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C'era una volta Giancarlo Marocchi. Il prototipo del giocatore che nessuno ricorda, se non gli appassionati delle figurine Panini, ma che tutti gli allenatori sognano la notte come la manna dal cielo. Il collezionista di numeri, dal 2 all'11, quando i vari 46 o 32 appartenevano solo al football americano e non al pallone italico. Il recordman di ruoli, insomma. Una vita da mediano, macinando lavoro oscuro. Ma, stranezze della vita, il mediano non te lo fanno fare. Immolato alla causa. Dove ti mettono stai, in silenzio. E ti chiamano jolly, che fa più esotico, ma non cambia la sostanza di sacrificio.
Nella realtà biancorossa Bellavista si è calato perfettamente nella parte. Negli ultimi anni sono passati allenatori come se piovesse, sulla panchina del San Nicola, ma il destino del cagnaccio bitontino non è cambiata di una virgola. Esiliato in tutte le zone del campo, tranne al centro. Ala destra, sinistra e ora addirittura terzino destro. Uno spartito tutto nuovo già provato nell'amichevole di Andria, in previsione dell'esordio in campionato con il Catanzaro (Bianconi sarà squalificato e Doudou scalerà accanto a Sibilano).
"A dirla tutta non è una novità assoluta - corregge subito il tiro Bellavista - visto che ho ricoperto questo ruolo già con Perotti. Tuttavia non è un problema, mi gratifica il compito di jolly a tutto campo. Solo mi piacerebbe fare qualche escursione in avanti ogni tanto, in attacco. Però con tutte le punte che abbiamo a disposizione quest'anno, penso che sia difficile".
Scherza, il capitano della truppa biancorossa. Sintomo di uno spirito tutto nuovo portato dalla venata di nuovi acquisti e dalla verve di Carboni.
"I ragazzi che sono arrivati si sono integrati velocemente - conferma - e la motivazione è semplice: è gente che ha stimoli. Perché molti di loro la B non l'hanno mai vista, se non in televisione, oppure vengono da stagioni deludenti e aspettano il momento di riscattarsi davanti ai tifosi, in una piazza comunque prestigiosa come Bari".
Due nomi su tutti su cui puntare.
"Santoruvo e Gazzi. Il primo (bitontino come Bellavista) ha voglia di spaccare il mondo, di dimostrare il proprio valore anche nella cadetteria, dopo anni di apprendistato in C. E inoltre ha caratteristiche che da tempo mancavano alle nostre soluzioni offensive. Gazzi, invece, ha talento e fiato da vendere. Che colpo averli acquistati a zero lire! Tra noi, nonostante il ruolo uguale, non c'è alcuna rivalità . Del resto, sono arrivate tante pedine nuove a centrocampo, ma già il fatto che, con la retrocessione sul groppone, la società abbia preteso la mia conferma, mi lusinga. Non ho bisogno di ulteriori attestati di stima: sono pronto a giocarmi la maglia da titolare, allenamento dopo allenamento".
Il calendario non è stato magnanimo con i biancorossi. Subito il Catanzaro, su un campo infuocato di per sé, contro un'avversaria che intende lavare l'onta dei 5 punti di penalizzazione e che muore dalla voglia di mettere lo sgambetto a una ripescata, che notoriamente non è mai troppo simpatica a chi la categoria l'ha conquistata sul rettangolo verde.
"Ma noi non abbiamo paura - chiarisce Bellavista - quest'anno come mai siamo un gruppo da battaglia. Sono convinto che non soffriremo affatto il clima da lotta. Siamo pronti".