La sconfitta contro l'Albinoleffe ha messo nuovamente a nudo i limiti della squadra
Nicola Lavacca
BARI - A Bergamo il Bari è crollato come...Punta Perotti. Ad innescare la miccia un Albinoleffe determinato, pungente, aggressivo. La squadra di Mondonico ha messo nuovamente a nudo la lacune tecniche e temperamentali dei biancorossi che si sono resi protagonisti di una prestazione indecorosa e deludente. Lo "schiaffo di Bergamo" ridimensiona le velleità e i propositi di rilancio del team di Carboni; tutto resta nell'alveo di una mediocrità assoluta che di fatto ha impedito, anche quest'anno, la scalata alle posizioni di vertice.
Bari ridotto ai minimi termini dall'Albinoleffe che ha sicuramente dimostrato di avere più stimoli, più voglia di ottenere un risultato importante. Quello che avrebbe dovuto mettere in campo il Bari, sollecitato a dovere da Carboni, che invece ha lasciato negli spogliatoi anche il pur minimo impegno agonistico.
Si spezza, così, l'incantesimo che aveva illuso lo stesso Carboni e i dirigenti. Un ritorno al recente passato (dopo cinque risultati utili consecutivi) che la dice lunga sulla incapacità di questo Bari di andare sopra le righe, di essere meno prevedibile del solito. Un calo di tensione inspiegabile che, tuttavia, potrebbe celare una certa instabilità all'interno dello spogliatoio, con un futuro da decifrare che tiene in ansia quei giocatori sul piede di partenza; senza contare la sempre più precaria posizione di Carboni che sembra arrivato ormai al capolinea della sua avventura sulla panchina biancorossa. Il tecnico aretino, che pure aveva chiesto ai suoi un'altra prova di carattere e d'orgoglio, a Bergamo si è sentito tradito un po' da tutti. Per non parlare del presidente Vincenzo Matarrese che sperava in un finale di stagione più dignitoso e soddisfacente. Così non è stato nella gara con l'Albinoleffe, così non sarà da qui fino al termine del campionato. Il Bari non riesce a scrollarsi di dosso l'etichetta di "formazione incompiuta". Un motivo di riflessione per la società , per il direttore sportivo Fausto Pari, per Carboni. Il ritiro "punitivo" deciso dal presidente (da domani la squadra si rintanerà in un albergo di Corato) è una sorta di bocciatura collettiva, considerato che la situazione di classifica interlocutoria, ma abbastanza tranquilla non suggeriva un provvedimento disciplinare drastico. Evidentemente si cerca di salvare il salvabile (sabato al "San Nicola" sarà di scena il Pescara), soprattutto la faccia dopo la débacle di Bergamo. Poi non vengano a dirci che la colpa è dei tifosi che non vanno allo stadio... La sconfitta rimediata lunedì sera, allo stadio "Azzuri d'Italia", deve servire a riconsiderare l'intera organizzazione societaria e tecnica del Bari, compresi i giocatori. Un'analisi attenta, per non commettere più i soliti errori.
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