E adesso mirino sul Sassuolo: c’è uno 0-3 da vendicare
di Fabrizio Nitti
• BARI. La sensazione che si è raccolta girando i campi della serie B italiana in questi ultimi mesi, è che il Bari in testa al campionato cominci a far salire il prurito a più di qualcuno. E che ci si gratti vorticosamente per scacciare quel prurito. Al primo errore arbitrale a favore, ecco lì il Bari crocefisso come se si trattasse di una banda di cattivi ladroni, senza tenere in conto che se si è in testa a questo punto della stagione, ci sarà dell’altro. Silenzi assoluti, invece, davanti ad un rigore... generoso concesso al Parma a Modena, o davanti al calcio rigore negato da Farina ai biancorossi di Conte sul campo del Brescia, o davanti al gol in fuorigioco realizzato dal Vicenza al San Nicola, per restare ai fatti più vicini in ordine di tempo.
Tutto vero. Morganti, l’altro giorno a Mantova, ha commesso un evidente errore di valutazione, ritenendo che a innescare Rivas, in posizione di fuorigioco, fosse stato Spinale del Mantova e non, come invece è accaduto, Kutuzov. L’arbitro ha sconfessato, in assoluta buonafede (perché altrimenti avrebbe potuto utilizzare la famosa legge della compensazione, sbagliando due volte, fischiando un rigore subito dopo per un mani involontario di Esposito), il suo collaboratore, consentendo al Bari di confezionare il gol del vantaggio. Morganti ha sbagliato, così come Caridi in precedenza aveva fallito, anche grazie ad un superbo Gillet, una palla gol clamorosa. Fa parte del calcio e in tutta sincerità ci saremmo «incazzati» anche noi baresi se la situazione si fosse verificata al contrario.
Tutto vero. Come il fatto che il Bari si ritrovi in testa perché ha vinto più di quasi tutte le altre squadre (13 colpi, come Sassuolo e Brescia) e perso col contagocce. Un primato, insomma, non si costruisce sulle sviste arbitrali. Si cementa di giornata in giornata, giocando il miglior calcio cadetto, poggiandosi su un’idea fissa (fare un gol in più degli avversari) e su una organizzazione che sorregge individualità di rilievo.
Il Bari tornato da Mantova, ad ogni modo e con buona pace di tutti, è un Bari che ha ulteriormente lanciato segnali chiarissimi al campionato: chi vuole andare in serie A senza passare dai playoff, dovrà fare i conti con noi, con la nostra dannata ostinazione di ritrovare un posto nel calcio che conta.
Ma adesso, pure, è forse il momento di non mettere troppa pressione addosso a squadra e tecnico. Stiamo per scollinare le otto-partite-otto che potrebbero indirizzare il resto della stagione nel verso giusto. Tra le altre cose, c’è da tenere presente che il Bari si ritroverà ben presto a poter contare su giocatori che, oggi come oggi, sono fuori causa e che rappresentano quel tocco di qualità necessaria nella lunga volata. Gente come Barreto, ad esempio, o il Donda delle ultime settimane. Senza dimenticare che all’arco di Conte potranno aggiungersi giocatori come Kutuzov o Edusei, in evidente progresso il primo, in timida crescita il secondo. Le premesse, insomma, sembrano esserci tutte.
E prepariamoci, intanto, a questo big-match fuori programma fra Sassuolo e Bari. Una sfida al vertice che nessuno avrebbe mai pensato di ipotizzare a questo punto del campionato. Un vero e proprio fuoriprogramma, materializzatosi con il trascorrere delle settimane. Filosofie societarie e calcistiche differenti, risultato uguale, entrambe lassù alla faccia di molti. Partita che nasce ruvida. Quello 0-3 in casa, nel girone di andata, nessuno lo ha dimenticato. Resta la pagina nera di un’annata che è poi andata avanti a tinte forti, di vittoria in vittoria. Conte e i suoi aspettano questa partita da una vita. Da quando, in pratica, finì il match di andata al San Nicola.
fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno