Bari, Di Cesare sulla gara col Cosenza: "Più importante dell'11 giugno". E lascia la sala stampa in lacrimeA meno di tre giorni dalla delicatissima trasferta di Cosenza, in cui il Bari si giocherà una buona fetta della permanenza in Serie B, il capitano dei biancorossi Valerio Di Cesare è intervenuto in conferenza stampa.
Non si è trattato della rituale conferenza pre gara, ma di un botta e risposta con i cronisti presenti in cui l'esperto difensore ha ceduto all'emotività , abbandonando la sala stampa in lacrime.
A Di Cesare è stato chiesto innanzitutto come si sia arrivati a una situazione così complicata, quando fino a qualche settimana fa, sia da parte sua, sia da parte del presidente filtrava addirittura ottimismo in chiave play-.off. "Neanch’io me lo sarei aspettato. Ci credevo (ai play-off ndr), forse perché sono solito guardare il bicchiere mezzo pieno. Venivamo da due vittorie consecutive, eravamo vicini all'ottavo posto. Sapevo che sarebbe stato difficile, ma non mi aspettavo così e non ci avrei mai minimamente pensato. Ho creduto in tutti gli allenatori che abbiamo avuto, anche in Iachini. Poi purtroppo i risultati non sono andati come ci aspettavamo e ora siamo in questa situazione".
Al difensore è stato chiesto un parere sulle parole di Maita dopo il triplice fischio della partita con il Pisa, in cui il centrocampista è sembrato confermare lo scarso feeling con Iachini e sull'incontro con Polito in cui sarebbe stato decretato l'esonero del tecnico marchigiano: "Non so cos'abbia detto Mattia, lui è vice-capitano, può dire ciò che pensa. Con Iachini non è successo nulla. Ho letto di cattivo feeling, ma credo che a determinare l’esonero siano stati i risultati. Quando le cose vanno storte si ripetono sempre le stesse cose. Ho 41 anni, penso di aver dimostrato qualcosa sul piano umano. Leggere che sarei io a far fuori gli allenatori è brutto, ed è successo sia con Auteri, Mignani, Carrera che ora. Non penso di meritarlo Ho letto di delegazioni di giocatori. Ho sempre portato rispetto verso tutti, sapete cosa provo per questa maglia. Dispiace che dallo spogliatoio, che dovrebbe essere un luogo sacro, escano tante cose. Leggo di lamentele di troppo sala video, cose astruse".
Al netto di tante voci, ora non bisogna perdere di vista l'obiettivo primario che è salvare la categoria: "Contano solo il Bari e la salvezza. Raggiungerla è vita. Retrocedere vorrebbe dire fallire clamorosamente. Sembrano frasi fatte, ma bisogna andare oltre quello che uno ha. Essere concentrati dal primo all'ultimo, visto che ultimamente subiamo spesso gol a inizio partita. Bisogna salvarsi e andare oltre. A Cosenza sarà una partita difficilissima, per me conterà tanto quanto o forse di più dell’11 giugno (data in cui il Bari ha perso la finale di ritorno dei play-off di B contro il Cagliari ndr)".
A Di Cesare se esistesse un confronto con i vari allenatori che si sono alternati alla guida della squadra in questa stagione: "C'è sempre stato, ma io faccio il giocatore, non il dirigente. Sono basito che escano tante stronzate dallo spogliatoio. Non posso dire ai direttori fate tornare tizio o caio".
A proposito del presunto litigio con Puscas (platealmente rimproverato in campo durante la partita col Pisa): "Con Puscas non è successo nulla. Mi sono incazzato perché ho preso un’ammonizione. In campo faccio casino, ma era già successo con Lulic".
A Di Cesare è stato chiesto per quale motivo essere ottimisti relativamente alla salvezza del Bari e se i calciatori biancorossi siano disposti a dare tutto: "Il Bari si deve salvare per forza. Dobbiamo mettercela tutta. Non possiamo retrocedere, dobbiamo farlo a tutti i costi. Retrocedere sarebbe una tragedia".
Su che gara aspettarsi al Marulla: "Tosta. Tutino lo metto al pari di Pohjanpalo, ci sono tanti giocatori forti. Mancano 4 partite e dobbiamo prenderci le nostre responsabilità . Siamo dispiaciuti per i nostri tifosi, quest'anno è andata cosi. Siamo stati contenti che siano venuti a parlarci. Dobbiamo remare tutti dalla stessa parte".
Infine al capitano, che ha abbandonato la conferenza con gli occhi lucidi, è stato chiesto se la ragione di quest'annata storta sia da ricercare nel contraccolpo della finale persa l’11 giugno: "Non credo. Se ripenso a questi 6 anni..." ha detto prima di interrompersi e lasciare la conferenza con il volto rigato dalle lacrime, a riprova di quanto il momento sia delicato in casa biancorossa.
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