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L'era Trump

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Rosencratz

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L'era Trump

Messaggioda Rosencratz » sab gen 21, 2017 12:36


Trump: da Obamacare all’ambiente. I primi ordini del presidente Usa

Esplora il significato del termine: Un ordine esecutivo contro la riforma sanitaria. Cancellate dal sito della Casa Bianca le pagine sui cambiamenti climatici e i diritti LGBT. E le tende non sono più rosse, ma oroUn ordine esecutivo contro la riforma sanitaria. Cancellate dal sito della Casa Bianca le pagine sui cambiamenti climatici e i diritti LGBT. E le tende non sono più rosse, ma oro

Esplora il significato del termine: «Il tempo delle chiacchiere a vuoto è finito», ha detto Donald Trump nel suo discorso di insediamento. Appena conclusa la cerimonia, prima del ballo serale, il nuovo presidente degli Stati Uniti ha firmato una serie di ordini esecutivi: il primo autorizza le agenzie federali a ridurre il più possibile i costi di «Obamacare», cioè la riforma sanitaria approvata dal suo predecessore. Una mossa simbolica poiché in campagna elettorale Trump aveva ripetutamente definito questa legge un disastro. Ma anche una mossa strategica, perché i repubblicani al Congresso non hanno ancora pensato come rimpiazzarla: nel frattempo, dunque, l’ordine esecutivo di Trump lascia ampia discrezionalità per cambiare, ritardare o sospendere aspetti della legge considerati onerosi per assicuratori, industrie farmaceutiche, medici, pazienti o Stati. Circolano già molte ipotesi sulle conseguenze: non è chiaro se ciò porterà a indebolire l’obbligo dei cittadini ad avere una polizza assicurativa, se danneggerà i più poveri , o se invece venendo incontro agli assicuratori, renderà il mercato più appetibile aumentando l’offerta di polizze (e abbassando i prezzi). Le compagnie di assicurazione possono operare al di là dei confini statali: una proposta avanzata in passato da alcuni parlamentari repubblicani come base per una legge alternativa.

Sicurezza nazionale
Trump ha aperto la strada all’approvazione del suo team per la sicurezza nazionale, con un ordine che permette all’ex generale James Mattis di diventare Segretario della Difesa facendo eccezione rispetto alla legge federale che vieta ai membri delle forze armate che hanno lasciato il servizio meno di sette anni fa di servire in quel ruolo (un divieto legato alla volontà che il capo del Pentagono fosse un civile e non un militare). Il Senato ha confermato sia Mattis alla Difesa che l’ex generale John Kelly a capo del dipartimento di Homeland Security.

L’epurazione sul clima
Solo pochi istanti ci sono voluti invece per cancellare completamente dal sito della Casa Bianca quasi ogni riferimento ai cambiamenti climatici, con una eccezione: la promessa di Trump di alterare completamente la politica sul clima del suo predecessore. Alcuni studiosi — scrive il New York Times — temono che la nuova amministrazione non cancelli solo le informazioni di pubbliche relazioni, ma i dati veri e propri raccolti dal governo degli Stati Uniti, che sono tra i più autorevoli nel mondo . Dall’elezione di Trump, infatti, 50 scienziati di diverse università americane hanno dedicato il proprio tempo e i propri server per memorizzare i dati governativi presenti sui siti di varie agenzie federali, che raccolgono informazioni sui cambiamenti di temperatura, le emissioni di gas serra, le maree eccetera. «Cosa vi aspettavate? La nuova amministrazione ha una visione del mondo molto diversa», ha spiegato Chris Warren, portavoce dell’Istituto per le ricerche energetiche. «Vuole aumentare la produzione di petrolio e gas e aumentare i salari».

Via LGBT, tende oro (e torna il busto Churchill)
Anche la pagina del sito whitehouse.gov dedicata alle politiche LGBT è stata eliminata. Meno rapido invece è stato il cambiamento sull’account Twitter @POTUS dove è rimasta a lungo la foto dell’insediamento di Obama nel 2009, dove — secondo un confronto fotografico postato dal dipartimento dei parchi — c’era più del doppio della folla presente a quello di Trump. Anche all’interno della Casa Bianca iniziano i cambiamenti: le tende porpora di Obama sostituite dal colore oro, il busto di Winston Churchill è tornato nello Studio Ovale ma quello di Martin Luther King Jr è rimasto. E’ solo l’inizio.
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Re: L'era Trump

Messaggioda Rosencratz » sab gen 28, 2017 10:40


Usa, Mattis apre il tiro contro l'F-35: "Costa troppo"

Nel giorno della prima visita di Trump al Pentagono, il segretario alla Difesa ha ordinato di riesaminare la questione del supercaccia, chiedendo chiarezza su su prezzi e prestazioni

In Iraq James "Jim" Mattis era un generale famoso perché passava le notti nelle buche con i suoi marines. Un "monaco guerriero", che a Falluja nelle pause dei combattimenti leggeva classici latini, con una predilezione per le Meditazioni di Marco Aurelio. Un ufficiale che non ha fatto carriera partendo da West Point, ma conquistando tutte le stellette sul campo, così anticonvenzionale da venire ribattezzato "Cane pazzo". E adesso che da pensionato si è insediato alla guida del ministero della Difesa, promette di sconvolgere molti dei piani del Pentagono. A partire dal progetto dell'F-35, il programma militare più costoso del pianeta.

