'Comuni ricicloni', Bari ferma al 35% di raccolta differenziata. In provincia premiata RutiglianoPiccoli passi in avanti ed esempi virtuosi, soprattutto nei Comuni più piccoli, mentre arrancano ancora i capoluoghi di provincia e, nel complesso, la media percentuale regionale di raccolta differenziata rimane bassa, attestandosi intorno al 36,2%. E' il quadro che emerge dalla nona edizione del 'Rapporto Comuni Ricicloni Puglia 2016', presentato oggi a Bari. Il dossier è stato realizzato da Legambiente Puglia con il patrocinio dell'Assessorato alla Qualità dell'Ambiente della Regione Puglia e di Anci Puglia.
Le classifiche sono state elaborate incrociando i dati raccolti attraverso un apposito questionario inviato alle Amministrazioni locali con quelli forniti dai Comuni al Servizio Ciclo Rifiuti e Bonifica della Regione Puglia e pubblicati sul suo Portale Ambientale (i dati sono stati raccolti ed elaborati sino a settembre 2016). Su 258 Comuni pugliesi, per l’anno 2015 è stato possibile prenderne in esame 230.
DIFFERENZIATA E COMUNI 'RIFIUTI FREE' - L’edizione 2016 di Comuni Ricicloni Puglia compie un balzo in avanti. Per entrare nell’olimpo della gestione sostenibile dei rifiuti il raggiungimento dell’obiettivo di legge sulla raccolta differenziata, pari al 65%, non basta più. Legambiente vuole traghettare i comuni ricicloni pugliesi verso la nuova sfida della rivoluzione del secco residuo da avviare in impianti di incenerimento e in discarica. Ecco perché è stata coniata la qualifica di “Comuni Rifiuti free†per le amministrazioni che, oltre ad aver superato il 65% di RD, hanno anche contenuto la produzione pro capite di secco residuo al di sotto del 75 kg/anno7abitante. Nella nona edizione di Comuni Ricicloni Puglia 2016 sono tre i Comuni Rifiuti free: Roseto Valfortore, Monteparano e Motta Montecorvino.
I COMUNI PREMIATI - Nel 2015 i Comuni Ricicloni pugliesi salgono a ventidue. Ancora una volta è Rutigliano, già premiato lo scorso anno, ad occupare il primo posto della classifica con una percentuale media del 77% nell’anno 2015. Riconfermati, nel barese, i Comuni di Cellamare (70%). Cinque i Comuni che diventano Ricicloni, insigniti del Premio di Seconda Categoria l’anno scorso, tra cui, in provincia di Bari, Cassano delle Murge (65%). Sono invece undici i Comuni pugliesi a cui va il Premio di Seconda Categoria, per aver raggiunto nei primi nove mesi del 2016 una media percentuale pari o superiore al 65%: nella nostra provincia, Ruvo di Puglia (70%).
GLI 'ESORDIENTI': LA MENZIONE 'TENIAMOLI D'OCCHIO' - Anche nell’edizione 2016 di Comuni Ricicloni è stata assegnata la Menzione Speciale Teniamoli d’Occhio alle Amministrazioni che, nei primi nove mesi del 2016, grazie all’avvio del porta a porta hanno raggiunto una media percentuale di raccolta differenziata pari o superiore al 55%. Tale soglia è stata raggiunta dai Comuni di Adelfia (62%), Corato (62%), Grumo Appula (62%), Mola di Bari (59%), Polignano a Mare (59%), Putignano (59%), Triggiano (59%), Conversano (58%), Terlizzi (58%). Novità della nona edizione di Comuni Ricicloni Puglia è la Menzione Speciale Start Up, conferita alle Amministrazioni che, negli ultimi mesi del 2016, hanno avviato sistemi di raccolta differenziata innovativi, riuscendo così a raggiungere percentuali significative di RD. La ricevono i Comuni di Bitetto, Modugno e Acquaviva delle Fonti.
