Scuola, sciopero nazionale cortei in sette città italiane. A Bari 15mila da tre regioniE' partito da poco il corteo contro il ddl sulla riforma della scuola, nel centro di Bari, dove sono confluite circa 15mila persone – secondo gli organizzatori - provenienti da Puglia, Calabria e Basilicata. Secondo le stesse fonti sarebbero chiuse tra l’80 e il 90% delle scuole pugliesi. Il corteo di docenti, partito da piazza Castello, si incontrerà con quello degli studenti partito da una piazza antistante all’università .
"Renzi non esagerare, la nostra scuola non rovinare", "Difendiamo la scuola perchè non muoia" sono alcuni degli slogan scelto dai manifestanti. In particolare, sono molto i docenti che hanno creato e sventolano manifesti funebri sui quali si annuncia la "morte della scuola pubblica".
Lo sciopero nazionale di insegnanti e studenti è stato deciso contro i contenuti del disegno di legge 2994 in corso di approvazione al Parlamento. In programma cortei anche in altre sei piazze: Aosta, Milano, Roma, Catania, Palermo, Cagliari. Previsti flash-mob.
La protesta è iniziata col blitz notturno degli studenti di Università e scuole aderenti a Udu e Rete degli Studenti davanti al Ministero dell’Università e la Ricerca. Alcuni giovani hanno esposto uno striscione davanti alla sede del ministero, in Viale Trastevere a Roma, con la scritta "Vogliamo una scuola buona davvero", inscenando un flash mob le cui immagini sono state poi caricate su Youtube.
L' Unione degli Universitari e la Rete degli Studenti medi hanno voluto così, si afferma in una nota, "dire no ai provvedimenti sulla Buona Scuola" e "ribadire la nostra totale contrarietà ai metodi che sono stati utilizzati da parte del Governo nella costruzione di questa riforma, gli stessi metodi che vorrebbero propinarci con la Buona Università ".
"Il percorso sulla Buona Scuola, come rischia di essere quello prefigurato sulla Buona Università , si è rivelato un processo esclusivo e decisionista – sostiene Gianluca Scuccimarra, coordinatore dell’Unione degli Universitari – in cui l’ascolto degli studenti, degli insegnanti, dei genitori è stata solo una finta facciata". "Oggi siamo in piazza contro la Buona Scuola, accanto alle lavoratrici e ai lavoratori in questo sciopero generale – ha aggiunto Alberto Irone, portavoce della Rete degli studenti medi – perchè tutto il mondo della scuola si deve unire contro le politiche di un Governo che, con il ddl Buona Scuola, trasformerà la scuola italiana in un luogo autoritario e aumenterà le diseguaglianze". "Le nostre Scuole e le nostre Università non sono in vendita – ha concluso -: quella di oggi sarà solo la prima di tante mobilitazioni perchè senza studenti non ci può essere nè Buona Scuola nè Buona Università ".
Perchè uno sciopero della scuola di queste dimensioni, con tutti i sindacati in piazza, non si vedeva da sette anni? "Perchè da sette anni non ci si occupava di scuola per cambiarla". Così il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, rispondendo a una domanda di Giovanni Minoli ai microfoni di Radio 24. Il ministro Giannini ha detto di non aver fatto stime sull'adesione allo sciopero, perchè "spettano agli organizzatori". Comunque, ha spiegato, "abbiamo scelto lo strumento del ddl per la Buona scuola per tenere aperta la discussione. È l'apertura al miglioramento, perchè questo deve fare il Parlamento, portando anche le istanze della società . Sulla scuola lo facciamo e l’abbiamo fatto con convinzione, perchè è centrale. Da un anno è aperto il dibattito, continuiamo ad avere questa modalità di ascolto". E per quanto riguarda i poteri ai presidi? "Noi riteniamo – ha risposto Giannini – che il dirigente debba assumere funzioni di responsabilità che ogni leader educativo deve poter avere e a questo facciamo corrispondere un accuratissimo sistema di valutazione che già è partito".
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