Nel giorno della prima visita di Donald Trump al Pentagono, Mattis ha ordinato di riesaminare la questione del supercaccia, chiedendo chiarezza su prezzi e prestazioni del velivolo Lockheed. Un intervento che interessa anche l'Italia, impegnata nella costruzione e nell'acquisto dell'F-35.

Era stato Trump in piena campagna elettorale a scagliarsi contro il caccia invisibile dal prezzo stratosferico. E ora Mattis traduce la promessa in un provvedimento operativo. Anzitutto per verificare se le promesse di riduzione dei costi saranno mantenute. Lockheed sostiene che i risultati sono già significativi: i primissimi esemplari nel 2007 venivano oltre 279 milioni di dollari l'uno, poi tre anni fa si è calati a 138 milioni per aereo e il conto per l'ultimo trance ordinata è sceso a 102 milioni. Ma la nuova amministrazione sospetta che il prezzo non sia ancora giusto. E teme che l'annuncio di scendere sotto i 100 milioni nel futuro prossimo sia solo propaganda.
Anzitutto, perché la bolletta per le altre varianti del velivolo è molto più esosa. Come l'F-35 B a decollo cortissimo, destinato ai Marines e ordinato pure dall'Italia, che costa oggi 131 milioni a esemplare. O la versione C, ordinata per le portaerei della flotta statunitense, che è ferma a 132 milioni. E qui finora non si sono visti sconti.

Ma non c'è solo il problema dei soldi. Molti generali sono sempre più perplessi sulle prestazioni dell'aereo. E' nato per essere invisibile ai radar più avanzati, ma si teme che possa venire scoperto dai sensori vecchio stile prodotti nella Repubblica ceca. Il software che governa tutte le sue attività ancora non è stato perfezionato. E molti piloti temono che in battaglia faticherebbe a sopravvivere ai colpi nemici. Insomma, un concentrato di tecnologia con scarsa utilità sui fronti delle guerre contemporanee.

Lockheed ha sempre ribadito di potere superare tutte le difficoltà e rendere l'F-35 un vero superjet.E finora il Pentagono non aveva alternative. L'F-35 è l'unico caccia di "quinta generazione", concepito dopo la fine della Guerra fredda con una visione innovativa del dominio dell'aria. Tanto che gli Usa hanno previsto di acquistarne ben 1763. Ma Trump non sembra così appassionato di tecnologia e con la furbizia del mercante ha messo sul piatto un concorrente: rivitalizzare l'F-18 Hornet, in servizio da trent'anni con l'Us Navy, mettendo nuovi apparati in una macchina che si è dimostrata robusta in tutti i conflitti. Un modo di contrapporre al monopolio della Lockhhed l'offerta della Boeing e cercare di strappare prezzi migliori.

Perché se Trump vuole concretizzare il proclama elettorale sul potenziamento delle forze armate americane, comprando più navi, più aerei e arruolando più soldati, deve trovare una maniera per abbattere i prezzi. Il bilancio del Pentagono sfiora già i 600 miliardi di dollari l'anno ed è difficile destinare altre risorse su questo fronte.

La revisione del programma F-35 potrebbe avere un duplice effetto per l'Italia. Uno positivo, perché i contratti firmati dal governo americano comprendono i velivoli destinati anche a noi: se il prezzo cala, ne beneficiamo. Ma per cercare di ridurre i costi, Lockheed potrebbe abbassare la spesa per i fornitori. E questo sarebbe un guaio: la partecipazione delle aziende di casa nostra non è garantita, ma viene negoziata di volta in volta per ogni trance di produzione, con l'obbligo di essere competitivi. Se sulla qualità non temiamo rivali, quanto a costi potremmo trovarci in difficoltà nel confronto con le ditte coreane, turche o israeliane. Con la prospettiva di vedere sfumare i guadagni o rinunciare a essere presenti nel progetto. Sarebbe una beffa, dopo la scelta strategica portata avanti dai governi degli ultimi venti anni a sostegno dell'F-35 come principale investimento per il futuro della nostra industria aerospaziale.
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Re: L'era Trump

Messaggioda Rosencratz » sab gen 28, 2017 10:46


Profughi, Trump "congela" per 3 mesi l'immigrazione. E stop a tutti i cittadini da 7 paesi islamici

http://www.repubblica.it/esteri/2017/01 ... 157038245/

Il presidente Usa firma due decreti esecutivi per "tenere fuori dall'America i terroristi" e per far crescere la potenza militare degli Stati Uniti. Bloccato il programma di accoglienza per i profughi. "Poi priorità solo ai rifugiati cristiani". Sospesi "sine die" gli ingressi di siriani. E per 3 mesi niente ingresso per qualsiasi cittadino libico, iraniano, iracheno, somalo, sudanese e yemenita. Nel 2017 potranno entrare in Usa solo 50 mila rifugiati. Cancellato il rinnovo automatico dei visti per tutti gli stranieri

Rafforzamento dell'esercito e controlli più severi per impedire l'ingresso di terroristi islamici in Usa: Donald Trump procede come un rullo compressore per mantenere le sue promesse elettorali e firma altri due ordini esecutivi al Pentagono, dopo aver incontrato lo stato maggiore congiunto e partecipato alla cerimonia di giuramento del nuovo segretario alla difesa, il gen. James Mattis, "l'uomo giusto al posto giusto".

