Appalti nord barese, 5 arresti: in cella l'ex patron del Bari Giancaspro.
Indagato sindaco Bottaro «Nel Trani i soldi dei parcheggi del San Nicola»
Altre 3 persone ai domiciliari per reati contro la pubblica amministrazione,
tra loro Alberto Altieri, vicepresidente dell'ASD Vigor Trani Calcio, Michele Amato e Emanuele Mosconi. Indagate 10 persone
17 Maggio 2019
L'ex presidente del Bari Cosmo Giancaspro
BARI - La Guardia di Finanza di Bari ha arrestato l’imprenditore Cosmo Damiano Giancaspro, ex patron del Bari Calcio, e altre quattro persone, ritenute suoi prestanome, per i reati, a vario titolo contestati contro il patrimonio e la Pubblica Amministrazione, bancarotta, riciclaggio, auto-riciclaggio, peculato e abuso d’ufficio in concorso con pubblici ufficiali.
L’indagine, coordinata dalla Procura di Trani, costituisce uno stralcio dell’inchiesta sul crac dell’azienda Ciccolella di Molfetta. Giancaspro è in carcere, gli altri sono ai arresti domiciliari.
Tra gli indagati in stato di libertà per i reati di peculato, falso e abuso d’ufficio c'è anche il sindaco di Trani, Amedeo Bottaro che ha subito un sequestro di beni del valore di circa 46 mila euro. Oltre Giancaspro, anche lui destinatario di un sequestro di beni per 300 mila euro, sono stati arrestati (ai domiciliari) l’ex vicepresidente del Trani Calcio, Alberto Altieri, Michele Bellomo, Michele Amato, Emanuele Mosconi, tutti ritenuti prestanome di Giancaspro. In totale gli indagati sono dieci. Oltre ai cinque arrestati e al sindaco Bottaro, ci sono il dirigente dell’Area Affari Generali e Istituzionali del Comune di Trani Leonardo Cuocci Martorano, il segretario generale del Comune di Trani Carlo Casalino, l'istruttore amministrativo Pasquale Ferrante, il consigliere comunale Diego Di Tondo.
Nell’inchiesta della Procura di Trani, Giancaspro che era già ai domiciliari, è indagato nella sua qualità di amministratore di alcune società attraverso le quali avrebbe cercato di entrare in affari con la pubblica amministrazione. Il Bari Calcio non sarebbe coinvolto in questa vicenda. Oltre ai cinque destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare, ci sono numerosi soggetti indagati in stato di libertà, tra i quali pubblici ufficiali che, in concorso con Giancaspro, avrebbero compiuto abusi d’ufficio e altri reati contro la pubblica amministrazione. Gli inquirenti parlano dei cinque arrestati come di «aderenti ad un sodalizio finalizzato alla commissione di vari e gravi reati contro il patrimonio e la pubblica amministrazione». Contestualmente agli arresti, i finanzieri stanno eseguendo perquisizioni.
Secondo quanto si apprende il gruppo stava costituendo una società mista tra pubblico e privato per la gestione di una serie di affari, tra cui la vendita di energia elettrica e la gestione della Lampara di Trani. Per il procuratore di Trani Antonino Di Maio: «Se la Procura di Bari non fosse intervenuta su Giancaspro, probabilmente questa operazione a Trani sarebbe stata portata a termine».
«Una indagine del genere - ha detto il colonnello Pierluca Cassano, comandante del Nucleo Pef della Finanza di Bari - richiedono una grande competenza da parte degli investigatori che devono leggere decine e decine di provvedimenti amministrativi estremamente complessi».
«I più performanti sistemi anticorruzione - aggiunge il comandante provinciale della Finanza, Nicola Altiero - naufragano quando gli autori delle condotte sono le stesse persone che dovrebbero vigilare». «Dare “le chiavi della città”, parole testuali, ad una associazione per delinquere come è stata riconosciuta dal gip - dice il colonnello Giacomo Ricchitelli, comandante del Nucleo tutela spesa pubblica - non ci stupisce ma ci indigna. Se i controllori non controllano, non se ne esce. Sono in corso le perquisizioni in tre uffici del Comune».
LE PAROLE DEL PM IN CONFERENZA STAMPA - Il pm Curione ha poi aggiunto in conferenza stampa: «I primi contatti da parte del Comune di Trani con il gruppo di Giancaspro sono iniziati a settembre 2016. Il gruppo pretese un segno tangibile da parte del sindaco che fu rappresentato in quel momento storico dalla gestione dello stadio comunale, attraverso alcuni funzionari pubblici che risultano indagati. Venne revocato il vecchio affidamento alla società di calcio Trani, si da un affidamento temporaneo senza gara al gruppo Giancaspro alle loro condizioni e si elabora il bando per un affidamento definitivo. Emerge che il sindaco Bottaro dà disposizione agli uomini di Giancaspro di predisporre il bando, loro stessi diranno "a nostra immagine e somiglianza"» sulla scorta della presunta incapacità dei dipendenti del Comune a occuparsi di questa questione. Bando che noi poi abbiamo trovato in sede di perquisizione», ha sottolineato il pm. «Sì liquidano come fossero state spese sostenute dalla squadra quelli che in realtà sono veri e propri rimborsi ai finanziatori. Sia Giancaspro attraverso le sue società come la Fc Bari, sia altri, hanno finanziato la Vigor Trani in ossequio a questo accordo con Bottaro. C’è dunque questa delibera di giunta che costituisce un vero e proprio peculato». «C’erano molti progetti di ben altro valore economico che non hanno trovato attuazione, verosimilmente anche per via dell’arresto di Giancaspro nel procedimento barese. I soldi nel Trani sono arrivati anche attraverso finti contratti di compravendita che servivano a spostare soldi dalle società di Giancaspro. Circa 88.000 euro vengono dal Bari Calcio, dai soldi dei parcheggi dello stadio che venivano distratti in contanti».
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