chiamò a uno a uno gli altri che si rifiutarono tutti. Giovanni Loseto allora andò sul dischetto e disse "provo io". Era un ragazzino e non è mai stato un rigorista; non aveva mai tirato un rigore prima e mai più lo fece dopo. Come ha raccontato discitur il rigore fu sbagliato e così termino la carriera di Radice al Bari.
Un mister che nonostante fosse stato pochissimo prima vincitore di scudetto, nelle conferenze stampa non si adombrava contro i tifosi, il campo, la squadra che non lo seguiva, il Ds e via discorrendo. Se lo confronto con le parole di Mangia, Nicola, Stellone, Colantuono trovo che Radice sia stato un gran signore, umile e rispettoso di tutti.
Buon viaggio mister.
non credo di aver scritto che fu Radice a portare la zona in Italia, piuttosto intendevo dire, come correttamente scrivi tu, caro Saverio, che il toro di Radice giocava nella seconda metà degli anni '70 secondo i principi del calcio totale tra cui la zona, quando in Italia regnava sovrano il catenaccio trapattoniano. Lo conferma il tuo ricordo di garritano, che era attaccante e che veniva adoperato anche in marcatura, come prevede il calcio totale dove ciascun giocatore deve essere in grado di ricoprire più ruoli, se non tutti.
Ma al di là delle questioni tattiche vorrei sottolineare il fatto che per salvare il Bari in B fosse giunto un allenatore che solo sei anni prima aveva vinto lo scudetto, come se oggi arrivasse ad allenare il Bari un mancini o un ancelotti, per tacere del fatto che, qualche anno dopo Radice, venne a giocare nel Bari Cowans reduce pochi anni prima dall'aver vinto la coppa Campioni con l'Aston Villa, come se oggi al Bari arrivasse neymar... e potrei continuare ancora a lungo per ricordare ai più giovani che non siamo mai stati una grande società ma siamo stati una grandissima piazza appetita anche da grandi personaggi del calcio.
Radice ha scritto una pagine importante e ai tifosi del Torino ha regalato un sogno. Beati loro. Radice è arrivato a Bari nel momento sbagliato. Peccato. In altre condizioni, chissà ...
Quanto ai campioni citati da Dareios, mi sento di aprire una riflessione, una piccola parentesi. Parliamo di anni di un calcio che fu. Un calcio scialacquone. Come quello di oggi. Ma oggi le ricchezze rispetto a ieri si sono concentrate a pochissime squadre. Oggi solo poche possono portarsi a casa il campione. In quegli anni il calcio italiano viveva l'età dell'oro. Non tanto in termini di risultati, che comunque col mondiale 82 portò il nostro campionato in cima al mondo. Che già nel nostro campionato confluiva coi suoi migliori atleti: Falcao, Rumenigge, Junior, Passarella (Fiorentina), Boniek. Ma anche Zico all'Udinese. Poi Maradona al Napoli. Insomma, oggi quei campioni non potrebbero mai arrivare (già affermati) a giocare a Udine, Firenze o Bari. Finanziariamente si è tutto spostato tra grandi e piccole. La forbice che separa oggi è distante anni luce. Ormai il calcio è solo per le grandi. E le grandi oggi stanno chiedendo di avere ancora più soldi. Soldi solo per loro. Ma per ottenerli toglieranno ancora alle piccole. Il gioco della coperta è quello e se copri da una parte, si scopre dall'altra. Sono le squadre ricche a vincere perché coi soldi comprano i più forti. E coi forti schiacci i deboli. Non è molto sportivo, ma è così. E i forti stanno chiedendo di indebolire ancora di più i piccoli per potersi rafforzare. Avete visto che fine ha fatto la serie B? E la C? Quando invece magari dovrebbero istituire delle regole, dei limiti, dei tetti per impedire che qualcuno possa concentrare tutta la forza su di sé. Ma che gusto c'è a fare partite dal risultato scontato? Nell'Atletica, sui 100m, vince il più veloce. Se ti sei allenato bene, se la natura ti ha dato una buona base di partenza puoi giocarti la tua partita. E poi vince davvero il più forte (se non si dopa). Ma nel calcio? Nel calcio non importa se ti alleni bene, se hai un gioco spumeggiante, una annata di giovani dal futuro radioso da farti credere che in poco tempo con la tua squadra lotterai per qualcosa di importante. Nel calcio arriva il ricco che viene, ti toglie i tuoi più forti e poi questi te li troverai contro coi tuoi soldati più deboli rimasti. Certo, coi soldi elargiti potrai sfamare la popolazione, coltivare i campi. Le giovanili potranno andare avanti, le strutture per allenarsi ricevere la corretta manutenzione. Ma in campionato non potrai più lottare sportivamente alla pari per vincere, perché con queste regole vince sempre il più ricco. Il potente sarà sempre più imbattibile se ogni anno depreda i deboli dei loro talenti migliori. E la gente si diverte pure a guardare lo spettacolo impari in campo. Vabbè, lasciamo stare. E scusate lo sfogo.
censured ha scritto:Un annata grottesca dove i miei ricordi di ventenne fuori sede li riassumo in una visita con l'amico Gigi Concordia al ritiro del Bari in una località toscana che non ricordo più quale e li trovammo non una squadra professionista ma un gruppo di ragazzini ancora molto adolescenti e acerbi nel loro modo di fare. calate a volontà e goliardate da caserma.
