(Gazzetta del Mezzogiorno)
Ha lasciato sbollire l'ira, la tensione accumulata per quel dannatissimo pari di Pescara. Vincenzo Matarrese aveva preferito abbandonare in tutta fretta la tribuna dell'«Adriatico», scosso dal colpo basso di Sbrizzo proprio quando il profumo della terza vittoria esterna si era fatto intenso. «Scippo» calcistico o meno, al presidente non era davvero andato giù il modo con il quale il Bari aveva gettato al vento l'ennesima partita, l'ennesima occasione. Due giorni per digerire l'insoddisfazione, poi la solita passeggiata al campetto dell'antistadio, un modo eloquente per suonare la carica in vista della sfida di domani sera con il Vicenza, ma anche per tenere sotto osservazione l'ultimo arrivato Davide Dionigi. «È uno che ha carattere - dice il massimo dirigente biancorosso - e si vede pure nelle partitelle. Per lui parlano i gol, le tante stagioni trascorse in serie A. La squadra non potrà che trarre vantaggi da lui, da uno con la sua esperienza e forza. A Pescara ha cominciato a prendere confidenza con il campionato e soprattutto con i nuovi compagni». Carboni prova e riprova gli uomini che in un modo o nell'altro dovranno dare una spallata al tabù del San Nicola. Le vittorie in casa sono la macchia di questo Bari e il presidente ne è pienamente consapevole. Matarrese osserva e fa coraggio: «Fino ad oggi in casa - commenta con sincerità - ci è anche andata bene in alcune circostanze. La classifica lo dice apertamente, mancano i punti interni. Vedremo domani, se contro il Vicenza riusciremo a far festa, ad inaugurare il nuovo anno al San Nicola con una bel successo. Ci spero tantissimo. E inutile stare a vedere il rendimento esterno del Vicenza, sono storie che non ci devono interessare. Dobbiamo soltanto pensare a noi, a dare una accelerata». Mirino sui veneti, ma Matarrese non riesce del tutto a dimenticare la trasferta in Abruzzo. Oggi il Bari avrebbe potuto respirare meglio, avrebbe potuto contare su una classifica più colorata: «È la quarta partita esterna consecutiva che gettiamo al vento. Aprimmo la serie a Trieste; poi Treviso, Piacenza e Pescara. Una sequenza da non credere, non dico che avremmo dovuto mettere assieme dodici punti, ma un paio di partite erano da vincere. Giovedì scorso siamo stati ingenui, il Pescara non faceva altro che lanciare palloni in avanti, senza una idea precisa. Con un attimo di calma, riflettendo un po' di più, avremmo chiuso il match in anticipo. Mi fa rabbia, tanta rabbia». Matarrese difende a spada tratta Simone Motta, uno degli investimenti più pesanti degli ultimi anni: «Ormai è una scommessa, verrà fuori per forza. Ne sono convinto, ne è convinto pure l'allenatore. Sia chiara una cosa: non abbiamo acquistato Dionigi per mandare via Motta. Anzi, l'arrivo di Dionigi suonerà da ulteriore stimolo per l'attaccante friulano».