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C'era una volta la miglior difesa del campionato. Un Bari che segnava con il contagocce, ma che almeno prendeva sberle con altrettanta parsimonia. Una difesa che fino a due settimane fa sembrava un bunker con sole 12 reti sul groppone (e tre gare di fila senza subire reti), il punto di forza dell'organico di Carboni, si é trasformata in un colabrodo. Cinque gol al passivo nelle ultime due uscite, per giunta da compagini non certo stellari come Salernitana e Treviso, rappresentano un bilancio pesante, per certi versi inspiegabile. "Quando si blocca l'ingranaggio - dice Lorenzo Sibilano, senza dubbio il migliore della retroguardia biancorossa in quest'avvio di stagione - le ripercussioni si sentono in tutti i reparti. Non credo che noi difnsori siamo diventati brocchi dall'oggi al domani. E poi i match Salernitana e Treviso hanno storie differenti. Con i campani la partita é iniziata male e finita peggio, mentre con il Treviso potevamo chiudere la prima frazione in largo vantaggio e invece loro ci hanno puniti nelle due uniche occasioni create nei 90 minuti". Dalle parole del centrale barese non traspare alcuna accusa esplicita alla prima linea, ma forse sfruttare meglio le occasioni che capitano a tiro risolverebbe un bel po' di problemi, anche làdietro. "L'importante é crearle, le occasioni da rete - replica - significa che siamo vivi, che non é una questione tecnica, tattica o fisica. Qual é il male del Bari? Non saprei, un male oscuro. Una serie di fattori che alla fine incidono. Con la Salernitana forse l'approccio alla gara non é stato dei migliori. Con il Treviso, invece, forse ci é mancata un pizzico di fortuna. Ma tant'é, pensiamo positivo e guardiamo avanti, al Venezia. Non ci giochiamo tutto, ci mancherbbe, ma contro un avversario alla nostra portata, nonché diretto concorrente nella bagarre salvezza, non possiamo fallire ancora".