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06/01/05 - Pescara-Bari, la cronaca

Le ultime news, prese da fonti ufficiali quali siti (non blog) giornali o tv riguardanti il Bari e tutto sul calciomercato: acquisti, cessioni, o semplici interessamenti. Il formato di un nuovo argomento deve essere del tipo GG/MM/AA - TITOLO.

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06/01/05 - Pescara-Bari, la cronaca

Messaggioda Marcomerlino » gio gen 06, 2005 18:51


www.gdmland.it

Il Pescara agguanta il pareggio all’ultimo respiro con un gol di Sbrizzo. Vittoria sfumata in zona Cesarini per un Bari che avrebbe meritato pienamente i tre punti dopo aver condotto la gara per larghi tratti, sfruttando una giornata totalmente negativa del Pescara. Abruzzesi incerti in difesa, macchinosi e confusionari a centrocampo e in avanti. Decisamente sottotono Emanuele Calaiò, evidentemente frastornato e distratto dalle continue voci di mercato sul suo conto.
In partenza, nel Pescara Zeoli non recupera e Simonelli è costretto a dirottare Fusco sulla fascia sinistra. Partita in mano al Bari sin dalle prime battute. Carboni opta per un offensivo 3-4-1-2 (che diventerà 4-3-3 dopo l’uscita dell’incerto Candrina per Goretti), Pescara con l’usuale 4-4-1-1 con Giampaolo a sostenere l’unica punta Calaiò.
Bari subito pericoloso: al 5’ Sibilano va in rete sugli sviluppi di una punizione di Scaglia, ma la sua posizione è irregolare. Al 14’ e al 16’ è La Vista a rendersi pericoloso: ma Ivan nella prima occasione e un’involontaria respinta di Motta in quella successiva negano il gol al fantasista barese. Nel miglior momento del Bari, il lampo del Pescara: Job si invola sulla destra, cross sul secondo palo dove Giampaolo di testa insacca sotto la traversa (24’).
Il Bari non si disunisce, continua a macinare gioco e dopo un doppio miracolo di Ivan (36’) su Sibilano e Motta, arriva il pareggio: azione confusa, Sbrizzo commette l’errore decisivo (mancato intervento in area) e Carrus solo davanti a Ivan non ha problemi ad insaccare.
Pirotecnico l’inizio di ripresa: botta e risposta Calaio-Santoruvo al 4’ e al 6’, poi è proprio l’attaccante barese a costruire il vantaggio biancorosso, difendendo palla ai limiti dell’area e poi invitando al tiro Scaglia, la cui battuta si infila a fil di palo (6’). Il Pescara a testa bassa si butta in avanti, Bari pericoloso in contropiede, ma incapace di chiudere il match prima con Motta (25’) e poi con La Vista (31’).
Antonini fa le prove del pareggio al 41’, arrivando male su un cross dalla destra di Job. In pieno recupero il pareggio di Sbrizzo: angolo di Job, Gilet esce e si scontra sul muro umano in area, Sbrizzo a porta vuota insacca.
Ultima modifica di Marcomerlino il ven gen 07, 2005 15:30, modificato 1 volta in totale.

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Messaggioda Marcomerlino » ven gen 07, 2005 12:10


(Gazzetta del Mezzogiorno)

