«Che bello giocare nel Bari!»
Santoruvo: Sono rinato, ora punto a superare il mio record di gol
di Antonio Guido
BARI - E sette. Tre in otto giorni. Quattro in cinque partite. Mai cosi prolifico. VinÂÂcenzo Santoruvo si gode il suo momento magico. «Certo, è una gran bella soddisfaÂÂzione, ma sto anche raccogliendo i frutti del lavoro svolto da tutta la squadra. L'anÂÂno scorso di questi tempi ero a quota sei, ma poi mi sono infortunato rimanendo fuori un paio di mesi. Per fortuna che nel finale sono riuscito a fare altri tre gol » .
RECORD POSSIBILE - Forse stavolta poÂÂtrebbe raggiungere traguardi dove non è mai arrivato. «Inutile nasconderlo, io speÂÂro sempre di migliorare, ma non è il mio chiodo fisso. In questo momento la mia priorità era quella di vedere il Bari fare un gran balzo in classifica e per vincere servono i gol degli attaccanti. Dunque, servivano i miei gol. Se poi dovessi supeÂÂrare il bottino d undici gol realizzato due anni fa migliorando il mio record sarei contentissimo».
Va da sè che continuando così SantoruÂÂvo potrebbe realisticamente arrivare a quota quindici o sedici. «Certo tutto è posÂÂsibile, ma realisticamente bisogna vivere alla giornata. Per me è un momento posiÂÂtivo, ma bisogna rimanere con i piedi per terra». E' cambiato anche il suo modo di giocare. Adesso Santoruvo riesce a fare parecchi gol da opportunista. « Sono inÂÂdubbiamente gol diversi da quelli che ho realizzato in passato. Ora sfrutto al masÂÂsimo ogni occasione che mi capita».
40 METRI PIU' AVANTI - Si vede un SantoÂÂruvo giocare di più anche dentro l'area. «I movimenti che vuole il mister per gli atÂÂtaccanti sono tutti volti alla finalizzazioÂÂne della manovra. Quindi, bisogna essere presenti dentro l'area. Per il resto il mio modo di giocare non è cambiato molto. C'è però una differenza sostanziale rispetÂÂto alle altre stagioni. Il Bari targato ConÂÂte predilige un gioco più offensivo. La squadra gioca quaranta metri più avanti e questo comporta una maggiore presenÂÂza nell'area avversaria. Ma quando c'è da dare una mano ai compagni sono pronto a farlo come prima. Se c'è da rincorrere un avversario non mi tiro indietro. Le mie caratteristiche sono anche quelle e cerco di non snaturarmi. Se in questo Bari mi vedete qualche metro più avanti è solo perché la squadra gioca maggiormente all'attacco. Non bada solamente a difenÂÂdersi. Anzi, bada solo ad attaccare » .
Tre vittorie in otto giorni. «Tre vittorie dal valore inestimabile contro dirette conÂÂcorrenti per la salvezza. Nel ritorno i riÂÂsultati non sono più scontati. Le partite diminuiscono e tutti cercano di acceleraÂÂre il passo. Tre vittorie, di cui due fuori casa che l'aspetto più importante».
RIGORI MAI - Sette gol senza l'ombra di un rigore. Possibile che non provi invidia a vedere tanti suoi colleghi impinguare il carniere con i tiri dal dischetto? « No, è più bello così. Alla fine dell'anno segnare undici, dodici gol senza rigori vuol dire che non ti ha regalato niente nessuno » .
Ma cosa c'è dietro il suo deciso rifiuto a tiÂÂrare i calci di rigore? «Veramente una volÂÂta ci ho provato. E’ stato in Coppa Italia contro l'Acireale il primo anno che sono arrivato a Bari. Mandai la palla alta soÂÂpra la porta ed è bastato. Prima e dopo mai tirati. Mi rendo conto che è un mio difetto. Per un attaccante come me batteÂÂre quattro, cinque rigori all'anno signifiÂÂcherebbe arrivare tranquillamente alla doppia cifra».
Prova una spiegazione. «Forse è dipeso anche dal fatto che sono capitato sempre in squadre dove c'erano dei bravi rigoriÂÂsti. Comunque, discorso chiuso. Andiamo avanti così».
fonte:corriere dello sport