da Il_Guiscardo » sab ott 19, 2019 12:01
Era la metà degli anni'90, un gruppo di giovanissimi amici, la curva nord. La calca all'ingresso, l'odore del caffè si mescolava con la sublimazione dell'essenza del Borghetti. La voce dello speaker che risuonava gracchiante e intermittente dagli altoparlanti, il brusio di sottofondo del popolo biancorosso, la scalinata corsa di fretta fino a metà per ammirare il panorama delle nostre campagne, solo un attimo, prima di riprendere la corsa verso l'anello superiore, la voce sommessa della curva si va più forte ad ogni metro, più penetrante fino alla meta.
La piccola terrazza di accesso alle gradinate piene all'inverosimile, il campo verde come un prato in primavera, perfetto in ogni particolare, la vista corre verso gli altri settori tutti pieni di una folla che canta con una sola voce, la voce della curva richiama le altre voci, tutte insieme per formarne una sola, le squadre sono in campo, una leggera brezza fa decollare solitari fogli di giornale e una miriade di cartoncini bianchi e rossi, il sapore dei fumogeni si spande tutt'intorno, è il momento, inizia la partita, la Bari gioca con cuore e coraggio accompagnata nella sportiva lotta dalla nostra eco, il nostro richiamo scalda la partita e quando Igor la butta dentro, il tripudio è immenso, i sensi sono sovrastati dalla sonora esultanza dello stadio tutto, i nostri galletti vanno verso la bandierina dell'angolo e si mettono giù "gattoni" uno in fila all'altro, è il trenino, il nostro trenino, stampato negli occhi di quel ragazzo, visto dal vivo, impresso nella mente e per sempre conservato nel cuore, un cuore che batte di bianco e di rosso.