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I nove risultati utili consecutivi avevano forse illuso il Bari di aver trovato il pertugio giusto per allontanarsi dalla zona pericolo. Purtroppo per i biancorossi è arrivato il brusco richiamo alla realtà . La squadra continua a recitare con sufficiente disinvoltura il copione elaborato da Carboni; ma i soliti errori e le debolezze proprie del collettivo non consentono di volare alto e di pensare a qualcosa di diverso che non sia la salvezza. Un rituale che puntualmente va in scena, soprattutto quando ci si trova ad affrontare avversari che hanno una struttura tecnica più affidabile e competitiva. La differenza di valori, specie nel campionato di serie B, non si traduce sono nella espressione del gioco prodotto. Ieri sera, il Bari al cospetto del Torino non ha sfigurato. Ma nel momento clou dell’incontro è emersa la scaltrezza, l’esperienza, il carattere e la qualità dei granata che hanno messo a tacere Bellavista e soci con due guizzi di Marazzina nello spazio di appena centoventi secondi.
Nel clan biancorosso torna ad aleggiare il fantasma della retrocessione, anche perché il risveglio di qualche temibile concorrente (vedi Pescara e Salernitana) ha rimesso tutto in discussione. Siamo punto e a capo. Bisogna rimboccarsi nuovamente le maniche e ripartire. Ma probabilmente in questa fase cruciale del campionato sarebbe quanto mai importante, se non proprio indispensabile, osare di più e non ricadere nelle arcinote amnesie difensive che continuano a compromettere il discreto lavoro svolto dal centrocampo. Le prossime partite saranno particolarmente impegnative per il Bari. Non resta che armarsi di coraggio e alzare il ritmo per cercare di modificare il percorso accidentato su cui i biancorossi si sono incamminati. E’ uno sforzo suppletivo che forse potrebbe cambiare lo scenario attuale