Programma rifugiati "congelato". "Vogliamo mantenere i terroristi islamici radicali fuori dagli Usa", per garantire che non si ammetta nel Paese la stessa minaccia che i nostri soldati combattono all'estero, ha osservato. "Vogliamo ammettere nel nostro Paese solo coloro che lo sosterranno e ameranno profondamente la nostra gente", ha aggiunto, senza però spiegare direttamente i dettagli del provvedimento. Dettagli che sono emersi successivamente: Trump ha bloccato per 120 giorni il programma che prevedeva l'ingresso di rifugiati negli Stati Uniti, programma varato da Barack Obama. E ha deliberato che, dopo questo periodo, sarà data priorità innanzitutto alle "minoranze cristiane" perseguitate. Trump ha tagliato di oltre la metà il numero dei rifugiati che gli Stati Uniti prevedevano di accettare quest'anno, portandolo a 50mila.

Stop a cittadini di 7 paesi musulmani. Ingresso negli Stati Uniti sospeso per tre mesi per i cittadini di sette paesi musulmani: Siria, Libia, Iran, Iraq, Somalia, Sudan, Yemen. Lo ha disposto il presidente Trump nel suo ordine esecutivo "per evitare di far entrare negli Usa terroristi stranieri".

No ai profughi siriani. Nel suo ordine esecutivo sono bloccati fino a ulteriore comunicazione, quindi anche dopo i 120 giorni, gli ingressi di rifugiati siriani. Per quest'ultimi nel provvedimento non sembra esserci a safezones (zone di sicurezza). "L'ingresso di cittadini e rifugiati siriani" è "dannoso per gli interessi del Paese", scrive il presidente degli stati Uniti, nell'ordine esecutivo in cui blocca i visti ai siriani e sospende a tempo indeterminato l'ingresso dei rifugiati provenienti dalla Siria. Trump ha chiesto al Pentagono e al Dipartimento di Stato un piano per creare 'safe zonè dentro e intorno alla Siria per offrire protezione ai siriani che scappano dalla guerra.

Stop a rinnovo automatico dei visti per lavoro. Nel suo giro di vite per difendere gli Stati Uniti dall'ingresso di terroristi islamici, il presidente Usa ha sospeso con effetto immediato il programma Visa interview waiver, che consentiva ai cittadini stranieri titolati di chiedere il rinnovo del visto per motivi di lavoro o per altro (escluso il turismo) senza affrontare il colloquio personale con le autorità diplomatiche Usa. Trump ha ordinato l'accelerazione dei programmi che permettono il tracciamento bio-metrico di tutti i viaggiatori in entrata o in uscita dagli Usa.

Priorità a profughi cristiani. Nei giorni scorsi erano trapelate sue intenzioni di sospendere il flusso di rifugiati e i visti per le persone provenienti da alcuni Paesi a maggioranza islamica flagellati dal terrorismo, come Siria, Libia, Iraq, Somalia, Sudan e Yemen. In una intervista al Christian Broadcasting Network, Trump ha detto che tra i siriani che chiedono lo status di rifugiati dovrebbe essere data priorità ai cristiani, finora "trattati in modo orribile": "se eri un musulmano potevi entrare ma se eri un cristiano no, era quasi impossibile".

Forze armate rafforzate, ma evitando sprechi. Parallelamente il presidente vuole rafforzare quello che è già il primo esercito del mondo, rischiando di rilanciare la corsa agli armamenti e di gonfiare il deficit pubblico. L'obiettivo, ha spiegato, "è iniziare una grande ricostruzione delle forze armate americane, per sviluppare un piano per nuovi aerei, nuove navi, nuove risorse e strumenti per i nostri uomini e le nostre donne in uniforme". Ma evitando sprechi. "Il nostro futuro - ha spiegato Trump - è quello di essere la guida del mondo".

Revisione programmi per F-35. Mattis ha ordinato proprio oggi una revisione dei programmi per gli F-35 e l'Air Force One, già criticati da Trump come troppo costosi. Il capo del Pentagono ha chiesto al suo vice Robert Work di individuare i modi per ridurre significativamente il costo degli F-35, confrontandoli con gli F/A-18 Super Hornet e verificando se un Hornet modernizzato potrebbe rappresentare una valida alternativa. Mattis ha chiesto risparmi anche per i nuovi modelli dell'aereo presidenziale, prodotti dalla Boeing.

Torture, il presidente Usa favorevole. Il segretario alla difesa avrà infine l'ultima parola sulla tortura. "Credo che la tortura, il waterboarding funzionino", ha ribadito Trump nella conferenza stampa congiunta alla Casa Bianca gelando Theresa May. Ma poi l'ha rassicurata precisando che si atterrà alle decisioni dei capi del Pentagono e della Cia, che nelle loro audizioni sotto giuramento al Congresso si sono dichiarati contrari alla tortura, vietata peraltro anche dalle leggi Usa.

Attacchi alla stampa. Il neo presidente ha continuato la sua guerra contro la stampa, sposando le controverse accuse del suo chief strategist Steve Bannon, secondo cui i media sono un partito di opposizione. "Non parlo di tutti, ma di una grande parte dei media... la loro disonestà, la loro totale truffa li rende certamente in parte un partito di opposizione", ha detto in una intervista alla Cbn.

