da U.C.N. PALO » lun lug 19, 2021 10:55
Le parti più interessanti le ho ingrandite
Leeds, il presidente Radrizzani: «Il mio club triplica il valore, voi in Italia fate ancora fatica a crescere»
Il self made man alla guida della squadra di Bielsa, neopromossa in Premier League: «Ho investito 100 milioni, la squadra ne vale 300 e può arrivare al miliardo»
di Carlos Passerini
Leeds, il presidente Radrizzani: «Il mio club triplica il valore, voi in Italia fate ancora fatica a crescere»shadow
Il Leeds che ha appena conquistato la promozione in Premier League a 16 anni dall’ultima partecipazione ha un’anima italiana. Anzi, una mente. Quella di Andrea Radrizzani, intraprendente manager 46enne milanese («per la precisione di Barbaiana, vicino Lainate, ci tengo») che ha fatto fortuna occupandosi di media e sport. Nell’aprile 2015 ha lanciato Eleven Sports, network di contenuti sportivi internazionali. Storia da tipico self made man, la sua. «Sì, mi sono fatto da solo. La mia è una famiglia semplice, di operai, mi hanno dato la possibilità di studiare, ho lavorato sodo e ho fatto carriera nell’ambito del cosiddetto «sport media business», la commercializzazione dei diritti televisivi.
E a diventare presidente del Leeds come ci è arrivato?
«Diciamo che è stato un viaggio lungo. Ho lasciato Milano presto, appena ho finito l’università allo Iulm. Ho iniziato a occuparmi di diritti sulle piattaforme new media, in sostanza i primi diritti internet della serie A, già nel 1999. Poi sono stato in Asia per specializzarmi sui diritti tv. Shanghai, Tokyo, Singapore, Londra, New York. Dal 2017 al 2014 ho gestito MP & Silva. Poi nel 2017 c’è stata questa opportunità di investire direttamente in un club. Ne cercavo uno che fosse l’ideale per lo sviluppo di talenti, magari in Portogallo o Francia, poi c’è stato l’incontro con Cellino, allora proprietario del Leeds. Prima ho preso il 50%, poi anche l’altra metà . Ed eccomi qua».
Dicono che in tre anni ha triplicato l’investimento.
«Per il Leeds ho investito 100 milioni di sterline, oggi ne vale 300. Leeds è una metropoli viva, elettrica, passionale. Il suo marchio è famoso nel mondo. Abbiamo anche ricomprato lo stadio, Elland Road. Potenzialmente il valore può arrivare al miliardo. Prima però dobbiamo restare in Premier per almeno 3 anni, poi possiamo volare anche in Europa, l’obiettivo ovviamente è andare in Champions. Sognare in grande è un dovere per chi fa business».
Quanto incasserà dai diritti televisivi in Premier?
«Più o meno 100 milioni sterline. Quando l’abbiamo preso, il club fatturava 30, ora 60. Abbiamo partnership internazionali con Amazon Prime, Adidas, Uber, Deliveroo. Un club moderno deve puntare a internazionalizzare il marchio. La prossima stagione arriveremo a 180-200 milioni di fatturato. Come il Milan, circa».
Da italiano che investe in Inghilterra, cosa manca alla serie A? Perché questo abisso dalla Premier? «Manca una struttura manageriale open mind, con approccio internazionale e di sviluppo. La serie A ha perso molto, era il 2’ campionato al mondo, ora il 3’ o il 4’. È stata sprecata una grande occasione, è stato buttato molto tempo. La serie A fa fatica a crescere. Non ha contatto col mercato. Mentre altre leghe si sono strutturate, l’Italia non ha investito sul prodotto, ha scelto un’ottica opportunistica, troppo padronale, con scarsa visione. Ma è una tendenza che si può cambiare. Serve però un cambio di mentalità ».
Anche sui diritti televisivi?
«Siamo a uno snodo epocale. Le piattaforme tradizionali hanno un mercato stagnante, che declina. Oggi l’idea di un abbonamento per 200 canali è superata. Non è più come 10 anni fa. Oggi il calcio è offerto a una élite che può pagare 40-50 dollari al mese. Ecco perché c’è tanta pirateria, la costrizione all’abbonamento ha portato alla illegalità visione. Se si riuscisse a «democratizzare» le offerte, il business sarebbe molto più remunerativo. Raggiungerebbe molti numeri enormemente più alti».
Facebook, Amazon, le piattaforme social: questo è il futuro? «Immaginate che la Juve e Cristiano Ronaldo potessero vendere le loro partite a milioni di indonesiani attraverso ad esempio i loro canali social, Instagram, Twitter. Guadagnando loro stessi una commissione sulla vendita della partita, mentre il detentore dei diritti incasserebbe su una molteplicità di fruitori diversa, enorme, globale. I micro pagamenti sono la chiave del futuro. Come fanno 98 milioni di egiziani che impazziscono per Salah a pagare 50’ dollari a BeInsport di abbonamento? Potrebbero pagare attraverso operatore telefonico 2-3 dollari e vedere la partita via smartphone, anche sui social. Il numero complessivo sarebbe gigantesco. Si potrebbe già fare ora. Ma ci vuole coraggio».
Come a scegliere Marcelo Bielsa. Un maestro assoluto, ma anche un personaggio ingombrante.
«Uomo particolare. Con regole ferree. Meticoloso, un filosofo, grande intenditore di calcio. Non è semplice lavorare con lui, a volte mi sono dovuto scontrare, perché per me il club viene prima di tutto. Ma è un allenatore straordinario. Se resterà ? Vediamo, decidiamo la settimana prossima. Dipende da tutti e due. Per ora c’è la volontà . Ma dobbiamo confrontarci».