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L'era Trump

In questa sezione diamo libero spazio alla fantasia ed alle curiosità di tutti i fratelli biancorossi.

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saverio67

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Re: L'era Trump

Messaggioda saverio67 » mar gen 31, 2017 20:34


Perché io gli voglio bene
4/2/2015. Ciao Pierigno.


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betta76

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Re: L'era Trump

Messaggioda betta76 » mar gen 31, 2017 20:38


:respect:
dieci piccoli indiani..

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Re: L'era Trump

Messaggioda Rosencratz » mar gen 31, 2017 22:07


Altro esempio di guerra ai poveri, questa volta riguarda l'istruzione.

Così (non) funziona la scuola negli Usa E può anche peggiorare

Il sistema che propone Betsy DeVos, candidata a guidare il ministero dell’Istruzione, farà aumentare la segregazione razziale e la diseguaglianza. La miliardaria scelta da Trump non sembra consapevole delle conseguenze che il sistema di privatizzazione sregolata che propone può avere sulle fasce di popolazione più povere e marginalizzate

NEW YORK - Lo scorso 17 gennaio, se invece che al Congresso americano Betsy DeVos fosse stata interrogata a scuola, non avrebbe raggiunto la sufficienza. Scelta dal presidente Donald Trump per guidare il ministero dell’Istruzione, DeVos non ha saputo rispondere in maniera chiara ed esaustiva a quasi nessuna delle domande poste dai membri della commissione del Senato che si oppongono al suo piano di privatizzazione delle scuole. Oggi dovrebbe arrivare la conferma della sua nomina.

Il dubbio di Sanders
«Sarebbe stata scelta da Trump se non fosse stata miliardaria?» le ha chiesto il senatore del Vermont Bernie Sanders. La risposta di DeVos, scontata, è stata «sì, è possibile», appena prima di ammettere che è plausibile che, nel corso degli anni, la sua famiglia abbia donato al partito repubblicano 200 milioni di dollari.

Armi in classe: contro gli orsi
Il fatto che DeVos sia una miliardaria senza esperienza nel campo dell’istruzione pubblica con una imbarazzante conoscenza delle leggi federali in materia, non è l’unico elemento preoccupante per i suoi oppositori. Come non è il fatto che abbia risposto a una domanda sulla presenza di armi da fuoco nelle scuole sostenendo che in Wyoming possono essere necessarie per difendere gli studenti dagli orsi grizzly (a porle il quesito è stato il senatore del Connecticut, lo Stato in cui nel dicembre 2012 sono morti venti bambini nella strage della scuola elementare Sandy Hook).

Le «charter school»
Il problema maggiore è che DeVos non sembra consapevole delle conseguenze che il sistema di privatizzazione sregolata che propone può avere sulle fasce di popolazione più povere e marginalizzate. DeVos è determinata a offrire alle famiglie l’opportunità di scegliere la scuola adatta alle esigenze dei figli, e intende farlo tramite un sistema di voucher e un approccio libero al mercato dell’istruzione in cui i singoli stati assumono ancora più autonomia a livello decisionale e gestionale. Un sistema di cui in America si discute dalla fine degli anni Ottanta, accompagnato dal dibattito sulle charter school, e che è già stato provato essere fallimentare in diversi contesti (la città di Milwaukee, in Wisconsin, offriva un esempio lampante già quindici anni fa). I voucher sono soldi pubblici che vengono distribuiti alle famiglie per pagare scuole private sulle quali non è chiaro quale tipo di monitoraggio il governo si impegnerebbe o meno a condurre. Le charter school sono invece scuole gestite privatamente con denaro pubblico e solitamente devono rendere conto dei propri risultati al pari delle scuole pubbliche.