Oggi colloqui con Putin, Abe, Turnbull, Merkel e Hollande. Il presidente americano ha in programma oggi colloqui telefonici con il premier giapponese Shinzo Abe e con quello australiano Malcolm Turnbull. Sale così a cinque il numero di leader stranieri con cui Trump si sentirà nella giornata odierna: il tycoon aveva già in agenda telefonate col presidente russo Vladimir Putin, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande

http://www.repubblica.it/esteri/2017/01 ... 157038245/
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Re: L'era Trump

Messaggioda Rosencratz » sab gen 28, 2017 10:52


Donald Trump, avanti di 30 secondi l’Orologio dell’Apocalisse. Gli scienziati: “Con elezione più vicina fine del mondoâ€

L’Orologio - introdotto 70 anni fa all’indomani della Seconda guerra mondiale, e aggiornato all’inizio di ogni anno - è un monito per i leader del mondo. A partire da questo inizio 2017, indica loro che adesso mancano appena due minuti e mezzo alla mezzanotte della Terra. Gli esperti, tra cui 15 premi Nobel, fanno più volte riferimento al neo inquilino dello Studio Ovale parlando, ad esempio, di un “aumento del nazionalismo a livello globale nel 2016.

Il mondo è diventato un luogo più pericoloso. L’ingresso di Donald Trump alla Casa Bianca come 45esimo presidente degli Stati Uniti potrebbe averne accelerato la fine. Non è un’iperbole, un’esagerazione giornalistica. Secondo gli studiosi del Bulletin of the atomic scientists – la rivista fondata nel 1945 dagli esperti che hanno partecipato al Progetto Manhattan -, con l’insediamento del nuovo inquilino al 1600 di Pennsylvania Avenue le lancette del cosiddetto Orologio dell’Apocalisse, il Doomsday Clock, si sono messe a correre più velocemente. E adesso sono “più vicine di 30 secondi alla catastrofeâ€, rappresentata dalla mezzanotte. L’Orologio – introdotto 70 anni fa all’indomani della Seconda guerra mondiale, e aggiornato all’inizio di ogni anno – è un monito per i leader del mondo. A partire da questo inizio 2017, indica loro che adesso mancano appena due minuti e mezzo alla mezzanotte della Terra.

“La decisione di spostare in avanti l’Orologio di meno di un minuto – si legge nel report del Bulletin of the atomic scientists – riflette una realtà semplice: mentre viene presa questa decisione, Donald Trump è diventato il nuovo presidente degli Stati Uniti solo da pochi giorniâ€. Gli esperti, tra cui 15 premi Nobel, fanno più volte riferimento al neo inquilino dello Studio Ovale parlando, ad esempio, di un “aumento del nazionalismo a livello globale nel 2016. Ad esempio nella campagna per le presidenziali Usa, durante la quale il vincitore, Donald Trump, ha fatto allarmanti dichiarazioni sull’uso e la proliferazione di armi nucleari, e ha espresso – sottolinea il report – incredulità sull’enorme consenso scientifico riguardante i mutamenti climaticiâ€. Tutti eventi, non ultimo “i cyberattacchi, apparentemente orchestrati dal Governo russoâ€, che “hanno reso il mondo più pericoloso di un anno faâ€.

Gli esperti sottolineano, infatti, come il Doomsday Clock sia “da sempre un indicatore della salute e della sicurezza del Pianetaâ€. Al momento della sua ideazione, le lancette furono impostate a sette minuti dalla mezzanotte. In questi 70 anni si sono mosse una ventina di volte, toccando il loro minimo negli Anni ‘50, con appena due minuti d’intervallo dal baratro. In passato, il pericolo numero uno per il mondo, uscito dal secondo conflitto bellico diviso in due blocchi contrapposti, era quello di un olocausto nucleare. A questa, nel tempo, si sono aggiunte altre emergenze, come per l’appunto i mutamenti climatici o la ricerca di nuove fonti energetiche sostenibili e sicure. “Il surriscaldamento del Pianeta, dovuto all’uso di combustibili fossili – aggiungono gli esperti – cambierà la vita sulla Terra così come la conosciamo adesso, distruggendo larghe porzioni del Pianeta, se non agiremo subitoâ€.

Gli studiosi del Bulletin of the atomic scientists non sono, però, gli unici ricercatori a guardare con apprensione alle prime mosse del neopresidente Usa. La prestigiosa rivista Nature ha scelto, infatti, di dedicare ai primi giorni di presidenza Trump uno speciale, in cui s’interroga su “cosa il nuovo presidente Usa rappresenti per la scienzaâ€, paventando un “futuro nebuloso per gli scienziatiâ€. Spaventano, ad esempio, le sue dichiarazioni sui cambiamenti climatici e i temi ambientali. Nei giorni scorsi Trump ha, infatti, parlato di “ambientalismo fuori controlloâ€. Secondo Nature, molti scienziati il 21 gennaio scorso sono scesi in piazza, salutati da slogan come “Noi amiamo la scienza†o “La scienza non discriminaâ€, per partecipare alla marcia delle donne, che mobilitato milioni di persone in tutto il mondo, all’indomani del giuramento di Trump come 45esimo presidente Usa.

