(Gazzetta del Mezzogiorno)
Il Pescara che compie l'impresa, così come la Salernitana. Il Modena che vince, così come l'Arezzo. La Ternana che non perde. Oggi tocca al Bari, un punto appena di vantaggio sulla zona retrocessione, in quel freezer che si annuncia il «Delle Alpi». In coda cominciano i botti di stagione, e sono colpi che pesano parecchio nell'economia di una classifica che si allunga e si accorcia come una molla di giornata in giornata. Tenendo sempre con il fiato sospeso la folta truppa che scappa davanti all'incubo che avanza. Dall'altra parte un Torino tornato a tinte forti grazie alla spinta dei quattro punti conquistati nelle ultime due partite. E che oggi accarezza, ancora una volta, l'opportunità di riagganciare il secondo posto, dove c'è l'Empoli, e scavare un mini solco di tre punti con il resto del vagone-promozione. Un testa coda con tutti i crismi del caso. Ma proprio da questo il Bari può trovare una spinta notevole e inaspettata. Perché, in fondo, giocare questo tipo di partite non affibbia grandi responsabilità . Un pensiero che Carboni ha fatto suo già da qualche giorno e ha trasmesso alla squadra. Magari scopri, poi, che è la ricetta giusta per allungare la serie positiva a dieci turni: «Il Toro - dice il tecnico biancorosso - ha ritrovato forza e morale, è sufficiente leggere i nomi degli uomini di Rossi per avere un quadro preciso. Dobbiamo giocarci la partita sapendo di non avere nulla da perdere. Contro le "grandi" se si riesce a fare punti è tutto un guadagno. Bisognerà però metterci in campo molta più attenzione, e soprattuto sfruttare le occasioni che possono capitare». Batte il tasto dell'attenzione, l'allenatore biancorosso. Ed è un richiamo voluto dopo le ultime amnesie che sono costate gol e punti, ultima quella contro il Cesena. Davanti a gente come Pinga, Marazzina, Quagliarella e via discorrendo, o si tiene alto il livello di concentrazione, oppure il risveglio potrebbe avere un sapore amarissimo. La terza partita in otto giorni è pure l'apertura di un ciclo da brividi. Torino è la porta d'ingresso verso un «tre-su-quattro» in trasferta (Albinoleffe e Genoa) complicato, al quale andrà ad aggiungersi il match interno contro il Verona. All'andata il giro fruttò la miseria di due punti, oggi, con il Bari in queste condizioni di classifica, lo stesso bottino non sarebbe sufficiente. «Andiamo lì - è il messaggio di Carboni - e giochiamo al calcio, senza paure. Certo consapevoli di trovare di fronte gente di categoria superiore, gente che probabilmente nel prossimo campionato sarà in serie A. Servirà lo spirito giusto, l'atteggiamento convinto di una squadra che deve fare punti anche a Torino per cercare di tenere a distanza la zona calda». La rifinitura di ieri mattina, salutata dal presidente Vincenzo Matarrese in visita beneaugurante, ha per lo meno spazzato qualche piccola nube. Goretti e Carrus hanno recuperato, entrambi disponibili. Ma il tecnico non rischierà entrambi i giocatori. Torna Carrus, venti giorni dopo l'ultima apparizione, a Empoli. Carboni fa molto affidamento sul ragazzo sardo, l'unico in grado di accorciare con gli attaccanti (saranno Dionigi e Santoruvo) e dettare i tempi del gioco offensivo. Goretti ripartirà dalla panchina, ammaccato dall'influenza dei giorni scorsi. Difesa a quattro, Doudou probabilmente sacrificato: Brioschi a destra, Sibilano e Micolucci in mezzo, Bellavista a sinistra. La Vista e Scaglia gli esterni di centrocampo, Gazzi l'altro centrale di centrocampo. L'impianto è il solito, magari la variabile potrebbe essere rappresentata da una marcatura più da vicino nei confronti di Pinga, annunciato in grande spolvero. Tre sconfitte interne, comunque, denotano qualche crepa nel ruolino di marcia dei granata. Sarà compito del Bari provare ad allargare, qualora ce ne fossero, le debolezze toriniste, ad approfittare delle piccole incertezze. Vero è che non c'è niente da perdere, ma è sempre meglio non perdere altro terreno. Perché il campionato si accorcia e di tempo ne resta sempre meno. Fabrizio Nitti