Pessimo precedente
Per rendersi conto delle implicazioni dello smantellamento del sistema di istruzione pubblico, DeVos non dovrebbe andare troppo lontano. Potrebbe osservare quello che è accaduto, con il suo stesso sostegno, a Detroit, nel Michigan, lo Stato da cui proviene e dove la proliferazione di charter school, anche di dubbia qualità e natura, ha dato il colpo di grazia alle scuole pubbliche di quartiere, le cosiddette neighborhood school. Gli studenti sono ora ridotti a trascorrere ore sugli autobus per riuscire a sedersi in un’aula e le scuole, in certi casi avviate da enti o persone senza credenziali, possono aprire e chiudere con la facilità di una gelateria

Le «option school»
Per constatare cosa alcune società for-profit propongono agli studenti più svantaggiati, DeVos potrebbe invece andare a Chicago, in Illinois, e visitare le decine di scuole aperte negli ultimi cinque anni per aumentare il numero dei diplomati. Si chiamano option school, e sono appunto un’opzione che viene proposta ai ragazzi dei licei pubblici che per un motivo o per l’altro non riescono a stare al passo con il programma. Invece di investire in insegnanti di sostegno e corsi di recupero, il comune ha deciso di firmare contratti da milioni di dollari con società private che garantiscono recupero dei crediti scolastici veloce e indolore tramite corsi online. Migliaia di ragazzi ottengono così un diploma regolare andando a scuola tre o quattro volte a settimana: si siedono nell’unica aula comune disponibile, mettono le cuffie alle orecchie, e svolgono test online per tre o quattro ore, possibilmente non parlando con nessuno. I compiti, non obbligatori, possono essere eseguiti con lo smartphone. Non stupirà sapere che più del 90 per cento degli studenti di queste scuole provengono da famiglie povere e disagiate.

Diritto di scelta?
Di fatto, il sistema che propone DeVos non farà che aumentare la segregazione razziale e la diseguaglianza. Sostenere che il diritto di scelta equivalga a dare pari opportunità a tutte le famiglie è un’ipocrisia. Per diversi motivi. Il primo è che non tutti i genitori sono nelle condizioni di scegliere allo stesso modo. Al momento circa il 60% della popolazione carceraria statunitense è composta da afroamericani e latinoamericani, nonostante i due gruppi etnici rappresentino solo un quarto della popolazione totale. Questo significa che un bambino nero o di origini ispaniche ha più probabilità di crescere con un solo genitore, quantomeno per parte della propria infanzia. Può un genitore rimasto solo, magari svolgendo due lavori, trovare il tempo e le risorse per scegliere la scuola più adatta al proprio figlio? Inoltre ci sono genitori di origine latina o asiatica che non hanno una buona padronanza dell’inglese. Quali saranno i loro strumenti di scelta?

Impari opportunità
E infine, ancora più inconfutabile, l’argomento economico. Come mi ha fatto notare David Bloomfield, professore di legge esperto di istruzione alla City University of New York, «Il voucher coprirà solo parzialmente i costi e le famiglie si impoveriranno sempre di più per pagare rette sempre più alte, in un mercato che si regolerà sulla base di quanto i genitori possono permettersi». Il settore dell’educazione online, già di dimensioni difficilmente immaginabili per noi italiani, rischia di diventare incontenibile. Presto, ha detto Bloomfield, potremmo assistere a uno scenario «edu-apocalittico». Ma le cavallette, come spesso capita, cadranno sulla testa di coloro che sono già più deboli.
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Re: L'era Trump

Messaggioda saverio67 » mar gen 31, 2017 22:32


C'è qualche altro luogo comune da sventolare? Mi si è staccato il tacco della scarpa: vogliamo dirlo che fino a quando non c'era Trump il tacco stava attaccato? O le lobby giudo-pluto-massoniche lo vogliono tenere nascosto?
4/2/2015. Ciao Pierigno.


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Re: L'era Trump

Messaggioda Rosencratz » mer feb 01, 2017 10:00


La guerra contro i poveri continua e ogni giorno ha la sua croce.