I primi giorni di Donald Trump alla Casa Bianca sembrano, infatti, smentire chi pensava, o forse auspicava, che, una volta insediato, il neopresidente non avrebbe dato seguito alle sue promesse elettorali. E, invece, il neopresidente ha deciso di andare dritto per la sua strada. E con un decisionismo e una rapidità che sorprendono, infilando una serie di provvedimenti uno dietro l’altro. Nei suoi primi sette giorni di lavoro, Donald Trump ha, infatti, firmato, in favore di telecamere, una serie di ordini esecutivi – dall’avvio della costruzione di un muro di confine con il Messico, al via libera agli oleodotti Keystone XL Pipeline e Dakota Access Pipeline, fino al primo tassello dello smantellamento della riforma sanitaria ‘Obamacare’ -, ribaltando così di fatto le politiche del suo predecessore. E suscitando non poche preoccupazioni.

L’ultima, in ordine di tempo, legata alla possibilità di un ritorno alle carceri segrete della Cia e alle pratiche di tortura negli interrogatori, che avevano caratterizzato la cosiddetta ‘Guerra al terrore’ della presidenza di George W. Bush, all’indomani degli attentati dell’11 settembre. Nelle intenzioni degli scienziati, l’Orologio dell’Apocalisse , appare come una sorta di sveglia per i leader del Pianeta, a partire proprio dal neopresidente Usa. “Lo scorso anno e quello precedente – si legge nel report – abbiamo segnalato come i leader politici stessero fallendo nell’agire con la necessaria rapidità per proteggere i cittadini dall’estremo pericolo rappresentato dai mutamenti climatici e dalla guerra nucleare. Nel corso dell’ultimo anno l’inazione è continuataâ€. Gli esperti concludono con un interrogativo: “Chi guiderà l’umanità fuori dal disastro globale?â€.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/01 ... o/3345581/
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Re: L'era Trump

Messaggioda Sangue-spartano » sab gen 28, 2017 11:22


Quando fu eletto sinceramente mi sembrava un pallone gonfiato....devo ammettere che sembra invece uno con le palle, il problema però è che se ha troppe palle e poca testa, rischia di fare qualche cazzata :roll:

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Re: L'era Trump

Messaggioda saverio67 » sab gen 28, 2017 11:24


Rosencratz ha scritto:Usa, Mattis apre il tiro contro l'F-35: "Costa troppo"

Nel giorno della prima visita di Trump al Pentagono, il segretario alla Difesa ha ordinato di riesaminare la questione del supercaccia, chiedendo chiarezza su su prezzi e prestazioni

In Iraq James "Jim" Mattis era un generale famoso perché passava le notti nelle buche con i suoi marines. Un "monaco guerriero", che a Falluja nelle pause dei combattimenti leggeva classici latini, con una predilezione per le Meditazioni di Marco Aurelio. Un ufficiale che non ha fatto carriera partendo da West Point, ma conquistando tutte le stellette sul campo, così anticonvenzionale da venire ribattezzato "Cane pazzo". E adesso che da pensionato si è insediato alla guida del ministero della Difesa, promette di sconvolgere molti dei piani del Pentagono. A partire dal progetto dell'F-35, il programma militare più costoso del pianeta.

Nel giorno della prima visita di Donald Trump al Pentagono, Mattis ha ordinato di riesaminare la questione del supercaccia, chiedendo chiarezza su prezzi e prestazioni del velivolo Lockheed. Un intervento che interessa anche l'Italia, impegnata nella costruzione e nell'acquisto dell'F-35.

Era stato Trump in piena campagna elettorale a scagliarsi contro il caccia invisibile dal prezzo stratosferico. E ora Mattis traduce la promessa in un provvedimento operativo. Anzitutto per verificare se le promesse di riduzione dei costi saranno mantenute. Lockheed sostiene che i risultati sono già significativi: i primissimi esemplari nel 2007 venivano oltre 279 milioni di dollari l'uno, poi tre anni fa si è calati a 138 milioni per aereo e il conto per l'ultimo trance ordinata è sceso a 102 milioni. Ma la nuova amministrazione sospetta che il prezzo non sia ancora giusto. E teme che l'annuncio di scendere sotto i 100 milioni nel futuro prossimo sia solo propaganda.
Anzitutto, perché la bolletta per le altre varianti del velivolo è molto più esosa. Come l'F-35 B a decollo cortissimo, destinato ai Marines e ordinato pure dall'Italia, che costa oggi 131 milioni a esemplare. O la versione C, ordinata per le portaerei della flotta statunitense, che è ferma a 132 milioni. E qui finora non si sono visti sconti.

Ma non c'è solo il problema dei soldi. Molti generali sono sempre più perplessi sulle prestazioni dell'aereo. E' nato per essere invisibile ai radar più avanzati, ma si teme che possa venire scoperto dai sensori vecchio stile prodotti nella Repubblica ceca. Il software che governa tutte le sue attività ancora non è stato perfezionato. E molti piloti temono che in battaglia faticherebbe a sopravvivere ai colpi nemici. Insomma, un concentrato di tecnologia con scarsa utilità sui fronti delle guerre contemporanee.

