(Gazzetta del Mezzogiorno)
TORINO Il Bari si ferma a Torino. La lunga serie positiva dei biancorossi questa volta ha dovuto fare i conti con la determinazione dei granata di Ezio Rossi, quantomai determinati a non lasciarsi sfuggire il secondo posto. Eppure i pugliesi non hanno demeritato affatto. Questo Guido Carboni lo sottolinea a chiare note: «Il grosso rimpianto sono le sostituzioni obbligate che siamo stati costretti a fare - chiarisce il tecnico del Bari, piuttosto deluso - La Vista per problemi agli adduttori e Dionigi, che già aveva incominciato la partita con un'infiltrazione. Abbiamo resistito bene per un'ora buona, senza creare occasioni, ma anche senza subirne di significative. Dopo i cambi ci sono stati tre minuti di caos da parte nostra». Il tecnico evidentemente si riferisce alla fascia destra da dove sono arrivate le palle più pericolose, soprattutto dai piedi di Pesaresi. «Il grosso rimpianto - continua Carboni - è di non aver potuto schierare undici giocatori al meglio della condizione fisica. Se avessimo avuto la possibilità di giocare in condizioni atletiche ottimali per tutti i novanta minuti saremmo riusciti a portare a casa un risultato senza dubbio positivo». Il «Delle Alpi» comunque è un terreno difficile... «Uscire imbattuti da Torino magari non ci avrebbe aiutati significativamente dal punto di vista della classifica, ma senza ombra di dubbio ci avrebbe dato una grossa iniezione di fiducia dal punto di vista del morale per il prosieguo del campionato». Eppure, al di là del suo rammarico, la squadra è stata all'altezza della seconda in classifica fino alla metà del secondo tempo. Un undici compatto e ben disposto in campo che ha combattuto, lottato e chiuso ogni varco alle iniziative della formazione granata. «Il gruppo dimostra tutte le settimane di essere moralmente molto compatto e forte - commenta il tecnico del Bari - la striscia positiva di nove partite consecutive dimostra quanto la squadra stia cercando di tenere botta, nonostante soprattutto nell'ultimo periodo numerosi nostri giocatori tra i più rappresentativi, quali Dionigi, Carrus e Goretti, non riescano ad allenarsi mai al massimo e con una certa continuità ». Pier Paolo Berra