Usa, Trump sceglie il conservatore Gorsuch per la Corte suprema


l nuovo giudice ha 49 anni e la sua nomina restaura una maggioranza di destra nella più alta istanza giudiziaria statunitense. Contro aborto e eutanasia, nelle cause di lavoro e class-action si è spesso schierato a favore delle grandi aziende. Critici i democratici

WASHINGTON - Donald Trump ha scelto il quarantanovenne Neil Gorsuch come nono componente della Corte suprema. Gorsuch, finora giudice di corte d'appello federale, è noto per le sue posizioni conservatrici. Prenderà il posto del campione della destra Antonin Scalia, deceduto quasi un anno fa. La sua nomina cambia di fatto gli equilibri all'interno della massima istanza giudiziaria degli Stati Uniti e sarà certamente osteggiata in tutti i modi dai democratici durante la procedura per la conferma al Senato.

"Questo è stato il processo di selezione più trasparente e importante per la Corte suprema nella storia del nostro Paese", ha sottolineato Trump - al suo primo collegamento televisivo in prima serata dalla Casa Bianca - dicendosi "orgoglioso" della scelta di Gorsuch. "Volevo che il popolo americano avesse voce in questa nomina", ha aggiunto, ricordando che molti suoi elettori lo hanno votato solo o in particolare per questo. "Il giudice Gorsuch ha un intelletto superbo, un'educazione legale senza paragoni e un impegno a interpretare la Costituzione in base al suo testo", ha proseguito, sostenendo che ha guadagnato un "sostegno bipartisan", ora da verificare nelle audizioni di conferma al Senato.

"Spero vi piaccia la mia nomina del giudice Neil Gorsuch per la Corte Suprema degli Stati Uniti. È una brava persona, rispettata da tutti", ha poi twittato il capo della Casa Bianca, che ha trasformato l'annuncio in uno show televisivo di prima serata. Per creare la suspense ha fatto arrivare a Washington anche il secondo candidato finalista della rosa iniziale di 21, il cinquantunenne Thomas M. Hardiman al quale - per ora - non sono bastate le raccomandazioni della collega Maryanne Trump Barry, la sorella giudice del presidente.

Gorsuch, che con la moglie era accanto al presidente, ha ringraziato per la fiducia accordatagli: "In questa casa della storia, sono pienamente consapevole dei miei difetti e prometto che se sarà confermato farò tutto questo è in mio potere per essere un fedele servitore della Costituzione e delle leggi di questo grande Paese". Dopo aver ricordato Scalia come "un leone della legge", ha enunciato uno dei suoi principi fondamentali: "Rispetto... il fatto che nel nostro sistema giuridico spetta al Congresso e non ai tribunali scrivere le nuove leggi. Il ruolo dei giudici è applicare, non modificare, il lavoro dei rappresentanti del popolo. Un giudice soddisfatto di qualsiasi deliberazione raggiunga è molto probabilmente un cattivo giudice, che punta ai risultati che preferisce più che a quelli che la legge richiede". E ancora: "L'imparzialità e l'indipendenza, la collegialità e il coraggio" sono ciò che ci si aspetta dai giudici.

Nato e cresciuto in Colorado, Gorsuch ha studiato alla Columbia University e alla Harvard Law School, con l'ex presidente Barack Obama. Laureatosi con lode, ha preso il dottorato dalla Oxford University come Marshall Scholar. Ha lavorato come cancelliere per il giudice David Sentelle del circuito del district of Columbia e per Justices Byron White ed Anthony Kennedy alla Corte suprema. Dopo una carriera di successo come avvocato, è entrato al dipartimento di Giustizia come principal deputy associate dell'Attorney General.

Nel 2006 l'allora presidente George W. Bush lo nominò giudice di Corte d'appello per il decimo circuito di Denver e fu confermato a voce senza obiezioni. Fautore di un'interpretazione letterale della Costituzione e delle leggi, proprio come Scalia al quale viene da molti paragonato, guarda con sospetto a qualsiasi forma di intervento dello Stato e ritiene che l'apparato federale abbia acquisito negli anni troppo potere. Se sarà confermato, diverrà il più giovane giudice della Corte suprema Usa da oltre un quarto di secolo. E considerando che la carica è a vita potrà lasciare il segno per decenni.