Ricordo che Giorgio De trizio chiamava il mio amico nonno perché quando aveva fatto il car a barletta era il suo anziano di riferimento e gli faceva prendere le licenze x andare a giocare le partite della Primavera.
Ricordo anche in modo indelebile la partita a Pistoia dove sbagliammo uno dei tanti rigori con io avvolto nella mia bandiera biancorossa a mo di mantello aggrappato alla rete di recinzione dietro alla porta pistoiese incitare disperato a Bagnato chiamandolo x nome e lui che mi guardava con lo sguardo stralunato e spaventato..
Credo che quella sconfitta costò la panchina a Enrico Catuzzi se non ricordo male.
35007 ha scritto:censured ha scritto:Un annata grottesca dove i miei ricordi di ventenne fuori sede li riassumo in una visita con l'amico Gigi Concordia al ritiro del Bari in una località toscana che non ricordo più quale e li trovammo non una squadra professionista ma un gruppo di ragazzini ancora molto adolescenti e acerbi nel loro modo di fare. calate a volontà e goliardate da caserma.
Ricordo che Giorgio De trizio chiamava il mio amico nonno perché quando aveva fatto il car a barletta era il suo anziano di riferimento e gli faceva prendere le licenze x andare a giocare le partite della Primavera.
Ricordo anche in modo indelebile la partita a Pistoia dove sbagliammo uno dei tanti rigori con io avvolto nella mia bandiera biancorossa a mo di mantello aggrappato alla rete di recinzione dietro alla porta pistoiese incitare disperato a Bagnato chiamandolo x nome e lui che mi guardava con lo sguardo stralunato e spaventato..
Credo che quella sconfitta costò la panchina a Enrico Catuzzi se non ricordo male.
Esatto, quindi confermi che non ricordavo male in quanto nella partita successiva Radice esordì sulla panchina biancorossa in casa contro il Foggia
censured ha scritto:35007 ha scritto:censured ha scritto:Un annata grottesca dove i miei ricordi di ventenne fuori sede li riassumo in una visita con l'amico Gigi Concordia al ritiro del Bari in una località toscana che non ricordo più quale e li trovammo non una squadra professionista ma un gruppo di ragazzini ancora molto adolescenti e acerbi nel loro modo di fare. calate a volontà e goliardate da caserma.
Ricordo che Giorgio De trizio chiamava il mio amico nonno perché quando aveva fatto il car a barletta era il suo anziano di riferimento e gli faceva prendere le licenze x andare a giocare le partite della Primavera.
Ricordo anche in modo indelebile la partita a Pistoia dove sbagliammo uno dei tanti rigori con io avvolto nella mia bandiera biancorossa a mo di mantello aggrappato alla rete di recinzione dietro alla porta pistoiese incitare disperato a Bagnato chiamandolo x nome e lui che mi guardava con lo sguardo stralunato e spaventato..
Credo che quella sconfitta costò la panchina a Enrico Catuzzi se non ricordo male.
Esatto, quindi confermi che non ricordavo male in quanto nella partita successiva Radice esordì sulla panchina biancorossa in casa contro il Foggia
se guardiamo gli almanacchi della stagione sicuramente troviamo le dovute risposte ai nostri dubbi, il fatto è che mi piace e diverte provare a ricostruire i ricordi, x esempio non ricordo se il ritiro in Toscana e la partita a Pistoia sono conseguenziali e vado x cui a intuito sull'esonero di Catuzzi se nel caso con la tempistica andò così, basandomi quindi sul fatto che se una squadra dopo un ritiro viene sconfitta quasi in automatico scatta l'esonero del tecnico .
Ma ripeto in realtà sono solo certo che la visita nel ritiro del Bari e la partita di Pistoia si giocarono nello stesso anno (83)e in entrambe le occasioni sedeva in panchina Enrico Catuzzi. C'erano altre formazioni toscane in quel campionato e x cui sarebbe stato giustificabile anche il ritiro nella zona prima della partita con l'Arezzo o il Pisa x esempio.
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