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BARISe è vero che le cifre non ingannano mai, il piano di ristrutturazione biancorosso è bello e pronto nel cassetto di Fausto Pari, direttore sportivo di un Bari alla ricerca della tranquillità perduta. I numeri, la classifica, condannano il Bari attuale. Oggi i biancorossi sarebbero costretti nuovamente a giocare lo spareggio salvezza. E questo nonostante alla squadra non si possa assolutamente rimproverare nulla sotto l'aspetto della volontà e dell'attaccamento. Con tutti i limiti, i timori, le paure e le contraddizioni, questo Bari si è sforzato di restare a galla, di restare agganciato al treno. Nato un pezzo per volta sulla scia di un'estate segnata da storie infinite di calcio e ricorsi in tribunale, il mosaico biancorosso ha preso corpo con estrema lentezza, pur se obiettivamente era chiaro a tutti che la serie B non l'avrebbe tolta nessuno, nonostante l'infausta retrocessione di Venezia. Ma senza l'ufficialità , senza conoscere con precisione il campionato in cui giocare, la società ha preferito muoversi con cautela. Basti pensare che in ritiro, a Mezzano, Carboni contava sulle dita di una mano i titolari. Il cammino in campionato ha poi fotografato appieno le lacune e le perplessità . La squadra, in fin dei conti, ha fatto quanto era nelle proprie possibilità . Magari alla classifica mancherà anche qualche punto, ma questo è un discorso che un po' tutte le altre portano avanti. Fra incertezze tattiche, qualche scelta ancora discutibile, il Bari e Carboni sono lì a sgomitare. Ora tocca alla società . La lezione dello scorso anno dovrebbe essere servita, l'onta della retrocessione è un qualcosa che l'orgoglioso presidente Vincenzo Matarrese non intende ripetere. È chiaro che a questo Bari occorrano serie iniezioni di energia fresca, qualcosa di diverso e di migliore rispetto agli interventi che l'anno scorso non evitarono comunque la serie C1. Intanto, non andranno via i pezzi migliori. Cioé Gillet non si muoverà , così come Carrus. Ma tornando al discorso delle famose cifre, il Bari attuale è a caccia di gol. Le sedici reti realizzate collocano i biancorossi al penultimo posto quanto a gol segnati. Il bottino delle punte non è da incorniciare: tre gol Santoruvo, tre Motta, senza squilli Gigi Anaclerio e Lipatin. Ovvio che non sarà tutta colpa degli attaccanti, ma l'assenza di un uomo dal gol facile pesa, eccome. Uno dei corteggiati è Davide Dionigi, trent'anni, in forza alla Reggina. Il giocatore non è più nei piani di Walter Mazzarri, tecnico emergente dei calabresi. Domenica scorsa, anzi, si è consumata una rottura insanabile fra i due, quando l'attaccante ha calciato di propria iniziativa, fallendolo, il rigore che avrebbe rimesso in partita la Reggina a Bologna. Dionigi, insomma, si è giocato male la carta. E a sentire fonti vicinissime al club, il trasferimento in Puglia dipenderebbe solo dalla volontà del calciatore. «Se vuole, vada», questa in sostanza l'idea della società amaranto. L'inghippo potrebbe essere rappresentato dall'ingaggio del giocatore, non certo di poco conto, visto e considerato il palmares. Nel ventaglio delle ipotesi c'è anche l'albanese Myrtaj, uno che di gol ne ha sempre realizzati, ma che quest'anno non trova spazio nel lanciatissimo Verona di Ficcadenti. Nella trattativa potrebbe essere inserito Simone Motta, già vicino al Verona nel corso dell'estate passata. Il problema, in questo caso, sarebbe di riportare Myrtaj nelle giuste condizioni, considerato che l'albanese è praticamente fermo. Ad oggi, pur non escludendo altre piste tenute segretissime dalla società biancorossa, il duello sarebbe fra Dionigi e Myrtaj. La priorità resta quindi l'attacco. Le ultime prove di Micolucci hanno in un certo senso rallentato le perplessità sul reparto arretrato. In questo caso, però, ci saranno da verificare i tempi di recupero di Doudou. Se dovessero allungarsi, arriverebbe un altro difensore.