Oltre alle sue posizioni conservatrici su vari temi etici come il fine vita (ha scritto un libro contro l'eutanasia) e l'aborto, Gorsuch nel corso della sua carriera giudiziaria si è spesso distinto per sentenze che hanno favorito le grandi aziende a scapito dei consumatori o dei singoli cittadini, soprattutto in arbitrati, cause di lavoro e licenziamento e diverse class-action. Come scrive il Wass Street Journal, è vero tuttavia che la corte d'Appello di Denver dove lui ha lavorato per molti anni non ha ricevuto il grande afflusso di cause di questo tipo, come avviene in altre procure, ma in quei pochi casi che lo hanno coinvolto sono state il più delle volte le corporation e le compagnie a spuntarla.

Nella celebre sentenza "Hobby Lobby Stores Inc. v. Sebelius", Gorsuch si schierò addirittura a favore dei "diritti delle aziende in tema di religione" nei confronti dei propri dipendenti, e quindi, in base a quella sentenza, i datori di lavoro potrebbero negare per esempio la copertura sanitaria per le lavoratrici che volessero usufruire dei consultori o del programma di controllo delle nascite nell'ambito della riforma sanitaria Obamacare dell'ex presidente Obama. Oppure si è spesso schierato per trasferire i casi di class-action dai tribunali dei singoli Stati a quelli federali, una mossa benvenuta dalle "big companies" perché, in base ai complessi sistemi giudiziari americani, facilita la loro difesa.


Ma la strada per la ratifica che porterebbe i repubblicani a controllare tutti e tre i poteri dello Stato (presidenza, Congresso e Corte suprema) sarà sicuramente irta di ostacoli. Alcuni senatori democratici hanno annunciato già nei giorni scorsi che tenteranno di impedirla, indipendentemente dal nome e dal curriculum del nuovo giudice. Sebbene in minoranza, cercheranno di fare ostruzione in ogni modo. Sia perché lo scorso anno i repubblicani bloccarono la nomina di Merrick Garland come sostituto di Scalia da parte di Obama sia perché la posta in gioco è altissima visto che la nuova maggioranza conservatrice alla Corte suprema potrebbe imporsi su temi quali l'aborto, il controllo delle armi da fuoco, la pena di morte, le libertà religiose.

Charles Schumer, leader della minoranza democratica al Senato, ha già criticato la nomina di Gorsuch sostenendo di aver "seri dubbi" che appartenga alla "corrente dominante in materia legale": "Ha ripetutamente preso le parti delle società contro i lavoratori, ha dimostrato ostilità verso i diritti delle donne e, cosa più preoccupante, ha aperto un approccio ideologico alla giurisprudenza che mi rende scettico sul fatto che possa essere un giudice forte, indipendente nella Corte".

http://www.repubblica.it/esteri/2017/02 ... ref=HREA-1
Ultima modifica di Rosencratz il gio feb 02, 2017 17:57, modificato 1 volta in totale.
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Re: L'era Trump

Messaggioda saverio67 » gio feb 02, 2017 7:26


Il wass Street journal...
4/2/2015. Ciao Pierigno.


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Re: L'era Trump

Messaggioda c' caus » gio feb 02, 2017 16:09


Trump è un renziano o Renzi è un trumpiano dato che ambedue ce l'hanno con lo strapotere germanico?

ps - ammesso che Renzi sia serio quando lo dice...
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Re: L'era Trump

Messaggioda Rosencratz » ven feb 03, 2017 14:46


Trump prepara il regalo ai banchieri. A rischio la legge "frena-Wall Street"

Il Presidente - come chiedevano le grandi merchant-bank - dovrebbe firmare oggi il via alla revisione del Dodd-Frank Act, le norme varate dopo il crac della Lehman per frenare le speculazioni finanziarie dei big del credito salvati allora con 300 miliardi pubblici. Nel mirino anche le norme di Obama per tutelare i risparmi dei pensionati e l'Ufficio di protezione dei consumatori.

