Lorenzo Sibilano (foto asbari.it), protagonista quasi involontario di una vicenda emblematica del calcio attuale, dopo un breve periodo di "disoccupazione coatta" si è accasato in quel di Verona, sponda Hellas. La notizia è fresca di giornata, il centrale ventottenne ha siglato un contratto triennale.
In tutta onestà il timore è uno solo. Anzi, più che altro una perplessità , visto che all'ex difensore del Bari auguriamo le migliori fortune.
Ma la perplessità , dicevamo, resta. Ed è figlia, più che altro di una sfilza di intrecci degni di una soap opera agostana. Ricapitolando: il Verona ha concluso la stagione passata piazzandosi un gradino al di sotto del Bari, staccato di una sola lunghezza: due squadre sovrapponibili, si potrebbe dire, almeno sul piano dei risultati, del valore espresso sul campo.
Dall'esito della telenovela di Sibilano, senza timore di essere fraintesi, si può evincere che il centrale barese a una squadra come il Bari non servisse. Senza troppi giri di parole.
Poi però, in Puglia è arrivato Gervasoni, che a guardarlo da lontano ti chiedi se non sia il cugino milanese di Lorenzo. E da dove arriva Gervasoni? Ovvio, dal Verona.
Ora, nessuno vuole essere maligno, ma a guardare i fatti, non si può rimanere impassibili. Sul piano tecnico, per le due società , il cambiamento è quasi impercettibile, e infortuni a parte (anche Gervasoni ha sulle spalle un'annata incerta sul piano fisico) il Verona non ci sembra una squadra in vena di beneficienze. La differenza sta nel fatto che il Bari, per riempire un vuoto che nessuno aveva chiesto di creare, si è sottosposto a un esborso non insignificante, rimpolpando le casse del Verona, che invece tappa la falla praticamente a costo zero. Con l'aggravante, a guardarla attraverso gli occhi dei tifosi, di aver spedito in Veneto un barese doc. Uno che alla maglia con il galletto, sicuramente ci era attaccato un po' più degli altri.
La vicenda, quanto meno, pare strana. Prima di tutto perchè, in tempi di vacche magre, anzi anoressiche, i soldi dell'operazione Gervasoni sarebbero potuti servire per altri acquisti, vedi centrocampo e sopratutto attacco, due reparti piuttosto scalcagnati, e sicuramente non ancora in grado di competere ad alto livello nel prossimo campionato di serie B, che si preannuncia il più impegnativo di sempre.
In seconda istanza, c'è quella ricorrente impressione di dejà -vu che da un po' di stagioni ci si ritrova a provare, commentando le alterne vicende della squadra del capoluogo pugliese (la precisazione non è casuale). La storia di Sibilano, ricorda molto da vicino le parabole di altri calciatori, baresi o meno, che dopo aver vestito la casacca biancorossa, sono andati puntualmente a fare le fotune di altre squadre, immancabilmente settentrionali.
Questa volta, poi, c'è un particolare in più, che costitusce, se vogliamo, un precedente: se per i vari Ventola, Cassano e compagnia bella il sacrificio di assistere all'ennesima emigrazione veniva mitigato dalla contropartita monetaria e dalle annesse speranze di nuovi rinforzi, questa volta non c'è neppure quello. Oltre alla beffa, il danno, se ci si passa la parafrasi.
Ora, lasciando da parte il campanilismo, visto che di questi tempi con il Lombardo Veneto non ci va neanche troppo bene, restiamo in sospeso, con la speranza di non dover dare voce, anche quest'anno, a una lunga sequela di rimpianti.
Sarebbe troppo, davvero.
Fonte: www.barisera.it