(Gazzetta del Mezzogiorno)
BARI Per una volta ha finalmente messo d'accordo tutti. Estimatori e «oppositori». A Torino, Antonio Bellavista ha giocato una grande partita per tanti motivi. Per la sagacia tattica con la quale ha interpretato il ruolo di marcatore centrale (bravo nelle chiusure, sicuro negli anticipi, puntuale nei raddoppi), per il furore che ha saputo opporre ad attaccanti di indubbio spessore (Muzzi e Fantini) e per la personalità con la quale ha vissuto una serata particolarmente delicata. Bellavista non è mai stato e mai sarà un trascinatore nel senso più vero della parola. Non ha le qualità tecniche per diventare una pedina in grado di prendere per mano la squadra. Ma un esempio, sì. Di attaccamento alla maglia, di propensione al sacrificio, di voglia di mettersi sempre in discussione nonostante più di trecento partite in maglia biancorossa. Antonio è un riferimento per lo spogliatoio, lui professionista impeccabile e atleta ancora nel pieno delle forze. Lo è sicuramente per i più giovani. Ma potrebbe e dovrebbe esserlo anche per quei compagni che, pur in là con gli anni, avrebbero ancora tanto da imparare sul piano dell'umiltà e della capacità di soffrire adattandosi alle contingenze. Sul piano personale, le quotazioni di Bellavista agli occhi dei tifosi sono in netto rialzo. Dopo anni di equivoci (perché quel dito sempre puntato contro di lui? Eppure nessuno ha mai parlato di Antonio come di un fuoriclasse o di un centrocampista in grado di fare la differenza) ed eccessi (contestazioni, «processi», anche una vile aggressione). Oggi c'è più tolleranza nei confronti del capitano e addirittura qualcuno comincia a capire l'utilità di giocatori con le sue caratteristiche, tecniche e caratteriali. Meglio tardi che mai. Ma comunque presto... per cantare vittoria. Bellavista, come ci si sente nei panni di capitano di un Bari sempre costretto a pedalare in salita? «Ah guardi, io ci sono abituato. Ma non vedo dove sia il problema. Per me è un onore indossare la fascia». Bari guarito o convalescente? «Bari sulla strada giusta, direi». Semplici impressioni o c'è altro? «Beh, sono solito dare grande importanza a quello che dice il campo. La squadra sta ritrovando la sua vecchia anima». Si riferisce alla gara di Torino? «Non solo. Vogliamo parlare di Bari-Atalanta? Quel gol fortunoso avrebbe stroncato chiunque, tenendo presente la nostra classifica. E invece no, c'è stata la reazione e quel gol nel finale è stato il giusto premio ad un atteggiamento sempre positivo». A proposito di classifica, quella attuale è veritiera? «La classifica dice sempre la verità . Finora abbiamo dovuto convivere con problemi di varia natura. Io, però, resto convinto di certe cose». E cioè? «Il Bari può ambire a posizioni diverse. Occhio, però. Nessuna voglia di prendere in giro la tifoseria. Non mi sognerei mai di urlare ai quattro venti che la squadra può ambire a certi traguardi. La zona retrocessione, però, non ci compete». Avviata l'operazione rimonta? «No, viviamo alla giornata. Chiaro che puntiamo ad allontanarci prima possibile dai bassifondi. Senza farci prendere dalla fretta». Bellavista, professione jolly. «Gioco dove serve, l'ho detto mille volte e lo ripeto. Il mio modo di intendere il calcio non cambia. Corsa e aggressività , anche se non mi garba quando qualcuno mi definisce scarso tecnicamente». Non vorrà mica giocare anche da trequartista? «No, quello no. Ma non credo di avere piedi così grezzi. In pochi sottolineano i miei assist e i cross che, qualche volta, mandano in gol i compagni com'è accaduto con Sibilano nel match contro l'Atalanta». Cosa sta a significare quella firma sul nuovo contratto con il Bari? «Semplicemente... una scelta di vita. Il Bari mi ha dato tutto, con il Bari ho potuto vivere l'emozione della serie A. Ho ricambiato, però. Anche io non mi sono risparmiato, la maglia biancorossa l'ho sempre vissuta con grande trasporto. Nel bene e nel male». Le lacrime di Venezia, giorno della retrocessione, sono dimenticate? «Magari. Quel giorno è incancellabile. E penso già al momento in cui dovrà spiegare a mio figlio Luigi che il papà è retrocesso giocando nella squadra che ama più di ogni altra cosa. Spero capirà , ma il pensiero già mi angoscia». Bellavista, domani c'è il Brescia. Altra partita per uomini veri. «Tutte le partite rappresentano un esame. Nessuno è imbattibile e nessuno può essere sottovalutato. Ho fiducia, però. Il Bari sta tornando». Una vittoria al «Rigamonti» per chiudere con il passato? «Piano, piano. Certo, giocheremo per vincere, questo sì. Ma non possiamo permetterci il lusso di fare programmi a lunga scadenza». I tifosi, invece, sì. Vorrebbero un Bari competitivo. «I tifosi sono eccezionali con noi. Passionali e pazienti. E meriterebbero indubbiamente di più rispetto a quanto fatto finora». E allora, come la mettiamo? «Intanto cominciamo a vincere...». Antonello Raimondo
Biglietti per Brescia e Vicenza Sono in vendita i tagliandi per Brescia-Bari (dieci euro): Servizi Sportivi e Bari Point saranno aperti fino alle 19 di oggi. Disponibili anche i biglietti per Bari-Vicenza: obbligatorio il documento di riconoscimento.