MILANO - Il "forgotten man" - il lavoratore dimenticato sbandierato come un simbolo in campagna elettorale - può attendere. Donald Trump ha altre priorità e in questo pirotecnico inizio di mandato prepara il primo grande regalo ai banchieri. Il Presidente Usa dovrebbe infatti firmare oggi secondo fonti ufficiali della Casa Bianca un decreto che realizza due sogni delle grandi banche Usa: la revisione (alias il ridimensionamento) del Dodd-Frank Act - la norma introdotta dopo il crac della Lehman per limitare la speculazione finanziaria degli istituti di credito e rafforzare il loro controllo - e il congelamento della cosiddetta Fiduciary rule, un provvedimento varato da Barack Obama e destinato ad andare a regime ad aprile che obbliga i consulenti previdenziali a "operare nell'interesse dei loro clienti".

L'intervento è stato preannunciato a modo suo dallo stesso Trump un paio di giorni fa durante un incontro con i rappresentanti delle piccole e medie imprese dove ha promesso "un grande numero" sul Dodd-Frank, definito "un disastro che ha danneggiato lo spirito imprenditoriale degli americani". E la firma dovrebbe arrivare oggi dopo un appuntamento molto simbolico con una delegazione dei grandi nomi di Wall Street guidata da Steve Schwarzman, amministratore delegato di Blackstone.

Il Dodd-Frank Act è stato uno dei capisaldi dell'amministrazione Obama ed è stato varato nel 2010 dopo il crac della Lehman che aveva costretto lo Stato a investire 300 miliardi di dollari per salvare i grandi istituti privati nazionali e i gestori dei mutui. La norma prevede limiti agli investimenti speculativi che le banche possono fare in proprio e stabilisce un certo numero di istituti strategici che (per dimensioni o altri motivi) sono sottoposti a verifiche costanti delle autorità di controllo per prevenire fallimenti. Wall Street lo ha attaccato sin dal suo avvio, accusandolo di porre eccessivi vincoli burocratici al loro business. E l'amministrazione Trump sembra pronta ora a dargli ragione: grazie alla revisione del Dodd-Franck "le banche saranno sgravate da regole improprie che costano centinaia di milioni di dollari ogni anno - ha detto Gary Cohn, direttore del Consiglio economico della Casa Bianca in un'intervista al Wall Street Journal - e così sarà possibile garantire ai consumatori prodotti più efficienti ed economici".

Nel mirino di Trump ci sarebbe in particolare la Volcker Rule, la regola voluta dall'ex governatore della Fed per impedire alle banche di fare scommesse finanziarie azzardate con i loro mezzi propri. Mettendo a rischio la loro stabilità e quella dei mercati. Oltre a un ammorbidimento dei controlli nel nome di un mercato che - secondo i dettami del liberismo più spinto e con buona pace dei ricordi dell'era dei subprime - dovrebbe tendere ad autoregolamentarsi. Negli scorsi mesi gli uomini più vicini alla Casa Bianca avevano messo sul piatto proposte che prevedevano l'accantonamento in un fondo del 10% degli asset di una banca a copertura di potenziali perdite come unico paracadute anti-crac e garanzia per evitare controlli troppo severi. Si vedrà se questa idea sarà ora riesumata.

Il secondo intervento è il blocco della norma salva-pensionati voluta da Obama e che avrebbe dovuto entrare in vigore ad aprile: una legge che obbliga i consulenti previdenziali ad operare nel miglior interesse dei clienti per evitare che rifilino ai pensionati prodotti troppo rischiosi per loro (ma fonte di ricche commissioni per chi li distribuisce) e combattuta in tutti i tribunali dai lobbisti della Borsa a stelle e strisce. "Non è nè un provvedimento per J.P.Morgan nè per Citigroup o altri - ha detto Cohn -. E' un intervento che ha a che fare con il ruolo degli Stati Uniti come leader della finanza mondiale. Lo siamo e lo rimarremo se non ci sovraccaricheremo di troppe regole".

