(Gazzetta del Mezzogiorno)
Segna Dionigi e il Bari vince in casa: è successo di nuovo, dopo la partita di inizio gennaio contro il Vicenza. Ed anche ieri, così come all'esordio in maglia biancorossa, il centravanti emiliano ha dedicato il gol alla moglie Cristina e alla figlia Arianna. «Glielo avevo promesso», racconta lui. Che ieri è corso sotto la tribuna centrale ed ha fatto un gesto verso la sua famiglia: la sera dell'esordio non c'erano, ieri invece erano per la prima volta al «San Nicola» ed hanno portato fortuna. E così a Bari è di nuovo Dionigi-day. «Questa vittoria è merito della squadra», dice. Ma è chiaro che è orgoglioso di quella rete segnata un po' di rapina, da predatore dell'area di rigore. «L'azione è nata da una bella intuizione di La Vista e di Santoruvo», racconta. Però, quando si è trattato di metterci la zampata vincente, Dionigi era lì. E così dopo la partita c'è qualche ragazzino che chiede l'autografo, poi l'abbraccio con Bogdani (erano insieme alla Reggina. «Ma Foti ti ha pagato?», ha chiesto all'albanese) e la piccola Arianna che gli salta tra le braccia. «Devo dire che alla fine ci è andata bene, perché il Verona è un'ottima squadra e merita i punti che ha». Eppure il bomber biancorosso era apparso un po' troppo su di giri, tanto da rischiare l'espulsione. «Il primo fallo che ho subito era rigore netto. Probabilmente ero in fuorigioco, ma un difensore del Verona mi ha trattenuto per la maglia. Secondo me l'arbitro guardava da un'altra parte. Ho protestato, però l'episodio mi ha molto innervosito. Fate un po' di conti, vedete voi da quanto tempo è che non ci danno un rigore. Sembra che gli arbitri ce l'abbiano con il Bari». Ma in fin dei conti, quel che più importa è il risultato. «Abbiamo giocato in maniera molto organizzata. Ci siamo espressi bene sul piano del gioco. Bisognava difendere l'1-0, perché memori di quanto è successo contro il Cesena e il Catanzaro era necessario giocare in modo guardingo». Dionigi sembra aver superato il problema al piede («Va meglio. Sento meno il dolore») ed ha voglia di guardare al futuro. «Ora possiamo andare a Genova senza l'acqua alla gola. Poi potremo "staccare" sulle inseguitrici nelle due partite in casa successive». Del resto, dopo un risultato così è difficile non essere ottimisti. «Siamo tutti molto contenti», conferma Giorgio La Vista. «Era importante vincere per dare continuità al rendimento e soprattutto per dare più significato ai tre punti conquistati contro l'Albinoleffe». Anche se il campionato del Bari non è finito. «Ci aspettano altre quindici battaglie, per cui dobbiamo rimanere con i piedi per terra. Speriamo di arrivare al più presto possibile alla quota salvezza, che secondo me vuol dire almeno 50-52 punti, e poi...». E poi meglio non pensarci. Anche perché il Bari ha dovuto lottare con i denti per questa vittoria, ed ha rischiato di subire il pareggio. «È una nostra pecca - conferma il 25enne romano - non sappiamo chiudere le partite e ci ritroviamo a dover soffrire fino alla fine. Ma se vogliamo guardare il lato positivo, allora bisogna dire che siamo diventati più cinici». In questo senso La Vista è uno degli attori principali, bravo a sfruttare un'indecisione della difesa ospite per poi ispirare l'azione decisiva del match: «Sì, ma tutta la squadra si è espressa ad un ottimo livello, soprattutto nel primo tempo. Nella ripresa il Verona ha spinto di più e siamo calati, ma abbiamo avuto il merito di non mollare mai». m.sc.
