(Gazzetta del Mezzogiorno) Più vicino il momento della verità . Più intenso l'inconfondibile profumo di campionato. C'è grande curiosità attorno al Bari, per mille e un motivo. La B ritrovata, prima di tutto. La vergogna della retrocessione è ancora negli occhi e nel cuore dei tifosi, che legittimamente sperano di potersi approcciare ad una stagione meno balbettante. Poi, la profonda opera di ristrutturazione tecnica: quello che ci voleva, anche se resta il rammarico per una presa di posizione che andava sviscerata prima. Molto prima. Chissà , oggi forse staremmo raccontando un'altra storia.
È il Bari di Carboni, come tanti si sono affrettati a scrivere con una tempistica discutibile, se non addirittura sospetta. Vero, sono arrivati tre calciatori della Viterbese, l'ex squadra del tecnico toscano: Gazzi, Santoruvo e Bianconi. Il quarto, Sibilano, era già di proprietà del Bari. Tutte operazioni a parametro zero, però. E, particolare non indifferente, andate in porto quando negli uffici del «San Nicola» si lavorava per allestire una squadra di serie C. Poi sono arrivati Goretti, Carrus e La Vista, nel tentativo di alzare il tasso tecnico di un gruppo decisamente inadeguato per la cadetteria.
Carboni non è personaggio che ama nascondersi di fronte alle responsabilità . Difatti, non rinnega le proprie scelte, frutto di buona fede e nella piena consapevolezza di aver operato nell'interesse del Bari. Ai tifosi andrebbe, semmai, spiegato che l'allenatore toscano si è mosso in sintonia con una politica societaria, improntata alla valorizzazione dei giovani e alla riscoperta di qualche pedina a caccia di riscatto. Insomma, scelte sì, ma non proprio a trecentosessanta gradi: in piena libertà , probabilmente, Carboni avrebbe puntato su Fantini per dare peso alle fasce laterali. E, forse, per l'attacco avrebbe fatto un pensierino su Riganò, o Stellone. O addirittura Pinga, fantasista dai colpi geniali. Allora sì che sarebbe stato il «suo» Bari. Allora sì che chiedere il conto all'allenatore di fronte a risultati incerti sarebbe un'operazione logica e onesta. Ma tant'è.
La realtà è un'altra, invece. E fa niente che qualcuno, scientemente, decida di ignorarla. Qui a Bari c'è da fare un passo indietro. Un bagno di umiltà . Provando a dialogare con la gente senza giri di parole, con chiarezza e onestà . All'orizzonte un campionato difficile, con una squadra rinnovata e, purtroppo, una città ancora disillusa. Ecco perché anche un torneo di media classifica andrebbe salutato con soddisfazione. A Carboni, in fondo, nessuno ha chiesto di fare le nozze con i fichi secchi. Soprattutto, nessuno gli ha mai parlato di serie A.