L'obiettivo primario della Casa Bianca in questo caso è quello di sfilare al Dipartimento del Lavoro il tema della supervizione di queste norme ma sotto sotto - sussurrano in molti - il target finale è l'Ufficio per la protezione dei Consumatori, cui dovrebbe essere affidato.

http://www.repubblica.it/economia/2017/ ... ef=HREC1-3

Se Trump fa fuori il Dodd-Frank Act voluto da Obama ci possiamo anche scordare una delle poche promesse di Trump condivisibili che lo rendevano affascinante: la reintroduzione della divisioni tra banche commerciali e banche di risparmio. Se si va avanti cosi ci ritroveremo molto presto davanti ad un altro 2008 .
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Re: L'era Trump

Messaggioda Rosencratz » ven feb 03, 2017 14:55


Trump vs Israele: ‘Nuovi insediamenti non aiutano pace’. Nominata vice della Cia: guidò torture in Thailandia

Per la prima volta il presidente Usa critica le politiche di Netanyahu che, sicuro dell'appoggio del presidente, aveva annunciato la costruzione di nuove case. Intanto Gina Haspel diventa vice-presidente della Cia: dirigeva il primo dei centri clandestini di detenzione conosciuti come 'black site'

“La costruzione di nuovi insediamenti o l’ampliamento di quelli esistenti al di là degli attuali confini potrebbe non aiutare il raggiungimento della pace†con i palestinesi. Donald Trump si schiera apertamente per la prima volta contro le intenzioni di Benjamin Netanyahu. La Casa Bianca in una dichiarazione al Jerusalem Post ha chiesto “a tutte le parti†di non intraprendere â€azioni unilaterali che potrebbero mettere a rischio la capacità di fare progressi†verso la pace, “inclusi annunci su insediamentiâ€. Sul fronte interno, invece, il presidente Usa prosegue con le nomine e sceglie come vice-direttrice della Cia Gina Haspel, agente che, secondo quanto riportano vari media americani, è stata coinvolta nelle torture ai detenuti un carcere clandestino in Thailandia.

Il caso israeliano – Forte dell’appoggio incondizionato avuto finora da Trump, il premier Netanyahu ha annunciato la costruzione di 3mila case solo nelle colonie dei territori palestinesi occupati in Cisgiordania, dopo averne già approvate 2.500 una settimana fa. A queste se ne devono aggiungere altre 566 nella zona orientale di Gerusalemme. Israele credeva di trovare l’appoggio del nuovo presidente Usa, visto che quando a dicembre il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha approvato, con l’astensione degli Stati Uniti, una risoluzione che chiede di fermare tutte le attività di insediamento, Trump, al tempo presidente eletto ma non ancora in carica, criticò apertamente la decisione diplomatica. Il tema degli insediamenti verrà affrontato personalmente dai due leader il prossimo 15 febbraio, durante la sua visita del premier israeliano a Washington. Il cambio di rotta di Trump arriva dopo l’incontro con il re di Giordania, Abdullah II, giunto a Washington senza un appuntamento ufficiale con il presidente, ma che ha spuntato un faccia a faccia con il vice presidente Mike Pence, e un colloquio col tycoon. La Giordania non ha nascosto i suoi timori sulla promessa di spostare l’ambasciata a Gerusalemme, mossa che Obama e altri presidenti hanno rifiutato per paura di una risposta violenta.

La nomina della vice-presidente della Cia – Il presidente degli Usa intanto ha nominato come vice-direttrice della Cia Gina Haspel, 60 anni, agente che ha lavorato sotto copertura per gran parte della sua carriera e ha giocato un ruolo centrale nella messa in marcia in Usa del programma extra giudiziario dopo gli attentati dell’11 settembre 2001. Dirigeva in Thailandia il primo dei centri clandestini di detenzione conosciuti come ‘black site‘. Haspel è stata presente in almeno due interrogatori in cui sono state utilizzate torture contro i presunti membri di al-Qaeda Abu Zubaydah e Abd al Rahim al Nashiri, secondo quanto ha accertato un’indagine del Senato. Zubaydah venne sottoposto 83 volte alla tecnica nota come ‘waterboarding‘ o annegamento simulato. Come scrivono vari media americani, è stata anche responsabile di aver ordinato nel 2005 la distruzione dei nastri su cui erano registrate tutte le torture a cui furono sottoposti i detenuti che erano in custodia nella Thailandia centrale.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/02 ... a/3365220/

