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05/10/05 - Bari, una crisi da scongiurare

Le ultime news, prese da fonti ufficiali quali siti (non blog) giornali o tv riguardanti il Bari e tutto sul calciomercato: acquisti, cessioni, o semplici interessamenti. Il formato di un nuovo argomento deve essere del tipo GG/MM/AA - TITOLO.

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05/10/05 - Bari, una crisi da scongiurare

Messaggioda Marcomerlino » mer ott 05, 2005 13:30


(Gazzetta del Mezzogiorno)

BARI Se dovesse far testo solo e soltanto la classifica, la notturna Bari-Mantova, recupero del terzo turno della B, sarebbe meglio non giocarla. Cinque punti (con una partita in meno) la formazione di Carboni; diciannove punti quella di Di Carlo in sette giornate. Sembra un pronostico chiuso, verdetto già emesso, sentenza passata in giudicato. Da una parte una squadra che si attorciglia su mille problemi, dall'altra la matricola delle meraviglie, capoclassifica della B a sorpresa e con merito, formazione che da due anni è abituata unicamente a vincere. Partite e campionati. Dalla C2 alla B senza respirare, uomini rodati, gente che si conosce a memoria, come sottolineano le cifre. All'interno del Mantova imbattuto c'è un po' di tutto: una difesa seconda a quella del Torino (4 reti subite contro le due granata), il miglior attacco (12) dopo il Cesena (13), la confidenza con la vittoria (sei, record), la voglia di non perdere (0). Gente conosciuta (l'ex Poggi, Tarana, Sommese, Brambilla) e gente meno conosciuta, ma affamata (Noselli, ad esempio), cocktail perfetto per metter su un complesso che conta pure sull'intelligenza tattica di gente come Grauso e la corsa di Caridi. Presentazione d'obbligo per la capolista lombarda, orfana di Graziani squalificato. Ma a noi interessa soprattutto il Bari, questo Bari che partito a razzo, si è via via afflosciato diventando quasi un caso da psicanalizzare. Perché, a sentire i protagonisti, dietro l'accenno della crisi biancorossa c'è la tensione, il nervosismo, la perdita di sicurezze e tranquillità. Con il risultato, identico alla passata stagione, di ritrovarsi a combattere nuovamente nella coda della classifica. Un Bari che non riesce a decollare, offre sprazzi di gioco accettabile, ma poi fatalmente si lascia avvolgere e mangiare dalla paura. Ma non c'è solo questo. Perché è chiaro che sono pure altri i problemi che affliggono la squadra, solo due punti conquistati nelle ultime cinque partite. I limiti dell'organico, certo. Ma anche un atteggiamento abbastanza diffuso sul campo di sufficienza e approssimazione. E qui, pur con tutti i suoi pregi e i suoi difetti, le scelte discutibili, c'entra ben poco l'allenatore. Se c'è chi si distrae mentre la palla gli rimbalza davanti, se c'è chi decide che, «tanto il gol prima o poi lo facciamo e quindi perché devo sforzarmi», come si fa a dare la croce addosso ad altri? Il dare tutto per scontato, alla fine, causa più guai di tutto il resto, obiettivamente l'aspetto è più preoccupante di quello tecnico e tattico. Assodato che non c'è un problema allenatore all'interno del gruppo, non resta proprio stasera che giocare per il tecnico. Non che Carboni sia a rischio, non che la sua panchina sia bollente. Ma è chiaro che una prestazione gonfia di carattere, di volontà, di atteggiamento positivo, non potrà far altro che aumentare la già cementificata unione dello spogliatoio. La sfida alla numero uno del campionato è forse l'esca adatta, anche se come ha detto La Vista nei giorni scorsi, gli stimoli non si dovrebbero mai perdere. Partita che ovviamente si può perdere, almeno gettando l'anima in campo, mostrando segnali di risveglio. Serve una scossa, ma di quelle potenti, poderose, in grado di dare luce ad un'intera città. La terza partita interna consecutiva, vantaggio che ad altri non è toccato, giunge dopo una sconfitta ed un pareggio (Bologna e Piacenza) brucianti per le modalità. Quello che avrebbe potuto essere il trittico del rilancio, si è trasformato in un trittico di grandi interrogativi. Dei nove punti bramati, al massimo ne arriveranno quattro, se il Bari riuscirà a reagire e a togliersi di dosso quell'abito di presunzione che inopportunamente si è calato addosso. Serie A, playoff e via discorrendo. Magari sarà così, fra qualche mese. Ma oggi occorre trasmettere l'immagine di una squadra almeno viva sotto l'aspetto dell'orgoglio, fermo restando che non è semplice far quadrare il cerchio se le frecce all'arco sono limitate e la personalità non eccelsa. Che sia un Bari da retrocessione proprio no. Che sia un Bari che può aspirare ad una stagione più tranquilla, questo almeno consentiteci di sperarlo. Fabrizio Nitti nitti@gazzettamezzogiorno.it

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