Lockheed ha sempre ribadito di potere superare tutte le difficoltà e rendere l'F-35 un vero superjet.E finora il Pentagono non aveva alternative. L'F-35 è l'unico caccia di "quinta generazione", concepito dopo la fine della Guerra fredda con una visione innovativa del dominio dell'aria. Tanto che gli Usa hanno previsto di acquistarne ben 1763. Ma Trump non sembra così appassionato di tecnologia e con la furbizia del mercante ha messo sul piatto un concorrente: rivitalizzare l'F-18 Hornet, in servizio da trent'anni con l'Us Navy, mettendo nuovi apparati in una macchina che si è dimostrata robusta in tutti i conflitti. Un modo di contrapporre al monopolio della Lockhhed l'offerta della Boeing e cercare di strappare prezzi migliori.

Perché se Trump vuole concretizzare il proclama elettorale sul potenziamento delle forze armate americane, comprando più navi, più aerei e arruolando più soldati, deve trovare una maniera per abbattere i prezzi. Il bilancio del Pentagono sfiora già i 600 miliardi di dollari l'anno ed è difficile destinare altre risorse su questo fronte.

La revisione del programma F-35 potrebbe avere un duplice effetto per l'Italia. Uno positivo, perché i contratti firmati dal governo americano comprendono i velivoli destinati anche a noi: se il prezzo cala, ne beneficiamo. Ma per cercare di ridurre i costi, Lockheed potrebbe abbassare la spesa per i fornitori. E questo sarebbe un guaio: la partecipazione delle aziende di casa nostra non è garantita, ma viene negoziata di volta in volta per ogni trance di produzione, con l'obbligo di essere competitivi. Se sulla qualità non temiamo rivali, quanto a costi potremmo trovarci in difficoltà nel confronto con le ditte coreane, turche o israeliane. Con la prospettiva di vedere sfumare i guadagni o rinunciare a essere presenti nel progetto. Sarebbe una beffa, dopo la scelta strategica portata avanti dai governi degli ultimi venti anni a sostegno dell'F-35 come principale investimento per il futuro della nostra industria aerospaziale.

Certo che se guidano aerei in trance finiscono tutti abbattuti. Ormai chiunque si sente legittimato a scrivere...
4/2/2015. Ciao Pierigno.


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Re: L'era Trump

Messaggioda betta76 » sab gen 28, 2017 12:04


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Re: L'era Trump

Messaggioda Elisa » dom gen 29, 2017 16:00


Io ho votato trump.....e non nego che l'ho fatto per fottere tutti i falsi perbenisti sostenitori della retrograda diplomazia. Ma soprattutto perché è ora che il mondo torni al passato visto che il nuovo ha deturpato la storia.
A Sesto San Giovanni non si scherza.
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Re: L'era Trump

Messaggioda Giuseppe76 » dom gen 29, 2017 20:30


Trump fai entrare tutti, chi te la mette di fare.....non hai capito che vogliono trasferire mezza Africa in Europa? E allora perchè resistere? Lo faranno. Non conosco precisamente i motivi di tanta euforia. Ma questo vogliono e questo faranno. Non ho mai sentito piovere addosso tante critiche ad un presidente USA e ringrazia appunto che sei presidente degli USA, altrimenti.....

Non puoi andare contro di loro, hanno deciso che deve andare cosi e cosi andrà. Io non voglio passare i prossimi anni della tua legislatura a sentire ogni c***o di giorno tutte le misure che prenderai contro gli islamici. Lasciali passare tutti, vedrai che alla fine gli piacerà il modo di vivere occidentale, si integreranno benissimo e saremo tutti felici e contenti come cittadini del mondo.

Meee e dai!

Rosencratz

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Re: L'era Trump

Messaggioda Rosencratz » lun gen 30, 2017 12:21


Le prime cambiali di Trump fanno felici petrolieri e investitori

Appena il tempo di giurare fedeltà agli Stati Uniti, prendere possesso dello Studio Ovale e il nuovo presidente americano, Donald Trump, ha iniziato a pagare le cambiali firmate in campagna elettorale. Lo scorso 24 gennaio, quattro giorni dopo il giuramento, Trump ha approvato la realizzazione degli oleodotti bloccati dal suo predecessore, Barack Obama: sono il Dakota Access, che attraversa le terre sacre dei Sioux, e il Keysonte Xl, il serpentone pensato per trasportare 800 mila barili di petrolio al giorno dal Canada alle raffinerie di Texas e Louisiana.
Le lobby del settore energetico festeggiano
, ma con loro tutti quegli investitori che hanno scommesso sul settore delle infrastrutture energetiche, a cominciare da Eft securities: “Dal punto di vista degli investitori è un momento ottimo, ma era anche facilmente prevedibile cosa sarebbe successo. Sul fronte energetico la politica americana è chiara e Trump ha un bisogno disperato di queste infrastrutture†dice Massimo Siano, numero uno della casa di investimento per l’Europa del Sud.