Speriamo che alle parole di Trump seguano i fatti ma sinceramente ci credo poco, felicissimo di sbagliarmi. Gli insediamenti sono una violazione del diritto internazionale e una seria minaccia allla pace nella regione.
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Re: L'era Trump

Messaggioda Rosencratz » mar feb 28, 2017 11:46


Usa, Trump promette un "aumento storico": 54 miliardi di dollari per le spese militari

Il presidente a un incontro con i governatori: "Questo budget rispetta la mia promessa agli americani". Per il nuovo anno fiscale la proposta è tagliare la spesa in altri settori, compresi gli aiuti esteri. G.W. Bush prende le distanze: "Media indispensabili per democrazia" e ancora: "Politica migratoria sia accogliente"

WASHINGTON - Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato "un aumento storico" delle spese per la difesa: 54 miliardi di dollari, pari al 9% in più, nel bilancio federale per il 2018. È quanto si legge nella bozza di budget che la Casa Bianca ha inviato alle agenzie federali. Per il nuovo anno fiscale, la proposta è quella di tagliare un pari importo alla spesa in altri settori, compreso quello degli aiuti esteri.

Parlando davanti ai giornalisti alla Casa Bianca, in occasione di un incontro con i governatori, Trump ha sottolineato che "questo bilancio rispetta le mie promesse di proteggere gli americani". Perché gli Stati Uniti, secondo il presidente, "hanno bisogno di ricostruire le forze militari impoverite nel momento in cui ne abbiamo massimo bisogno". E ancora, gli aumenti di spesa sono necessari per assicurare che le Forze armate possano evitare conflitti e vincere le guerre, dal momento che gli Usa "non ne vincono più". "Non vinciamo mai - ha dettoo Trump -. Non combattiamo più per vincere".

Secondo quanto precisa una fonte dell'Office of Management and Budget (Omb): "Il presidente ha chiesto al direttore Mulvaney di scrivere un bilancio per adempiere a tutte le promesse della campagna elettorale, aumentando il budget per la sicurezza e la difesa di 54 miliardi di dollari con una corrispondente riduzione delle spese che non riguardano la difesa", inoltre "subiranno tagli la maggior parte dei dipartimenti federali, con l'eccezione delle agenzie di sicurezza". E, ha aggiunto la fonte, "ci sarà una grande riduzione negli aiuti all'estero".

All'incontro coi governatori Trump ha parlato anche di Obamacare: "Il taglio delle tasse sarà considerevole, sarà semplice e tutto il piano è meraviglioso ma non posso metterlo in pratica finché non mettiamo a posto l'assistenza sanitaria, perché dobbiamo sapere quanto costerà [...] L'Obamacare ha fallito, non è conveniente, non è più 'affordable'".

"L'Obamacare nel 2017 sarà un disastro e potrei dire ai governatori che vogliono fare qualcosa di buono dal punto di vista politico, di lasciare che sia un disastro, così potremo incolpare i democratici e il presidente Obama. Lasciatelo implodere anche nel 2018, non fate nulla. Verranno a implorarci di fare qualcosa. Ma non è la cosa giusta da fare per la gente. Politicamente sarebbe una grande soluzione, perché appena faremo un piccolo cambiamento diranno: 'È un problema creato dai repubblicani'. Ma dobbiamo fare la costa giusta, perché l'Obamacare è un disastroso fallimento".

A fronteggiare Trump, in un'intervista a Nbc, George W. Bush che si è detto è a favore di una "politica per l'immigrazione accogliente ma allo stesso tempo nel rispetto della legge". Secondo l'ex presidente - che dopo gli attacchi dell'11 settembre ha insistito nel dire che la risposta dell'America non era la guerra all'Islam - il 'muslim ban' rischia di compromettere uno dei capisaldi della libertà americana, ma anche la strategia anti-terrorismo: "Chi uccide innocenti non è religioso". Bush ha continuato a prendere le distanze da Trump chiedendo anche risposte sui possibili contatti tra la Russia e i collaboratori del presidente Trump. "Sono sicuro che vi sono domande a cui dare risposta". Anche per quanto riguarda la guerra ai media, è stato contro Trump, la "stampa libera è indispensabile alla democrazia", ha detto citando Vladimir Putin come esempio di leader incapace di accettare una stampa indipendente.