Qualcosa non va. Qualcosa sfugge alla logica se una squadra (il Bari) continua a pareggiare partite dopo averle controllate, forse anche dominate. Una, due, tre volte. E no, allora viene da pensarci su. Perché la classifica non si nutre di recriminazioni. Gli unici punti che contano non sono quelli che determinano la supremazia di questa o quella squadra ma solo e soltanto quelli «figli» del risultato. Anno nuovo, vita vecchia. Il Bari c'è. Gioca, si agita, a tratti piace. Ma è incompiuto, una fiera del rimpianto. Pescara come Trieste e Treviso, Verona e Piacenza. Due punti buttati via, gli ennesimi di una stagione tribolata. E quel senso di incompiutezza che continua a togliere il sonno a Carboni ed ai baresi. Da questo punto di vista si ricomincia, purtroppo, nel segno della continuità. Carboni conferma le indicazioni della vigilia. Molto aggressivo (3-4-1-2), La Vista rifinitore dietro due attaccanti (Santoruvo e Motta). Ma la vera novità è Candrina esterno destro sulla linea dei centrocampisti. L'obiettivo è chiaro: tenere «alte» le linee, evitando al Pescare di gestire il possesso senza pressione. Missione compiuta, almeno per quel che attiene i primi 20 minuti. Comanda il Bari, che fa girare il pallone azzeccando modi e tempi degli inserimenti sugli esterni. Sibilano gonfia la rete (5'), ma l'illusione dura lo spazio di un attimo. Una bandierina alzata riporta tutti con i piedi per terra. Il dominio biancorosso, inconfutabile. Poche tracce abruzzesi, Calaiò va a sbattere sul muro centrale barese. Il problema, però, è il solito. Scarsa cattiveria negli ultimi 16 metri. Quella che manca a La Vista (15') dopo una bella combinazione sull'asse Bellavista - Santoruvo e al termine di una percussione centrale (18'). Non va meglio Motta, che perde l'attimo dopo un'affondo di Scaglia. Il calcio non è scienza esatta, ma certe volte ci assomiglia un sacco. Come quando il Pescara rompe gli indugi e va a concretizzare un vantaggio discutibile e beffardo (25'). Bellavista, pressato, si appoggia a Gillet. Il portiere rinvia, Scaglia evita il contrasto e Cavallo serve con la testa Job, che scatta sul filo del fuorigioco. La difesa biancorossa è mal disposta, a terra Giampaolo (un ex) è un gioco da ragazzi depositare in rete il pallone a porta spalancata. Il Bari perde sicurezza, i reparti sembrano «scollati». Sembra l'inizio di una partita di sofferenza nonostante resti forte la sensazione di un avversario nettamente inferiore per tecnica e organizzazione di gioco. La svolta, però, arriva al minuto numero 41. Fortuita fin che si vuole, ma di incommensurabile valore. La Vista, Goretti, anche Santoruvo nell'azione che riporta la partita in equilibrio. Un rimpallo fortunato, poi il pallone si smorza sui piedi di Carrus. Un'occhiata al portiere, una finta di corpo: piattone destro, Carboni respira (1-1). L'inerzia è di nuovo biancorossa. Centrocampo super sbilanciato, allora non resta che attaccare gli spazi. Carrus è un gigante lì mezzo ed anche Goretti dimostra di avere metabolizzato la lunga assenza dai campi di gioco. Ora il Bari si schiera con il 4-4-2: La Vista largo a destra, Bellavista a sinistra ma sulla linea dei difensori. Il peperino romano ricomincia con il piglio giusto. Subito un affondo alla sua maniera (4'), Santoruvo ci mette un piede ma il pallone rotola fuori. Pescara alle corde. Ci prova Goretti, che dal centro innesca Santoruvo: stop perfetto, il bomber si gira e serve a Scaglia un pallone invitantissimo. Sinistro rabbioso, Ivan si allunga ma non può nulla: 1-2, giusto così, la reazione abruzzese resta nell'album dei buoni propositi. C'è ancora tanto Bari. E anche i soliti errori di mira. Motta si ritrova a tu per tu con Ivan, da posizione un tantino decentrata: destro violento e centrale, l'estremo pescarese si aggrappa all'istinto e l'occasione sfuma (23'). Carboni decide che arrivato il momento di Dionigi, che far coppia con Santoruvo. Altri duellanti pugliesi. La Vista, sempre lui, è solissimo a centro area, ma non riesce ad addomesticare il pallone. Il Pescare è furore e confusione, null'altro. Un raid di Antonini (42') mette solo paura a Gillet. Il 2-2 al 93' (sinistro rapinoso Sbrizzo) è un pugno in faccia. L'area di rigore, una bolgia infernale, il pallone, una scheggia impazzita. Sul tiro dalla bandierina, parabola velenosa: qualcuno «dorme». Un film già visto. Il titolo? La grande illusione. Antonello Raimondo


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