(Gazzetta del Mezzogiorno)
La speranza è l'ultima a morire. In panchina si soffre troppo, specie quando dentro senti di avere qualcosa da dare. Luigi Anaclerio si è ritrovato in panchina senza un perché. Escluso, ma non bocciato. A Treviso era stato forse il migliore, eppure la domenica successiva si è ritrovato a masticare amaro. Ma Carboni non lo ha abbandonato, anzi. Gli ha parlato, come farebbe un padre con il figlio. Gli ha spiegato come dovere di un allenatore sia anche quello di tenere tutti sulla corda. E gli ha ricordato che, nel calcio, la ruota gira. Insomma, ci sarà ancora spazio per il mancino nato nel rione San Paolo. Magari a cominciare dalla partita di domenica prossima contro il Modena al «San Nicola», nell'ennesima tappa di avvicinamento alla zona tranquillità . «Ovvio che ci spero - fa sapere Anaclerio, che in allenamento ci dà sempre dentro con grande professionalità - non giocare è quanto di peggio ti possa capitare. A me era già capitato di stare fuori, ma avevo trovato la forza di non mollare aspettando il mio turno. Non è stato facile trovare la forma, perché solo la partita ti consente di arrivare al top. Gli allenamenti aiutano, questo è vero, ma la gara è tutta un'altra cosa». «Per me sono giorni difficili - fa sapere Anaclero, che però si guarda bene dallo sconfinare nella polemica - anzi non mi vergogno a dire che sono "incazzato" nero. Un'esclusione è sempre dura da digerire, a maggior ragione quando sei a posto con la coscienza. Stavo giocando bene, a detta dello stesso allenatore. Col mister c'è stato un chiarimento, lui mi ha voluto parlare: ed io ho accettato la sua posizione. Mi ha detto che ha bisogno di tutti e che quindi pensava di fare un certo tipo di scelta. Cosa gli ho risposto? Un calciatore non deve mai rispondere al proprio allenatore, le cui scelte vanno accettate e basta. So che altri non la pensano come me, ma mi è sembrato giusto assumere questo atteggiamento». «Con questo stato d'animo diventa anche più duro l'allenamento - aggiunge il Rivaldo di Puglia - ma non credo di avere alternative. Mi devo fare trovare pronto per la prossima chiamata. Ho il dovere di provare a convincere il mister lavorando bene dal martedì al sabato. Prima o poi avrò un'altra chance e non posso permettermi il lusso di sfruttarla male». «Leggo, però che il mercato la fa da padrone - ci tiene a chiarire Anaclerio - e quando c'è di mezzo il Bari si parla solo, o quasi, di rinforzi per l'attacco. Non fa piacere, indubbiamente. Per me, Lipatin, Santoruvo, Motta e Romanelli... non è il massimo della vita. Ma si va avanti comunque. Anche perché il fatto che non si fa gol è una realtà , peraltro durissima». «Non so quale potrebbe essere l'uomo adatto per le esigenze del Bari - dice la giovane punta barese - ma spero che arrivino solo calciatori in grado davvero di fare la differenza, gente che possa aiutare la squadra a tirarsi fuori dalle sabbie mobili della classifica. C'è la società che pensa a queste cose, noi calciatori dobbiamo solo dare il massimo. Finora, io e miei compagni non abbiamo mai tradito da questo punto di vista. E continueremo su questa strada, nessun dubbio». «Siamo attesi da una partita difficile - conclude Anaclerio, che domenica potrebbe essere rilanciato nell'undici titolare al fianco del redivivo Santoruvo - il Modena è una squadra completa, che finora non ha reso secondo le aspettative nelle partire in trasferta, ma che ha la qualità per vincere contro chiunque. Il colpaccio di Torino è lì a dimostrarlo. Il Bari, però, è in salute. Stiamo giocando bene anche se si continua a raccogliere poco. Ci mancano quattro-cinque punti. Se penso alle partite contro Triestina, Treviso e Piacenza... È vero, abbiamo sbagliato qualche gol di troppo, ma sei poi ci annullano quelli che facciamo, beh allora è notte fonda. Carrus aveva segnato su rigore, quella ripetizione è stata davvero una beffa. Diciamo che non siamo nemmeno troppo fortunati. Che dire? Speriamo che la dea bendata si ricordi di noi. La classifica non ammette ulteriori pause. Servono punti e basta, in casa e fuori». Anche Candrina ai box Ancora un contrattempo per Carboni: ieri pomeriggio Candrina ha marcato visita, dopo che in mattinata era riuscito tranquillamente ad allenarsi. Il difensore ex Pavia lamenta i postumi di una distorsione al ginocchio patita, domenica scorsa a Piacenza, in seguito ad un'entrata durissima. Le sue condizioni saranno valutate stamattina, quando la squadra si ritroverà al «San Nicola». Carboni, naturalmente, spera in un suo recupero, anche se è da escludere che Candrina possa giocare dal primo minuto. Il problema, semmai, è che l'allenatore aretino ha gli uomini contati. E che, quindi, l'ideale sarebbe avere a disposizione quanti più uomini possibile. Oggi in campo a Barletta Il triangolare di beneficenza per Telethon si disputerà oggi pomeriggio a Barletta. Al via (dalle 18) Bari, Melfi (C2) e la squadra locale, capolista del campionato di Promozione. Carboni ha annunciato che darà spazio a qualche giovane e agli uomini meno impiegati finora in campionato. «Purtroppo in questo momento non ho molte alternative - ha detto ieri pomeriggio l'allenatore biancorosso - siamo in emergenza e qualcuno dei miei non è al massimo della condizione. L'impegno verrà comunque onorato, ci mancherebbe. Ma non è pensabile che io mandi in campo i titolari. La partita di domenica contro il Modena è per noi troppo delicata». Antonello Raimondo