D’altra parte per capire in che direzione si sarebbero mossi i repubblicani bastava dare uno sguardo al flusso di finaziamenti che hanno alimentato la campagna elettorale a stelle e strisce: i contribuiti dell’industria petrolifera sono passati dai 34 milioni degli 2010 agli 88 milioni dello scorso anno e l’88% delle donazioni sono andate proprio nelle tasche dei repubblicani. Certo, il newyorkese Trump non era in cima alle preferenze degli industriali che sostenevano il texano Ted Cruz, ma le lobby – si sa – fanno in fretta a riposizionarsi.
E adesso c’è spazio perché tutti possano guadagnare. A cominciare dagli Stati del midwest, quelli che hanno decretato la vittoria di Trump e che oggi sono affamati di lavoro e investimenti. “Ed è li che si concentreranno i gli investimenti. Per avere un’idea di cosa succederà – spiega Siano – basta guarda a una mappa degli Stati Uniti, le infrastrutture si concentreranno tra il Texas e la Carolina del Sud, dalla Georgia al Tennessee. Come investitori abbiamo avuto fiuto e fortuna anche perché quello delle infrastrutture petrolifere è un settore che paga ricchi dividendiâ€.

Insomma per chi investe nel settore i prossimi anni potrebbero essere interessanti. Anche perché l’obiettivo degli americani è chiaro: diventare il primo produttore di petrolio con l’obiettivo di esportarlo. In questo si rafforzerebbe il dollaro rendendo più economiche le importazioni consolidando la ripresa economico. “I politici – prosegue il manager di Etf – non saranno mai capaci di fare Google, Facebook e Microsoft. Sono esperti in infrastrutture perché creano occupazione e gli oleodotti sono ancore meglio delle infrastrutture come le immaginiamo noi: sono autostrade per il petrolio che in America hanno già creato un milione di posti di lavoro negli Stati più poveri. E per questo Trump farà di tutti per permettere ai privati di investire ancora di piùâ€.
Nei prossimi 10 anni gli Stati Uniti investiranno fino a 640 miliardi per superare i Paesi del golfo: l’unica incognita riguarda il prezzo del petrolio. Sotto i 40 dollari quello americano non sarebbe più conveniente per gli alti costi di estrazione, “ma non credo che il greggio scenda ancora ancora. Di certo – conclude Siano – senza le infrastrutture, puoi avere tutto il greggio del mondo ma non servirebbe a nullaâ€.

https://it.businessinsider.com/le-prime ... vestitori/
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Re: L'era Trump

Messaggioda Rosencratz » lun gen 30, 2017 13:52


Articolo del New York TImes che spiega come il divieto di entrare negli USA si applica solo a paesi poveri che non fanno affari con Trump. In poche parole, dire che il divieto e' per limitare il terrorismo e' una grande presa per il culo. Osama Bin Laden e tutti i grandi finanziatori dell'ISIS e di AlQeida vengono dalle ricche monarchie del golfo ma loro possono andare negli USA senza problemi. Pecunia non olet. COme per la politica interna, i veri nemici sono i poveri.

https://www.nytimes.com/2017/01/29/opin ... ebook&_r=0
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Re: L'era Trump

Messaggioda Rosencratz » mar gen 31, 2017 10:27


Quando la politica gioca col fuoco individuando nemici invece di risolvere i problemi, uno dei rischi e' proprio questo. Il pericolo e' una spirale di odio e propaganda dove gli estremisti islamici e quelli di casa nostra non hanno difficoltá a dimostrare che i brutti e cattivi sono tutti dall'altra parte. Spero vivamente ci siano altre ragioni dietro questo attacco e questo ragazzo non centri nulla altrimenti non si fa altro che buttare benzina su un fuoco giá vivo.

Canada, spari nella moschea di Quebec City: sei morti. Arrestato studente franco-canadese

Spari contro i fedeli durante la preghiera della sera. Cinque feriti gravi. La polizia ferma due giovani, ma solo uno, il 27enne Alexandre Bissonnette, viene incriminato per omicidio e tentato omicidio. Il premier Trudeau: "Attacco terroristico contro i musulmani". SITE: "Su FB Alex B inneggiava a Trump, Le Pen e difesa israeliana". La Casa Bianca condanna l'attentato.

QUEBEC CITY (Canada) - Sei persone sono state uccise e altre sono rimaste ferite in una moschea di Quebec City, investite da colpi d'arma da fuoco mentre erano riunite per la preghiera della sera. Un'azione che il primo ministro canadese Justin Trudeau ha definito "un attacco terroristico contro i musulmani". Dopo aver fermato due giovani, la polizia ha reso noto che soltanto uno è ritenuto "sospetto": si tratta di Alexandre Bissonnette, franco-canadese di 27 anni. "E niente lascia ritenere che vi siano altri sospetti" dietro l'azione criminosa, fa sapere la portavoce della Sûreté del Quebec, Christine Coulombe, sebbene alcune testimonianze raccolte dai media abbiano riferito di due uomini armati.

Il secondo fermato, Mohamed el Khadir, trentenne di discendenza marocchina ma la cui nazionalità non è nota, è ora considerato un "testimone". La polizia ha precisato che nessuno dei due era già noto agli inquirenti. Bissonette ed el Khadir erano stati fermati dalla polizia nei minuti successivi alla sparatoria: il primo era sul luogo dell'attacco, l'altro vicino al ponte dell'ile d'Orleans, a una ventina di chilometri di distanza. Secondo i media canadesi, Bissonette vive a Cap-Rouge e studia antropologia e scienze politiche presso la locale università Laval, la più antica in lingua francese del Nord America, con sede vicino alla moschea.

Diverse ore dopo l'arresto, il giovane franco-canadese è comparso davanti ai giudici che l'hanno incriminato per sei omicidi e cinque tentati omicidi. Non quindi per terrorismo, malgrado Trudeau abbia parlato esplicitamente di "attacco terroristico" anche in Parlamento. Durante l'udienza Bissonette non ha detto nulla. Il processo inizierà il 20 febbraio.

