spacer
     

09/05/05 - Un Bari da "indietro tutta"

Le ultime news, prese da fonti ufficiali quali siti (non blog) giornali o tv riguardanti il Bari e tutto sul calciomercato: acquisti, cessioni, o semplici interessamenti. Il formato di un nuovo argomento deve essere del tipo GG/MM/AA - TITOLO.

Moderatore: Pino

Marcomerlino

Avatar utente
Fedelissimo
Fedelissimo
 
Messaggi: 7623
Iscritto il: dom gen 26, 2003 19:42
Località: In front of By Pino
Highscores: 0

09/05/05 - Un Bari da "indietro tutta"

Messaggioda Marcomerlino » lun mag 09, 2005 19:06


(Gazzetta del Mezzogiorno)

BARI Guido Carboni si è rivelato buon profeta, purtroppo per il suo Bari. Questa partita a Venezia proprio non garbava al tecnico aretino, che in settimana aveva più volte posto il problema. Partita in discesa, ma solo sulla carta. Con i lagunari praticamente in C e i pugliesi forti di stimoli superiori. È andata diversamente, come racconta crudamente il risultato. Sconfitta di misura, ma legittima (all'attivo dei veneti una traversa e un paio di ghiotte occasioni sprecate). Il Venezia l'ha propiziata trovando stimoli e gambe proprio quando la stagione volge al termine. Il Bari l'ha subìta confermandosi «specialista» in cadute impossibili (ricordate quelle famose contro Ternana e Piacenza, alcuni anni fa?). Approccio sbagliato Una squadra nata per soffrire. Del Bari si dice spesso questo, a ragion veduta evidentemente. Per la sua innata capacità di complicarsi la vita e, soprattutto, di non sfruttare le occasioni giuste per aggiustare la classifica. Uno status che ha origini datate (cinque anni, mese più mese meno) e che, naturalmente, sta cominciando a diventare un problema abbastanza serio. Soprattutto quando di mezzo c'è una serie B che non smentisce mai la sua fama di campionato indecifrabile fino in fondo. Non è un mistero che la sconfitta di Venezia abbia motivazioni collegate alla questione psicologica. Il Bari ha perso pur dimostrando di non essere inferiore ad un avversario organizzato e motivato sì, ma certamente non immune da carenze tecnico-tattiche. Approccio fallito, molle la gestione della partita. Almeno fino al gol di Oliveira (altra prerogativa pugliese, «resuscitare» calciatori in piena crisi d'identità o, peggio, sul viale del tramonto). Uno schiaffo evitabile. Meglio, la peggior maniera per cominciare una partita che avrebbe potuto e dovuto segnare l'ipoteca biancorossa sulla salvezza. I conti non tornano, da questo punto di vista. Lo sa Carboni, lo sanno anche Bellavista e compagni. Questione inconscia, limiti forse caratteriali. Pur riconoscendo a questo gruppo la capacità di aver gestito alla perfezione tutti i momenti delicati della stagione (ce n'è stato più d'uno). Cosa fare? Quali rimedi? Quali risposte? La sensazione è che sia tardi per provare a spiegare e spiegarsi. Anche perché, classifica alla mano, conviene concentrarsi sulle ultime cinque fatiche di campionato. Per «processi» e bilanci c'è sempre tempo. Il ruolo di Anaclerio Gigi Anaclerio, da qualche tempo, è diventato uno dei calciatori più chiacchierati. In tanti lo vorrebbero più spesso in campo, complice qualche prestazione importante e un gol da attaccante di razza. Il ragazzo ha qualità, questo è poco ma sicuro. Ma sarebbe un errore ritenere che Carboni abbia una sorta di preclusione nei suoi confronti. L'autolesionismo, almeno stavolta, c'entra ben poco. Il problema, semmai, è un altro: e risiede nelle argomentazioni di natura tattica che pongono l'allenatore barese in condizioni di serio