"ECONOMIA CIRCOLARE, PUGLIA ANCORA INDIETRO" - “Ancora poco soddisfacenti i dati che emergono dal dossier Comuni Ricicloni Puglia 2016 - ha dichiarato Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia - Mentre in Europa è centrale il dibattito sull’economia circolare, in Puglia, l’economia lineare la fa ancora da padrona e lo dimostra sia la media percentuale di raccolta differenziata, ferma al 36,2%, che l’elevata quantità di rifiuti urbani conferiti in discarica, pari al 52%, oltre a un’impiantistica ancora carente. Fortunatamente, non mancano le esperienze virtuose nella nostra regione: infatti passano da 38 a 53 i Comuni virtuosi, di cui tre Rifiuti free, ovvero che oltre a raggiungere gli obiettivi di legge sulla raccolta differenziata, hanno anche contenuto la produzione pro capite di secco residuo. Occorre dunque lavorare con condivisione e responsabilità per chiudere al più presto il ciclo dei rifiuti in Puglia, realizzando gli impianti di compostaggio, dando piena attuazione alla legge n.20/2016 che riforma la governance dei rifiuti in Puglia e puntando su un nuovo sistema di premialità e penalità che incentivi riduzione, riutilizzo e riciclo dei rifiuti, come fatto in altre regioni italianeâ€.
I CAPOLUOGHI PUGLIESI - Continuano a rimanere poco soddisfacenti, anche per questa edizione, i risultati conseguiti dai Capoluoghi di Provincia nel 2015, ad eccezione del Comune di Barletta che, dal 2014 al 2015, grazie all’avvio del porta a porta, è passato da un 37% a un 72% di RD, diventando Comune Riciclone, e di Andria, che ha registrato il 65% di RD nel 2015. Timidi i segnali di cambiamento che arrivano dagli altri capoluoghi: Bari raggiunge solo il 35% di RD, Brindisi peggiora rispetto al 2014 e perde una posizione, Lecce e Trani superano di poco il 20% di raccolta differenziata, restando fortemente lontani dagli obiettivi di legge, Taranto si attesta su un misero 15% e Foggia si ferma al 10% di RD. La Provincia Bat rimane la più virtuosa, con il 42,72% di RD nel periodo compreso tra settembre 2015 e agosto 2016, con ben 8 comuni su 10 che hanno avviato la raccolta differenziata porta a porta.
DIFFERENZIATA AL PALO: I COMUNI "INDIFFERENTI" - Nell’edizione 2016 di Comuni Ricicloni Puglia sono ben 41 i Comuni pugliesi che rientrano nella categoria de “Gli indifferenti†ovvero le amministrazioni che nei primi nove mesi del 2016 non raggiungono nemmeno il 10% di RD o non hanno effettuato alcuna registrazione sul portale Rifiuti e Bonifica della Regione Puglia. Rientrano in questa categoria in provincia di Bari, Altamura (con una percentuale pari a 0%), Casamassima (6%), Gravina in Puglia (7%), Sammichele di Bari (con una percentuale pari all’8%).
"ANCORA TROPPI RIFIUTI IN DISCARICA" - “Il pacchetto dell’economia circolare è alle porte e i suoi obiettivi sono molto ambiziosi – ha commentato Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente – Il voto della Commissione ambiente, che speriamo sia confermato nei successivi passaggi dei prossimi mesi, ha portato al 70% gli obiettivi di riciclo per i rifiuti urbani al 2030. Questo pacchetto è per l’Italia un’occasione straordinaria che può portare nuova occupazione, 190mila nuovi posti di lavoro stimati, e nuova economia. Ma per renderlo concreto occorre dare un segnale forte anche dal territorio e da questa regione ancora non è arrivato, come dimostra il 52% di rifiuti che finisce ancora in discarica. Per far partire questa rivoluzione basterebbe ad esempio replicare quanto è stato fatto in Emilia Romagna: la legge regionale e il conseguente piano sull’economia circolare, prevede, infatti, diverse misure tra cui un importante sistema di premialità e penalità fondato sul quantitativo di secco residuo avviato a smaltimento e non più sulla percentuale di raccolta differenziata. Si favoriscono i comuni più virtuosi con un premio economico che viene pagato dalle amministrazioni peggiori sancendo finalmente in modo efficace il principio di “chi inquina paga†e riducendo di molto l’utilizzo della discarica su tutto il territorio regionaleâ€.
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