Il giamaicano vince soffrendo, ma per il pubblico di Roma è già Re.
Andrew Howe batte tutti sui 200 in 20"31. Secondo posto per gli azzurri della 4x100.
Il fulmine non ha squarciato il cielo sopra l’Olimpico di Roma, ma la sua promessa l’ha mantenuta: lo spettacolo è riuscito. Il pluricampione giamaicano Usain Bolt ha fatto gridare, saltare e gioire il pubblico della trentunesima edizione del Golden Gala che ieri sera era lì a dargli il benvenuto per la sua prima gara della stagione, la prima nella capitale, la prima dopo 9 mesi trascorsi lontano dalla pista rossa.
Questa volta se l’è dovuta sudare e quei 100 metri li ha dovuti correre tutti fino all’ultimo per raggiungere e superare il connazionale Asafa Powell, che Roma già in passato aveva incoronato re. Alla fine l’ha spuntata, facendo segnare un crono di 9’’91, Powell invece si è fermato subito dopo a 9’’93. Il terzetto, come previsto, lo ha chiuso un altro big di questa terza tappa della Diamond League, Cristophe Lemaitre, entrato nella storia lo scorso anno per essere stato il primo bianco ad abbattere il muro dei 10 secondi, che ha chiuso, appunto, in 10’’00.
E dopo lo show dedicato ai quasi 48mila spettatori Bolt fa autocritica: "Una gara totalmente sbagliata. Ero nervoso, era la prima gara della stagione - ha detto ai microfoni di Rai Sport - Grazie a tutti, ho fatto tutto per questo pubblico che mi ha aiutato".
Soddisfatto ma non troppo invece l’altro giamaicano: "Sono stato troppo focalizzato su Usain - ha detto Asafa Powell - se avessi fatto la mia gara avrei vinto. Ho sprecato questa gara, è la gara in cui potevo vincere. Devo rimanere assolutamente concentrato, so cosa posso fare".
Il risultato che non ti aspetti invece arriva da Andrew Howe. Ha scelto la velocità per questa prima parte di stagione pensando che possa dare frutti anche e soprattutto per il salto in lungo, che, aveva detto alla vigilia, è e resta la “sua” gara, quella che ama di più e quella in cui spera di poter tornare al top al più presto. E invece eccolo tagliare il traguardo per primo in 20’’31, vicinissimo al 20’’28 del primato personale. Alle sue spalle, già all’uscita dalla curva, si è lasciato nomi non da poco, uno su tutti: l’americano campione olimpico Shawn Crawford, quarto in 20’’82.
Ma per i colori azzurri c’è altro per cui sorridere. In chiusura di serata, infatti, il quartetto della 4X100 (Donati, Collio, Di Gregorio e Cerutti) fa esplodere di nuovo il pubblico dell’Olimpico per un buonissimo secondo posto, dietro al Canada, con un 38’’89 che fa ben sperare per i Campionati Mondiali, in programma a Daegu (Corea del Sud) dal 27 agosto al 4 settembre.
Ancora appesantiti dalla preparazione invernale e un po’ penalizzati le altre stelle della serata.
Blanca Vlasic rimane presto da sola nella gara del salto in alto, dove era assente la primatista italiana Antonietta di Martino per il riacutizzarsi di un vecchio dolore. La croata però non ne approfitta e si ferma a 1,95 fallendo per tre volte i 2 metri, misura di solito ampiamente alla sua portata. Soddisfatta, o delusa, a metà l’americana Allison Felix che vince con facilità i 400 metri, pagando però il poco tempo a disposizione per riprendere fiato. Solo 40 minuti dopo infatti torna in pista per i 200 ma si deve accontentare del quarto posto. Torna a casa a mani vuote invece l’altra americana, Sanya Richards, quinta sia nei 400 che nei 200.
Il bilancio finale della trentunesima edizione del Compeed Golden Gala, però, è decisamente positivo. Alla fine la competizione fa registrare 47.742 presenze, mai così tanti sugli spalti dell’Olimpico; 7 migliori prestazioni mondiali stagionali e 1 primato mondiale juniores. E la stagione dell’atletica è appena iniziata!