16/05/22 - Multiproprietà, scontro sul “giallo” Lotito
Inviato: lun mag 16, 2022 8:27
Multiproprietà, scontro col tribunale sul “giallo” Lotito
Il presidente della Lazio non era presente al voto sulla modifica della nuova norma il tribunale sull’assenza di lotito «per bari e napoli nessun danno» la posizione dei club «cacciato da gravina vulnus determinante ai fini della decisione»
di Paolo Ruscitto
Il Bari e Lotito: due strade che pur non essendosi mai incrociate direttamente, più volte si sono sfiorate, tra veleni e qualche mistero del recente passato. Dopo il presunto coinvolgimento nel Bari di Paparesta nell’ambito dell’inchiesta Infront, mai provato, anzi oggetto di archiviazione da parte del Tribunale di Milano nell’aprile 2018, e il tentativo fallito di acquisire il nuovo titolo sportivo del club biancorosso a luglio dello stesso anno, l’ultimo capitolo di questa storia riguarda l’assenza del presidente della Lazio nel consiglio federale del 30 settembre 2021. Si tratta della riunione finita al centro del braccio di ferro giudiziario tra la famiglia De Laurentiis e la Federcalcio per la discussa delibera che ha modificato l’art. 16 bis delle NOIF che disciplina la multiproprietà nel calcio professionistico. Via libera arrivato, secondo il verbale dei lavori, all’unanimità, o «quasi». Perché se è vero che tutti i presenti hanno votato appoggiando la linea del presidente Gravina, fissando il termine del 30 giugno 2024 per risolvere il conflitto di gestione, è altrettanto vero che tra i soggetti intorno al tavolo al momento del voto mancasse proprio il consigliere Lotito.
Bari e Napoli: «L’Assenza di Lotito un vulnus determinante per la decisione»
Un’assenza che ha fatto molto rumore. A tal punto da finire tra i cinque motivi elencati nel ricorso presentato al Tribunale Federale della FIGC da Aurelio e Luigi De Laurentiis con cui i presidenti di Napoli e Bari hanno impugnato la delibera che ha sancito il nuovo assetto normativo delle multiproprietà. Il forfait di Lotito è addirittura la prima delle cinque ragioni presentate dai ricorrenti per contestare il provvedimento. Una circostanza che a leggere il dispositivo del Tribunale assume i tratti di un vero e proprio giallo. Per i ricorrenti l’assenza dell’ex presidente della Salernitana avrebbe rappresentato un «vulnus determinante ai fini della decisione». I motivi attengono il suo ruolo nell’iter normativo sulla multiproprietà, elencati uno ad uno. Nel ricorso si legge che Lotito «sedeva in Consiglio Federale allorquando, nel 2013, venne approvata la norma sulla base della quale S.S.C. Bari S.p.a., controllata da Filmauro S.r.l., ha potuto partecipare, in regime di c.d. multiproprietà, nelle stagioni sportive 2019-2020, 2020-2021 e 2021-2022, ai campionati professionistici; era intervenuto in quella sede per illustrare le ragioni a sostegno dell’intervento normativo di riforma; dal luglio 2011 al luglio 2021 è stato direttamente coinvolto in una delle tre fattispecie disciplinate dall’art. 16- bis NOIF, con conseguente possibilità di apportare un contributo rilevante in termini di esperienza; ha posto rimedio alla sopravvenuta situazione vietata dalla norma che lo riguardava personalmente (S.S. Lazio S.p.a. e U.S. Salernitana 1919 S.p.a. entrambe in Serie A), così vantando un “interesse diretto nel processo deliberativo».
Il caso-Salernitana
Gli ultimi due punti fanno riferimento proprio al controverso caso della Salernitana che ha fatto da apripista nelle fattispecie sulla multiproprietà, poiché la società campana era gestita fino a pochi mesi fa proprio da Claudio Lotito, patron della Lazio. Dopo l’approdo in Serie A dei granata nel 2021 si è infatti creata formalmente una situazione vietata dall’art. 16 bis delle NOIF (esattamente come accadrebbe se il Bari dei De Laurentiis arrivasse in A) con la conseguenza di una corsa contro il tempo per risolvere la questione. Prima attraverso la costituzione di un trust, e poi con il «sì» alla proposta presentata dall’imprenditore Danilo Iervolino formalizzata in extremis a Capodanno a pochi minuti dalla scadenza dei termini.
La diversa ricostruzione sull’assenza di Lotito
Appare chiaro dunque come non potesse affatto passare sotto traccia nel momento di un voto decisivo sul tema l’assenza di uno degli attori protagonisti della «partita-multiproprietà». Curiosa la ricostruzione delle parti in causa che pur fondandosi sul verbale del consiglio è diametralmente opposta: per Bari e Napoli «il dott. Lotito non avrebbe spontaneamente lasciato la riunione, ma dopo espresso invito del Presidente Federale». Il patron biancoceleste, hanno ricordato i ricorrenti, era oggetto di «inibizione, provvedimento annullato dal Collegio di Garanzia dello Sport del CONI». Per il Tribunale, che ritiene «infondati» i motivi dei ricorrenti, «non avendo subito dirette e immediate lesioni per effetto della mancata partecipazione del dott. Lotito alla delibera», nello stesso verbale emergerebbe al contrario che il presidente della Lazio «abbia deliberatamente scelto di allontanarsi dalla seduta», nonostante l’ok a restare da parte di Gravina.
Uno dei soliti pasticci all’italiana insomma. Schermaglie che fanno solo da antipasto ad una lunga battaglia giudiziaria.
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