Intervista a Conte sulla Gazzetta dello Sport on line.
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BARI, 3 marzo 2009 - Nella storia di un campionato ci sono vittorie che valgono più di tre punti perché danno entusiasmo, fanno accrescere l’autostima e lanciano un segnale. Il Bari di Antonio Conte, che non perde dal 5 dicembre 2008 (undici partite), a Mantova è tornato a vincere dopo quattro pareggi consecutivi, ha affiancato il Livorno in testa alla classifica e ha dimostrato una mentalità da grande squadra: ha sofferto, poi ha gestito il vantaggio con maturità . "La vittoria di sabato - racconta Conte — è importante per il modo in cui abbiamo saputo controllare l’ottimo inizio del Mantova senza rinunciare a ripartire. La continuità di risultati, invece, dimostra la crescita di questo gruppo che lavora con incredibile intensità ".
- Conte, quando lei giocava nella Juve capitava spesso che il suo allenatore Lippi dicesse: "Noi non siamo i più forti tecnicamente, ma abbiamo il gruppo migliore e più voglia di vincere. Ecco perché tutti dovranno fare i conti con noi". Possiamo applicare questo concetto al suo Bari?
"Sì, ci sono squadre più attrezzate per la serie A. Ma come diceva Lippi noi puntiamo sull’organizzazione, la compattezza e la mentalità . I giocatori credono in quello che io propongo e sono bravi ad applicare in campo le mie idee. Hanno capito il mio calcio e la mia mentalità . Ecco perché ripeto sempre che non esiste un buon generale senza buoni soldati. In questi mesi il Bari è cresciuto molto anche grazie al lavoro di tutto lo staff e lo dimostra il fatto che riusciamo a fare a meno di un giocatore come Barreto".
- La classifica si sta definendo: chi è favorito e chi è ormai fuori dai playoff?
"Le prime otto sono tutte in corsa e ci saranno ancora molti cambiamenti in vetta. Se leggo la rosa dell’Empoli, ad esempio, mi vengono i brividi. Il Parma è in crescita, il Brescia abbina qualità e forza fisica. Il Livorno è la mia favorita per la promozione diretta".
- Cosa deve fare il Bari per arrivare tra le prime due?
"Correre più degli altri ed essere più organizzato. E poi applicarsi in ciascuna delle prossime 14 partite come fosse l’ultima. Ho moltissima fiducia nei miei giocatori".
- Con 9 punti sulla settima almeno i playoff sembrano al sicuro.
"Non guardo mai all’obiettivo minimo. Quando sono arrivato a Bari mi hanno chiesto di riportare entusiasmo: all’inizio c’erano 220 paganti allo stadio, alla fine della stagione eravamo arrivati a 10.000. La squadra è cresciuta, l’autostima anche: negli scontri diretti nessuno ci ha messi sotto a parte una gara balorda con il Sassuolo. Quindi non penso ai playoff, ma vivo alla giornata".
- Per quale motivo scommetterebbe sulla promozione del Bari?
"Perché ho la fortuna di vedere ogni giorno il modo in cui tutti i giocatori lavorano inseguendo questo obiettivo. Solo chi vive a stretto contatto con questi ragazzi riesce a rendersi conto della loro voglia di migliorare e sacrificarsi".
- Ci tolga una curiosità : quanti consigli le hanno dato i tifosi mentre seguiva dalla curva la partita dopo l’espulsione di Mantova?
"Nessuno, sono stati molto rispettosi. Si vede che ormai si fidano... Scherzi a parte, hanno capito il momento particolare. Io sono stato espulso dall’arbitro per aver abbandonato la mia area di competenza e sono andato in tribuna: lì c’erano quattro o cinque scalmanati e allora mi è stato consigliato di spostarmi. Così ho scelto di seguire il resto della partita dalla curva: è stata una nuova esperienza...".
