BARI - Il Bari si risveglia tra mille incognite della sconfitta nella finale dei playoff di C contro la Reggiana. Progetto, allenatore, squadra: tutto passerà ad un setaccio severissimo. Il presidente Luigi De Laurentiis si è mostrato ricco di buoni propositi nella lettera aperta dedicata ai tifosi. «Ripartire, non fermarsi», sono stati i concetti più volte espressi. Eppure, una riflessione sul da farsi sarà obbligatoria, tenendo presente ogni scenario. Quello attuale che impone di programmare il nuovo campionato di serie C (il via è fissato al 27 settembre) e quello eventuale (ma legato ad incognite irrisolvibili almeno fino a fine agosto) che potrebbe aprire ad un ripescaggio in serie B. Se si ripartirà dalla Lega Pro, tuttavia, la società dovrà tarare le sue scelte in modo più consono al torneo, allestendo un complesso pronto all’impatto fin dal primo assaggio, nella consapevolezza che fallire nuovamente la promozione sarebbe una coltellata letale alla passione di una città già distrutta da un passato troppo ingombrante.
La posizione di Vincenzo Vivarini è uno dei nodi più urgenti da sciogliere. L’allenatore abruzzese è vincolato ai Galletti per un altro campionato. Lo stesso De Laurentiis lo aveva confermato verbalmente già prima dell’inizio dei playoff. Il tecnico ha perso soltanto uno dei 28 match disputati. Ma ha perso la partita della vita, l’unico che match che non avrebbe dovuto perdere, quello che non solo valeva la serie B, ma che avrebbe cambiato le prospettive tecniche e d economiche del club. Resta il merito di aver comunque portato la squadra dall’undicesimo posto al secondo e poi alla finale dei playoff. Tuttavia, la prosecuzione del rapporto non può darsi per scontata. Proprio Vivarini non ha mai speculato sul contratto già in tasca avvertendo più di una volta che «il calcio è un esame continuo». Così come non vanno sottovalutati i pensieri, espressi nelle ultime ore.
Dall’ammirazione per il tecnico emiliano Massimiliano Alvini che «ha costruito un complesso del tutto funzionale alle sue idee», a quel «cambia tanto» in risposta a come sarebbe proseguita la vita del Bari con la permanenza in serie C. Vivarini ha spesso ribadito di essersi dovuto adattare ad un organico forse poco idoneo per caratteristiche ai suoi concetti. Ma è pur vero che ha avuto dieci mesi a disposizione ed il mercato invernale per incidere. Probabile, quindi, che voglia sentirsi più partecipe alle scelte di mercato e che senta la necessità di avere voce in capitolo sugli elementi in grado di assecondare il suo credo.
Allo stesso modo, il club, pur rinnovandogli stima e fiducia, probabilmente sente che la rosa allestita potesse ottenere di più, magari valorizzando meglio pure alcuni giovani sui quali si era investito (D’Ursi, Folorunsho, Ferrari poi addirittura ceduto).
Dubbi reciproci che magari a caldo possono anche risultare amplificati. Tuttavia, se esistesse pure la minima perplessità su ambo i fronti, sarà il caso di affrontarla in maniera chiara e tempestiva, er evitare la falsa partenza che all’inizio di questa stagione è costata il posto a Giovanni Cornacchini e tempo prezioso alla società . Soltanto in un secondo momento si potrà affrontare il tema squadra che pure meriterà approfondite valutazioni.
Di Lattanzi
Gdm