E via Twitter l'analista Rita Katz, direttrice di SITE, sito di intelligence specializzato sulle attività dei jihadisti, rivela che su Facebook "Alex B (Bissonette, ndr)" inneggiava a "Trump, Marine Le Pen e le forze di difesa israeliane. Improbabili i legami con la Jihad". Al contrario, prende piede il movente della xenofobia. Il presidente degli Usa, idolatrato dal presunto stragista del Quebec, nelle ore successive all'accaduto aveva telefonato al premier canadese Justin Trudeau, esprimendo vicinanza e offrendo sostegno e assistenza. Successivamente, la Casa Bianca ha condannato ufficialmente l'atto terroristico. Papa Francesco ha espresso le sue condoglianze al cardinale Gerald Cyprien LaCroix, arcivescovo del Quebec, che si trova in visita a Roma.

Trudeau ha rivolto un sentito messaggio alla comunità musulmana del Quebec. "Il crimine orribile della scorsa notte è stato un atto di terrorismo commesso contro il Canada e tutti i canadesi: 36 milioni di cuori battono con i vostri. Piangeremo con voi, vi difenderemo, vi ameremo, e resteremo al vostro fianco". In serata il premier e il capo dell'opposizione Rona Ambrose saranno a Quebec City per una veglia.

L'attacco è avvenuto intorno alle 20 ora locale di domenica, mentre decine di persone erano raccolte nel luogo di culto. Un testimone ha riferito a Radio Canada di aver visto due uomini coperti da maschera nera e che uno aveva un "marcato accento del Quebec". Secondo testimonianze raccolte dalla televisione canadese Cbc, uno degli attentatori ha gridato "Allah Akbar", accreditando la pista di un gesto di matrice jihadista, che va indebolendosi alla luce del profilo dell'arrestato.

"Perché sta accadendo qui? È una barbarie", si è chiesto il presidente del centro culturale islamico, Mohamed Yangui, che al momento dell'attacco non era nella moschea. Yagui ha quindi precisato che è stata attaccata la sezione maschile della moschea e di temere che tra le vittime vi fossero dei bambini. La polizia ha poi accertato che l'età delle sei vittime va dai 39 ai 60 anni. La lista è stata consegnata alle autorità islamiche perché avvertissero le famiglie. Secondo un collettivo canadese anti-islamofobia, tra le vittime dell'attacco anche l'imam. Le nazionalità delle vittime: due algerini, un marocchino, un tunisino e due cittadini di un paese africano.

Dai racconti di chi era presente, all'interno del centro durante l'attacco c'erano tra i 60 e i 100 fedeli. Oltre ai cinque feriti in modo grave, altre 12 persone sono state medicate in ospedale per lesioni lievi.

Non è la prima volta che la moschea è stata presa di mira, ma mai con tale violenza. Nel giugno scorso, durante il Ramadan, davanti all'ingresso del luogo di culto situato in via Sainte-Foy era stata lasciata una testa di m****e. Negli ultimi anni in Quebec gli episodi di islamofobia si sono moltiplicati, intrecciandosi al dibattito politico sul bando al niqab. Nel 2014 il Centro era stato oggetto di altri atti di vandalismo e di messaggi di odio. Un anno prima, un'altra moschea della regione di Sagueneay era stata imbrattata con sangue suino. Nella vicina provincia dell'Ontaria, il giorno dopo gli attentati di Parigi, era stato dato alle fiamme un altro centro di preghiera islamico.

"Stasera i canadesi piangono le persone uccise in un vile attacco a una moschea di Quebec City. Il mio pensiero va alle vittime e ai loro familiari", ha commentato su Twitter Trudeau.

http://www.repubblica.it/esteri/2017/01 ... ef=HREC1-1
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Re: L'era Trump

Messaggioda Rosencratz » mar gen 31, 2017 13:39


Goldman Sachs, JpMorgan, BofA Merrill Lynch, Wells Fargo, Citi. Banche d’affari contro Trump: “Giù le mani dai nostri dipendentiâ€

https://it.businessinsider.com/goldam-s ... ipendenti/

Oltre all banche d'affari altre aziende hanno preso posizioni. Lavoro in un'azienda IT e anche l nostro direttore ha mandato un'email per mostrare vicinanza ai dipendenti negli USA che non sono americani.
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Re: L'era Trump

Messaggioda saverio67 » mar gen 31, 2017 17:58


Però seriamente, perché è stato cancellato il topic di Pako su Trump e Orban?
Ad esempio, a me Trump sta simpatico. Lo posso dire?
4/2/2015. Ciao Pierigno.


Questo è un blocco di testo che può essere aggiunto in fondo ai tuoi messaggi. Il limite caratteri è di 450.

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Re: L'era Trump

Messaggioda betta76 » mar gen 31, 2017 20:16


oh cmq.. serissimissima.. a tutti noi sono stati cancellati alcuni topic molto più importanti di trump, immigrati, scie, etc etc

perchè pako è sempre il più speciale assai di tutti?
dieci piccoli indiani..

"non perderti in un bicchiere d'acqua, affoga in un mare grande e ubriacati di buon vino" (emidio antoci)

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