Caravaggio ha scritto:Cari fottutissimi amici baresi (citazione cinematografica, non vi incazzate),
ho letto con un certo interesse questa discussione, non perché vada a fare il guardone nei siti delle altre tifoserie ma proprio perché voglio vedere l’aria che tira in giro per l’Italia in un’epoca che sta trasformando il nostro gioco preferito in una grandissima presa per i fondelli.
In realtà quello che ho letto è un film già visto in tante altre piazze, anche ovviamente dalle mie parti. La vostra epoca dei Matarrese somiglia molto ai nostri anni di Giovanni Semeraro: un certo numero di anni trascorsi fra la B e la A, un bel po’ di soddisfazioni ma pure cocenti delusioni, sia dal punto di vista dei risultati che della gestione complessiva della società . E infatti anche tra i Semeraro e i tifosi leccesi non c’è mai stato vero amore, anzi. Il tragico finale poi, che a Bari ben conoscete, ha rappresentato la pietra tombale. In realtà Giovanni Semeraro aveva solo il grande difetto di avere due figli che erano delle gran teste di min**ia (uno soprattutto). Per il resto secondo me era un grande tifoso, sinceramente attaccato alla squadra, con un’apprezzabile disponibilità economica e che sapeva circondarsi di gente esperta (Corvino iniziò con lui a certi livelli). Poi certo non era Berlusconi e fatalmente le grandi soddisfazioni erano costituite al massimo da promozioni nella massima serie, spesso con immediati ritorni in B o, meno spesso, con qualche piazzamento più o meno onorevole (come il Bari dei Matarrese, né più né meno). Oggi, dopo sei anni di serie C, gli attuali dirigenti che ci hanno riportato prima in B e poi sorprendentemente subito in serie A (ovviamente tornando in B l’anno dopo) godono di una luna di miele con i tifosi che sembra infinita e inscalfibile. Ma sarà sempre così? Che succederà se la permanenza in B dovesse protrarsi fino a quando si sarà sbiadito il ricordo della brutta e lunga esperienza in C? Peraltro, se non lo sapeste, anche se si parla di cordata, gran parte dei soldi ce li mette uno svizzero che al momento ha interessi turistici e commerciali a Lecce. Uno che del calcio non se ne fotte più di tanto. E quando non li dovesse avere più questi interessi? E’ vero, la società è costituita da gente seria, appassionata e motivata (Sticchi Damiani su tutti), ma si sa che se non vinci alla lunga qualunque giocattolo si rompe, sia sulla sponda tifosi che su quella della dirigenza. Avete visto che fine ha fatto il Chievo del sig. Paluani? E’ vero, ci sono pure l’Atalanta e il Sassuolo, ma quanto ci metteranno prima di tornare pure loro nella dimensione di piccole squadre? E’ solo questione di tempo. E comunque parliamo pur sempre di realtà imprenditoriali ed economiche lontanissime dai nostri contesti terroni. Nel vostro caso aggiungo che faccio fatica a immaginare che i De Laurentiis fossero appassionati ammiratori del Bari che non vedevano l’ora di acquistare la vostra squadra. Chissà che progetto avevano (o hanno) in mente. Poi insomma essere la succursale del Napoli non è il massimo.
Tutto questo pippone per dire che ci dobbiamo rassegnare. Le nostre realtà calcistiche sono destinate a girare sempre con il cappello in mano. Acquistare una squadra di calcio può essere un affare in rarissimi casi, in tutti gli altri sarà sempre un’operazione a perdere. Questo perché, nel calcio di oggi, conta solo l’esposizione mediatica con i conseguenti ritorni in termini di immagine e sponsor (quelli veri che pagano tanto). Noi possiamo pure gonfiare le penne a ogni occasione per dire che le piazze in cui facciamo il tifo sono piazze importanti, ma poi, abbassate le penne e tornati piccoli polli, ci dobbiamo rendere conto che le cosiddette piazze importanti ormai sono quelle che hanno qualche decina di milioni di tifosi sparsi per il mondo (non i nostri quattro rispettabilissimi emigranti). Che significa vendita di diritti televisivi a peso d’oro e merchandising globale. E in Italia, a parte le solite (che pure non sono ai livelli delle inglesi), nessuna squadra può dire nel quadro attuale di essere davvero una grande piazza. Figuriamoci le nostre piccole squadre di provincia del sud. Rassegniamoci quindi e godiamo di quello che, a periodi, ci tocca in sorte.
Non so cosa pensate di queste cazzate che ho scritto (accetto anche insulti ovviamente o di essere ignorato o mandato affan*ulo).
Per il resto, di pancia sarei portato ad augurarvi un altro mezzo secolo di serie C, però non sarei educato e poi il derby (quello vero, non con il Francavilla o il Monopoli) mi manca troppo, quindi… (metto i tre puntini perché non riesco proprio a finire la frase).
Vi saluto con tutta la mia sportiva antipatia, ringraziandovi però, doverosamente, per avermi ospitato. Giuro che non mi intrometterò più e che cancellerò il mio account dal vostro sito, l’ho fatto solo perché è un tema che mi interessa e mi piace discuterne anche fuori dalla mia tifoseria.
questo è anche il mio mantra, tempo al tempo
Avete avuto la fortuna in 2 anni di passare dalla C alla A
Fai finire ora i soldi del paracadute, può capitare che anche quest'anno a salire in a siano altri, altro che modello societario, ci si ridimensiona, è obbligatorio almeno che non hai grandi finanziatori alle spalle(cosa che il lecce non ha)
Sul resto questa è una piazza destinata a dividersi su tutto
Subentrerà un'altra società ? l'idillio durerà i primi mesi, al primo obiettivo mancato, ci sarà sempre qualcuno
lo "splendido" della situazione che tirerà fuori il modello nuovo da seguire
So 20 anni che bazzico sui forum è sempre stato così.
Qualche annetto fa ci si segava a guardare il modello Catania di Pulvirenti (Torre del Grifo splendido centro sportivo, piazzamenti a ridosso dell'Europa ecc). Vedere oggi il Catania, il Chievo e contemporaneamente vedere il Bari sprofondato in D, mi fa credere che modelli che amo stile Lipsia o Atalanta siano irraggiungibili da queste parti. Per mille ragioni...
Un saluto al leccese..