Il direttore sportivo Ciro Polito è intervenuto in conferenza stampa per presentare il nuovo allenatore Iachini: "Quando si sceglie Iachini si sa che bisogna costruire con lui un futuro. Una scelta molto pensata, che ci abbiamo messo un giorno in prima. Credevo in Marino, in parte c'è riuscito in parte no. Non ero contento per tante situazioni che si erano create".
Polito ha proseguito: "Con il presidente siamo una cosa sola in qualsiasi lettura, vedo tutti i giorni gli allenamenti. L'esonero di Mignani? È un allenatore che io ho scelto andando avanti due anni è mezzo. Ho avuto un incontro con lui per capire se avesse stimoli perché non volevo rimorsi, però ho visto che non era lo stesso tecnico degli anni precedenti. Viveva la pressione, l'ambiente non era troppo sereno, la squadra stava calando, lì insieme al presidente decidemmo di cambiare, perché la squadra aveva acquisito una mentalità remissiva"
Sull'esonero di Marino: "Conoscevo Marino, pensavo che aveva le caratteristiche giuste per alzare il baricentro e un po' ci è riuscito, mantenendo però quell'iter che avevamo prima, candendo sempre nei soliti problemi. Sono sincero, negli ultimi venti giorni vedevo una squadra che stava scemando, soprattutto in allenamento la squadra non combatteva più. Dopo Palermo mi sono preso una notte per riflettere"
"Punto a costruire le squadre con giocatori polivalenti, anche nel 4-3-1-2 di Mignani avevamo calciatori che potevano fare gli esterni. In queste situazioni cambiare l'allenatore non è un problema, più dei moduli contano la voglia di vincere i duelli. Per Iachini la società ha messo un budget fuori parametro, siccome i pensieri negativi li abbiamo tutti abbiamo puntato su un top per la categoria".
Polito ha proseguito: "Ad oggi la fame calcistica non c'è stata, a volte però basta una scintilla e Iachini ha le caratteristiche per tirare fuori quello che serve. Se la squadra è al centro classifica vuol dire che qualche errore c'è stato, forse nelle scelte di determinati giocatori con un po' di nome, anche se c'è stata tanta sfortuna. Perdere Menez e Diaw sposta gli equilibri, dovevo prendere un giocatore di qualità , la scelta è caduta su Aramu che purtroppo non ha reso. La colpa è mia che l'ho scelto, ma non è che si può fare tanto. L'ambiente era diventato pesante".
Ancora sul tema: "Mi prendo le critiche, voglio dare dimostrazione di attaccamento. Acampora? È una stagione particolare e nelle difficoltà volevo trarre il massimo, con l'infortunio di Koutsoupias era difficile trovare un under. Non volevo darlo via per prendere uno qualsiasi, magari ora ci sono solo calciatori che hanno giocato poco. Morachioli era richiesto, ma ho preferito tenermi una soluzione in più davanti".
Sull'idea di dimissioni: "Non sono andato via a giugno dopo la finale, avevo delle proposte. Ho accettato di restare sapendo che sarebbe stato un anno diverso, mi reputo un comandante e non potevo mai abbandonare la barca. A fine anno ragioneremo".
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