A 40 anni dall'omicidio, la città ricorda Benedetto Petrone: il corteo per i vicoli di Bari vecchiaUn corteo nei luoghi della memoria storica antifascista, per non dimenticare una tragedia che 40 anni fa sconvolse la città di Bari. Per non dimenticare "un eroe, vittima di un gruppo di fascisti vigliacchi e violenti". Non usa mezzi termini il vicesindaco Pierluigi Introna per ricordare la figura di Benedetto Petrone, il giovane barese accoltellato a morte in piazza Libertà il 28 novembre del 1977. In sua memoria si è tenuto stamattina una manifestazione itinerante per le vie di Bari vecchia, partita dalla via che porta il suo nome, all'incrocio con corso Vittorio Emanuele.
L'iniziativa ha visto la partecipazione del Comune di Bari - oltre al vicesindaco, anche degli assessori Paola Romano e Silvio Maselli -, dell'Anpi, della Cgil, del Coordinamento regionale antifascista e della Rete della conoscenza. Circa 300 persone hanno preso parte al corteo, conclusosi in piazza Libertà , che ha attraversato la città vecchia con tappe intermedie alla Cattedrale, all'ingresso della casa di Benedetto e sulla muraglia.
Ad aprire la manifestazione è stato un messaggio di Piercarlo Melchiorre, coordinatore del sindacato studentesco Link Bari: "La memoria è importante - ha spiegato -, ma deve avere un valore collettivo. Dobbiamo tutti partecipare alla lotta contro i fascismi, giovani e meno giovani, con tutti i mezzi possibili. Il sacrificio di Benedetto ce lo ricorda ogni giorni". Gli studenti hanno organizzato in giornata anche una performance teatrale nella sede di Zona Franka e un seminario nella sede della Fondazione Maierotti a Bari, centro di coordinamento dell'Anpi a livello provinciale. Al termine del corteo il sindaco di Bari Antonio Decaro ha incontrato Porzia Petrone, sorella di Benedetto, portandogli i suoi saluti di tutta l'amministrazione provinciale, poi si sono tenute alcune performance musicali e testimonianze di coloro che hanno vissuto gli anni dell'antifascismo.
"Non bastano i cortei per fermare i focolai fascisti di oggi - ha spiegato il primo cittadino -, ma serve a tenere l'attenzione alta sulle prepotenze ideologiche che ancora oggi si fanno sentire in Italia e in Europa. Bisogna ritrovare quel senso di comunità , di collettivo, che ha permesso a Benedetto di non sentirsi solo quella tragica sera in cui fu assassinato".
Tra di loro c'è anche l'architetto Arturo Cucciolla, punto di riferimento per i ragazzi che frequentavano la sezione del Pci di Bari vecchia, che ha guidato il corteo fino alla Prefettura. "A Bari rimane tanto di Benedetto - ricorda Cucciolla -. Intanto il fatto straordinario che la città a 40 anni dalla sua morte lo ricorda, non soltanto per un fatto di memoria genetica, ma come elemento vitale delle battaglie e dell'impegno di oggi contro i fascismi". E quando gli si chiede se la minaccia del fascismo possa essere oggi un ricordo lontano, Cucciolla risponde sicuro: "Il fascismo esiste ancora, a Bari e in tutta Italia, senza dimenticare poi l'Europa. Basta ricordare ad esempio l'elezione nel Parlamento tedesco di 100 deputati neonazisti. Non possiamo abbassare la guardia".
Ciò che Porzia Petrone tiene invece a sottolineare è l'importanza della testimonianza antifascista portata avanti dai giovani. "È la prima volta che vedo i ragazzi - commenta - e questo voglio che accada in occasione dei 40 anni dall'assassinio. Il volto di Benedetto dev'essere un simbolo per loro, un simbolo di pace anche per le generazioni future. Sono sicura che è quello che lui vorrebbe".
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