imbarazzo. Una premessa, tanto per fare chiarezza. Nonostante l'impegno e l'applicazione, Gigi Anaclerio era e resta una punta. Per caratteristiche tecniche e fisiche. A meno che non gli si chieda di fare l'esterno «alto», magari in un ambizioso 4-3-3. Il Bari, però, non sembra avere gli uomini adatti a giocare questo tipo di calcio, potendo contare su centrocampisti (Carrus, La Vista, Goretti) che prediligono la costruzione del gioco più che la fase difensiva. Insomma, restano i due ruoli lì davanti, con Santoruvo (tra i biancorossi più vivi: s'è procurato il rigore e ha sfiorato il gol con un bellissimo colpo di testa, oltre al solito impagabile lavoro al servizio della comunità) e Dionigi che non vantano certo trattamenti di riguardo. Sono solo scelte. E come tali vanno rispettate. Intanto c'è che sabato potrebbe toccare proprio all'ex Rivaldo di Bari. Dionigi verrà squalificato (stessa sorte toccherà a Goretti e Doudou) ed è assai probabile che Carboni decida di liberare l'estro di questo mancino dal tocco felpato, che vive indubbiamente un buon momento ma che, forse, deve ancora crescere nella capacità di giocare per e con la squadra. Il problema Carrus L'assenza di Scaglia ha complicato non poco i piani di Carboni, che anche a Venezia si è dovuto «inventare» Carrus (per lui secondo errore dal dischetto, dopo quello di Piacenza) esterno di fascia sinistra pur di non tradire il collaudato 4-4-2. Un esperimento durato solo un tempo tempo, che non ha dato (proprio come accadde a Salerno) gli effetti sperati. Il problema è che Carrus non ha il passo del cursore. Ma, cosa ancora più grave, in mezzo al campo il Bari si priva di un calciatore fondamentale. Un lusso che, forse, Carboni non si può consentire nonostante l'impegno e l'applicazione di Goretti. Senza volersi, per carità, sostituire a Carboni riteniamo di poter ribadire con forza come l'unico modulo in grado di supportare la contemporanea presenza di Carrus e Goretti nel vivo del gioco era e resti il 3-5-2. Tanto più che sia Bellavista che La Vista (in Laguna è stato tra i migliori, sempre nel vivo del gioco) hanno dimostrato di poter coprire con sufficiente autorità tutta la fascia di competenza. Ogni soluzione alternativa avrebbe, sempre e comunque, il limite della precarietà. Come spesso accade quando una pedina importante finisce per giocare fuori ruolo. Carboni e il futuro Amareggiato, ma non depresso. Vinto, ma non rassegnato. Guido Carboni ha superato avversità ben peggiori di questo dopo Venezia. La sua forza sarà ancora il lavoro settimanale, quello che ha consentito al Bari di costruirsi un'identità tattica sempre ben visibile. Dovrà soffrire ancora, insieme ai suoi ragazzi. Nella consapevolezza di avere nella forza dello spogliatoio la vera arma in più in questo tribolato (tanto per cambiare) finale di stagione. Il Piacenza darà le prime, importanti risposte. Fuor di dubbio che urga una reazione immediata. Anche alla luce di un calendario reso «viscido» da trappole disseminate qua e là. Antonello Raimondo

ideal74

Fedelissimo
Fedelissimo
 
Messaggi: 5687
Iscritto il: mar mar 11, 2003 21:01
Highscores: 0

Messaggioda ideal74 » lun mag 09, 2005 20:41


GLI ALTRI GIOCANO CONTRO LE SQUADRE DEMOTIVATE E SI PORTANO A CASA I PUNTI CHE VOGLIONO, NOI, INVECE, FACCIAMO DEL VITTIMISMO ANCHE QUANDO ANDIAMO A GIOCARE CONTRO UNA SQUADRA GIA' RETROCESSA E CHE HA UN PARCO ATTACCANTI LA CUI MEDIA E' DI 58 ANNI


Torna a NEWS & MERCATO

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 143 ospiti