Golf, dalla polvere al Masters: la rinascita di Tiger Woods, Ad Augusta. Molinari cede nel finaleL'ultima volta, Obama non era ancora presidente, Bolt si preparava all'estate dei Giochi di Pechino, e Donadoni era ancora in corsa per gli Europei prima di incrociare la Spagna. Undici anni fa, un secolo, Tiger Woods aveva appena vinto lo Us Open, quattordicesimo Major del golf, sembrava felicemente sposato con la moglie Elin e destinato a battere tutti i record, nessuno immaginava la catastrofe imminente di un campione più vicino al ritiro, negli anni successivi, che a un pomeriggio come quello di ieri. In cui tutto è tornato al suo posto, lui vincitore - coi capelli ormai radi - del Masters di Augusta, il torneo che lo aveva rivelato al mondo nel 1997, ventidue anni fa, il santuario nel cuore della Georgia che lo aveva visto quattro volte vincitore. Le scende di sempre: la processione di migliaia di tifosi al suo seguito, la maglietta rossa portafortuna indossata all'ultimo giro, su indicazione della madre Kultida anche lei presente sul percorso, come tanti anni fa. Ma non da sola, stavolta, accompagnata dai nipotini Sam and Charlie, che ora capiscono la dimensione del padre, e dalla nuova compagna di Tiger Erica Herman. Un abbraccio atteso anni, che ha entusiasmato i fedelissimi (tra i quali il presidente Trump) e il mondo del golf che in lui si identifica come quello delle moto in Valentino e quello del tennis in Federer.
In tutti questi anni di astinenza dai Major Tiger Woods ha messo la celebre crisi coniugale che portò al divorzio, le rivelazioni sui tradimenti ripetuti e le scuse pubbliche che anticiparono il ricovero in una clinica per la sessodipendenza, la rinascita fino al numero 1 del ranking nel 2013, e il nuovo crollo fuori dai top 1000 nei tre anni delle quattro operazioni alla schiena. Woods è passato attraverso riabilitazioni durissime che l'hanno consegnato alle penose immagini della polizia che lo trovò in auto imbottito di antidolorifici e antidepressivi. Con la fatica dipinta in faccia ad ogni torneo, con poca spavalderia, rispetto al passato, ha ritrovato la voglia di vivere che in certi periodi aveva perduto. Non ha mai mollato ed ora che ha rivinto il Masters che gli mancava dal 2005, ora che col quindicesimo Major vinto si è rimesso a caccia del record di diciotto di Jack Nicklaus, manda a tutti il messaggio più semplice ed eversivo: tutto è veramente possibile. Per riprendere il controllo della propria vita ci vuole tempo, magari undici anni.
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