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18/02/05 - Bellavista si riprende il Bari

Le ultime news, prese da fonti ufficiali quali siti (non blog) giornali o tv riguardanti il Bari e tutto sul calciomercato: acquisti, cessioni, o semplici interessamenti. Il formato di un nuovo argomento deve essere del tipo GG/MM/AA - TITOLO.

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18/02/05 - Bellavista si riprende il Bari

Messaggioda Marcomerlino » ven feb 18, 2005 14:59


(Gazzetta del Mezzogiorno)

BARI Con i compagni era stato chiaro: «Fatemi un regalo, la vittoria a Bergamo». Stare fuori è sempre un inferno, figurarsi per uno come Antonio Bellavista che vede il rettangolo verde come un campo di battaglia. Dove sprigionare forza e rabbia, orgoglio e passione. Con la fascia al braccio. Lui, capitano della squadra in cima ai suoi sogni da ragazzino. I trionfi con la Primavera di Lello Sciannimanico (suo il gol nella storica vittoria al «Viareggio»), poi l'approccio con la prima squadra. Eugenio Fascetti non ha mai nascosto le proprie simpatie per questo ragazzo di provincia (è nato a Bitonto, anche se da qualche anno vive a Santo Spirito). L'uomo ideale per un trasformista come il tecnico viareggino, uno che amava cambiare marcatura ad ogni sussulto della squadra avversaria. A destra e a sinistra, a centrocampo e in difesa, in mezzo e sul regista avversario. Jolly di professione, uno di quelli che tutti gli allenatori vorrebbero con sè per l'umiltà e la disponibilità con le quali approccia il lavoro settimanale prim'ancora che gli impegni ufficiali. Antonio Bellavista è innamorato del «suo» Bari. Qui è casa sua, questa è la sua squadra. Nonostante qualche ferita ancora aperta e un rapporto con la tifoseria non sempre idilliaco (nemo profeta in patria, raccontavano saggiamente i latini). A lui la gente non perdona nulla nonostante un attaccamento alla maglia che sembra ormai appartenere ad un calcio che non c'è più. Bellavista, con il Bari una storia che non finisce mai. «Fosse per me resterei qui a vita». Ma non si sente un po' stanco? «Beh, in tanti al mio posto sarebbero già scappati. Io no». I tifosi hanno spesso il dito puntato su di lei? «È normale. Io sono barese. Io sono il capitano. E quando le cose vanno male la colpa è soprattutto di Bellavista. Però mi piacerebbe, insomma, essere chiamato in causa anche dopo le vittorie. Altrimenti che gioco è?». Si sente ferito? «No, ci mancherebbe. Le delusioni passano in fretta. E poi sono cose che fanno parte del gioco». Nel 2006 scadrà il suo contratto. Che fa, firma? «Io firmerei anche ora, naturalmente a cifre ridotte. C'è tempo. Ne parleremo più in là. Ovvio, che per fare un matrimonio bisogna essere in due». A gennaio c'era il Messina sulle sue tracce. «Non so se si trattasse di un interessamento vero. Mi risulta, invece, che Mutti mi stimi. Ma, ripeto, io sto bene a Bari». La squadra, però, non vuol saperne di decollare. Passano gli anni ma... «Quest'anno è diverso. Il Bari esprime un buon calcio». E con la classifica come la mettiamo? «Siamo partiti tra mille difficoltà. Ma ora giochiamo alla pari con tutti». Pensa alla salvezza come un obiettivo vicino? «I traguardi vanno conquistati con il sacrificio. In questo momento penso solo che questo gruppo ha la qualità per chiudere in crescendo». Carboni se la cava bene nonostante percorra una strada piena di trabocchetti. «È giovane, ma ci sa fare. Ha idee e una mentalità vincente». Pensava la stessa cosa quando l'allenatore la spediva in panchina? «L'ho detto e lo ripeto: ci sono rimasto male, ma ho reagito come tutti dovrebbero fare. Allenandomi al massimo». Il tenore dei vostri rapporti. «Ottimi. Sia chiara una cosa: una scelta si può non condividere, ma si ha il dovere di accettarla. Sono un professionista e, per di più, in qualità di capitano ho l'obbligo di dare l'esempio. Carboni non è mai stato un problema. Era e resta un tecnico preparato, che giochi o non giochi Bellavista». Arriva il Verona. «Partita tosta. Avversario brillante, con una scorta di attaccanti niente male. Ma il Bari non ha paura». Vi difenderete attaccando? «La nostra è una squadra costruita per giocare il pallone». Sì, ma gli equilibri? «Mi pare che da questo punto di vista siamo a buon punto. Subiamo pochi gol proprio perché tutti si muovono in sincronia». Fisicamente a che punto siete? Lo sprint è lanciato. «Io sto alla grande. Da anni non mi sentivo così bene. Finalmente non ho avuto intoppi fisici. Mi sento rinato. E il merito va a Carboni e al suo staff che è di primissima qualità. Devo dire grazie a loro se oggi Bellavista è di nuovo un giocatore al massimo della forma. Il professor Falasca ci sa fare e i risultati si vedono». Tutti parlano di Gazzi. «Gioca nel mio ruolo, per me potrebbe essere un problema esaltarne le doti. Ma Alessandro è forte davvero. Poi ha la "testa" giusta. È umile, viene spesso chiedere consigli. E, in allenamento, quando ci scappa un pestone non ci pensa su due volte a scusarsi. Se allenassi in serie A... lo vorrei subito con me». L'allenamento di ieri, intanto, ha mostrato un Dionigi in progresso. Sta meglio anche Brioschi. Sibilano ha interrotto l'allenamento (con Gazzi) in anticipo per una pallonata in pieno volto: nessun allarme dopo la visita del dottor Viggiano. Antonello Raimondo

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