Tricolore, per quanto tu abbia voluto ben rimarcare il tuo credo politico, quello che a me ha fatto piacere, è stato leggere che per te, politica e sport hanno spazi diversi nella tua vita, e che, quando si va in curva e si parla di valori importanti, come lo sport è, tu tieni scisse le due cose.
Questo atteggiamento è, a mio modesto avviso, corretto.
Le posizioni politiche di chi mi sta di fronte mi interessano poco, bado più ad altre cose.
Mi fanno molta paura coloro i quali hanno dei modi di fare o pensare preconfezionati, con delle opinioni "a prescindere", vale a dire coloro i quali, come questo signore in questione, hanno rifiutato l'aiuto di un professionista adducendo come scusa opinioni politiche e sportive.
Qui, in Italia, siamo gente abituata ad avere a che fare con gli stranieri, e Bari, forse, più di tante altre città , questi stranieri li ha visti parecchie volte nella propria storia; nell'ordine:
Peuceti, Greci, Romani (che diedero il nome di Barium alla nostra bella città ), Goti, Longobardi, Arabi (Bari è stato un emirato per più di 20 anni), e poi di nuovo Greci, Veneziani, Normanni (Roberto il Guiscardo la rese centro religioso permettendo la traslazione dei resti di San Nicola), Angioini, Aragonesi, Spagnoli, Austriaci, Borboni, Francesi (Napoleone...).
Noi baresi, siamo gente con un DNA che avrebbe da raccontarne di cose!
E siamo anche bella gente, accogliente e calorosa, ma anche di facili entusiasmi e con poche prospettive, pur essendo un popolo di commercianti. Ma questo poco c'entra con la discussione, scusate.
Tornando al discorso precedente, le persone di colore sono delle persone, questo si, a prescindere, ed hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri di tutti noi; sta a noi creare delle regole civili valide per tutti, e farle rispettare!
Caro Zeta, non mi permetto di classificare queste persone come vittime di una globalizzazione ormai irrefrenabile, penso piuttosto che si tratti di gente che cerca di migliorare il proprio status di vita, come hanno fatto i nostri nonni andando negli Stati Uniti o in Germania o Belgio a cercare lavoro.
Quando sono arrivati lì, hanno trovato regole, e le hanno dovute rispettare, adattandosi allo stile di vita del posto, pur mantenendo le proprie tradizioni.
Non so se questo medico abbia deciso di venire in Italia per qualche ragione particolare o se fosse già italiano, nè so se questo medico preferisca andare a lavorare nel proprio Paese o restare qui in Italia, queste sono considerazioni diverse...come pure se è costretto a stare qui, (la qual cosa mi sembra strana).
So solo che è un operatore sanitario come tutti gli altri, e che, per aver acquisito questo titolo ha studiato, fatto concorsi e acquisito un titolo valido a norma di legge, come tutti quelli che, come lui, operano a vario titolo in strutture sanitarie.
Quando sto male, non chiedo che colore abbia il medico che mi aiuterà , chiedo solo che mi faccia passare il dolore o la malattia quanto prima possibile, o lo faccia passare a chi mi sta vicino.
Tutto il resto, in quei casi, se l'avete sperimentato, sapete che conta davvero poco, credimi.
Scusate la mail un pò lunga, non me ne vogliate.