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06/01/22 - Perrone: Bari, cammino è ancora lungo

MessaggioInviato: gio gen 06, 2022 20:01
da -IlCOBRATovalieri-
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Parla il grande ex Carlo Perrone, icona biancorossa di fine anni ‘80. Suo il gol vittoria nella finale di Mitropa cup


di Christian Montanaro



Carlo Perrone è diventato una icona. È stata, infatti, una sua rete a sancire la conquista dell’unico trofeo (la Mitropa Cup) sinora vinto dal club biancorosso nella sua lunga storia.

«Un grande onore per me essere accostato a quel trofeo - ci dice l’interessato, posando con la maglia e una foto dell’epoca - , ma anche un po’ di dispiacere, perché pensavo ne sarebbero arrivati altri. Però, chissà, magari in futuro succederà».

L’attuale momento del Bari è infatti promettente, anche se per tornare a certi livelli è ancora molto presto. Occorre prudenza, come infatti rimarca lo stesso Perrone. «Il momento è esaltante, è vero, ma piedi per terra, il cammino è ancora lungo».

Prelevato dal Campobasso, a Bari si fece apprezzare dapprima come ala destra e poi sdoppiandosi in rifinitura con Pietro Maiellaro in una squadra fatta di tanti calciatori di livello. Impossibile non chiedergli chi fosse il più forte. «Credo Joao, ma onestamente ce ne erano così tanti di forti che è davvero difficile fare una classifica».

Un amore il suo con Bari che non si è mai reciso e che è assolutamente ricambiato. «La tifoseria è stata fantastica con me e ha saputo essermi vicino anche nel momento più difficile della mia carriera, legato a un brutto infortunio. Un affetto che percepisco ancora, nonostante siano passati più di trent’anni».

Un Bari molto forte quello di Perrone che, a suo dire, sarebbe anche potuto migliorare da quelle solide basi che erano state poste, ma che poco alla volta si sfaldò, con i suoi giocatori migliori, come gli stessi Maiellaro e Perrone per esempio, che cambiarono orizzonti.

Ma se lo zar di Lucera alla Fiorentina non trovò la consacrazione sperata, Carlo Perrone visse invece una seconda giovinezza all’Atalanta, di cui divenne uno dei cardini. Una Dea diversa da quella attuale (che, peraltro, secondo l’interessato, ha tutto per ambire allo scudetto quest’anno) ma egualmente forte e ricca di campioni.

Anche se la carriera di Perrone poteva coronarsi addirittura di tinte bianconere. «È vero, fui molto vicino alla Juventus. Prima e dopo Bari. Me lo confidò lo stesso Trapattoni» ci conferma.

E forse, a dirla tutta, anche di tinte azzurre. «Ho sfiorato la Nazionale ai tempi di Azelio Vicini. Mi resta tuttavia la soddisfazione di una convocazione nell’Under 20 di B».

Un pensiero finale a Vincenzo Matarrese, figura tanto bistrattata all’epoca quanto oggi un poco rimpianta a Bari, viste le successive vicissitudini societarie. «Don Vincenzo era una persona generosa e un uomo di altri tempi. Uno per il quale la stretta di mano valeva più di un contratto. Meritava successi maggiori»


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