(Gazzetta del Mezzogiorno)
«Non vedo l'ora». Massimo Ganci ha fatto scattare il conto alla rovescia. Un giorno ancora prima di ritrovarsi di fronte al suo recentissimo passato, a quel Piacenza e ad un amore mai completamente sbocciato. Massimo Ganci affila le armi, ha voglia e intenzione di far capire a chi di dovere (Iachini?) chi ha ragione e chi no. Una porzione di partita contro l'Avellino, titolare a Bologna. E domani in quello che è stato il suo stadio fino a un mese fa la terza volta con la maglia del Bari: «Eh sì, sto quasi contando le ore che mi separano dal ritorno a Piacenza. Una sensazione strana, ero lì a gennaio ed ora invece ci torno da avversario. Ho lasciato un gruppo di ottimi compagni ed una società che non fa mai mancare nulla ai suoi atleti. A livello umano sono stato davvero bene in Emilia. Ma sarà un'emozione che durerà poco, forse il tempo di scendere in campo». Compagni, società , ambiente... Non cita l'allenatore, con il quale evidentemente erano sorti contrasti: «Diciamo che non ci capivamo sul ruolo, diciamo che tatticamente non siamo andati d'accordo». E diciamolo pure, allora potrebbe essere più gratificante riuscire a mettere un corposo sgambetto alla sua ex squadra: «Cosa darei per un gol? Prima di tutto al Bari servono i punti, dopo la beffa di Bologna bisogna rimettersi in carreggiata. Una mia rete passerebbe in secondo piano. Però un mezzo desiderio lo covo, è naturale che sia così... Eppoi il gol mi manca, non segno da parecchio tempo. L'ultimo guizzo è stato contro l'Albinoleffe (29 settembre, ndr) su rigore. Dopo ho fallito dal dischetto col Pescara e basta. Sarebbe bello spezzare il digiuno proprio al "Garilli". Magari va a finire che mi rifaccio dopo aver sfiorato il gol a Bologna». Chi meglio del ventiquattrenne attaccante è in grado di spiegare i segreti del Piacenza? Il Bari, in sostanza, si ritrova al proprio servizio uno 007 di tutto rispetto, uno che conosce tutto degli emiliani: «Soprattutto in casa il Piacenza diventa una formazione che può mettere sotto qualsiasi avversario, mi viene facile dire che andiamo incontro ad una vera e propria battaglia, anche perché continuano a cullare il sogno di agganciare il treno playoff. Una squadra che trasforma in oro soprattutto i calci piazzati, siano essi corner o punizioni. Hanno realizzato molti gol così, sfruttando saltatori come Olivi o Sardo, ad esempio. Ma in generale il Piacenza al completo diventa pericolosissimo nei secondi quarantacinque minuti, non riesco ancora a comprendere quale sia la motivazione. Si trasformano. Bè, ma pure loro dovranno stare molto attenti al Bari, alla nostra voglia di riscatto». Su tutti, Ganci elegge un giocatore a «pericolo numero uno» delle aspettative baresi: «Direi l'attaccante Cacia: è il suo anno di grazia, tocca palla e segna. È veloce, rapido, si getta negli spazi e vede la porta. Se dovessi trovare un difetto, lo indicherei nel fatto di non essere molto bravo nel far salire la squadra, nel tenere palla. Ma se noi riusciremo a restarcene compatti, non avrà vita facile. Poi, infine, starei molto attento a Padalino». Indicazioni dettate, Carboni e la sua truppa, in ritiro a Correggio, ne terranno certamente conto. I biancorossi, intanto, recuperano Biagio Pagano, reduce da una botta dolorosa al polpaccio a Bologna. Il tornante, che è in buona condizione, è fra i disponibili. Probabile qualche variazione in formazione: Michele Anaclerio, Fusani e La Vista potrebbero trovare spazio. Fabrizio Nitti