Domani sera, intanto, Donald Trump, parlerà per la prima volta al Congresso in seduta comune. Cercherà ancora una volta di presentarsi come l'uomo dei fatti contro i politici di sole chiacchiere, presentando i primi risultati e gli obiettivi che raggiungerà. Si prenderà, probabilmente, il merito per l'ottimo andamento a Wall Street e per la decisione di aziende come Carrier e Intel di mantenere o creare nuovi posti di lavoro negli Stati Uniti. Parlerà della sua riforma fiscale, in aiuto alle aziende, e di quella sanitaria. Non ci saranno, però, dettagli sui suoi piani.




In poche paroile, piu' soldi ai mercati di armi e meno soldi per l'assistenza sanitaria ai poveri americani e agli aiuti internazionaliu per combattere la fame a e le malattie. La guerra ai poveri continua.
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Re: L'era Trump

Messaggioda Rosencratz » mar feb 28, 2017 11:54


Usa, la paladina anti-Lgbt che Trump ha portato alla Casa Bianca

Alcuni giorni fa, il 22 febbraio, l’amministrazione di Donald Trump ha abrogato una norma introdotta da Obama e che aveva il fine di rendere possibili, in quanto parte del Titolo IX, azioni di tutela nei confronti di studenti gender nonconforming. Il Titolo IX è una legge federale del 1972 che regola vari tipi di protezioni contro atti discriminatori che occorrano all’interno di istituti di istruzione primaria e secondaria. Lungi dall’essere una legge perfetta, il Titolo IX ha avuto il merito negli anni di contenere atti di razzismo o bullismo, ma soprattutto ha provveduto alla sistematizzazione di una impalcatura di regole e di leggi che hanno catalizzato comportamenti e provvedimenti uniformi all’interno delle scuole statunitensi.

Tra i vari fenomeni di discriminazione, il bullismo costituisce un gravissimo problema, specialmente negli istituti di educazione primaria e secondaria. I dati che emergono dai più recenti sondaggi effettuati dal Glsen (Gay Lesbian Straight Education Network) sono impressionanti. Più del 57% degli studenti Lgbtq intervistati ha dichiarato di sentirsi “non sicuro†a scuola, più dell’85% si è detto vittima di offese verbali, il 13% è stato assalito fisicamente almeno una volta, mentre quasi il 64% degli studenti che ha denunciato questi vari tipi di aggressione all’amministrazione scolastica non ha ricevuto risposta alcuna.

La fascia più debole del campione è, come prevedibile, la minoranza all’interno della minoranza, ovvero gli studenti gender nonconforming. Il sondaggio effettuato dal Williams Institute dell’Università della California, rileva come questi bambini e adolescenti siano stati insultati, assaliti o abusati sessualmente all’interno delle strutture scolastiche per una percentuale che varia dal 63% al 78%, e che circa un individuo su due, sia esso transgender or gender nonconforming, abbia tentato il suicidio almeno una volta.

Il panorama desolante che emerge da questi dati rivela la violenza sistematica che caratterizza il già sgangherato sistema di educazione primaria e superiore in Usa. Il tentativo di Obama – timido in verità – di offrire maggiori garanzie legali a minori transessuali e gender noncoforming, aveva comunque un alto valore simbolico, specialmente a fronte dalle proposte di legge discriminatorie portate avanti dai singoli Stati e che, solo per il 2016, ammontano a 44.

La nuova ministra dell’Educazione, multimilionaria e religiosissima Betsy DeVos, esecutrice dell’abrogazione della norma di Obama, vanta uno strabiliante record di donazioni ad associazioni cristiane. Tra queste la “Focus on the Family†che si è distinta in passato per il pieno supporto alla cosiddetta “conversion therapy†e che ha definito la lotta contro i diritti delle persone Lgbtq “a second civil warâ€. Per chi avesse voglia e tempo, le udienze confermative della DeVos in Senato sono disponibili online.

Una volta di più, quello che emerge con chiarezza è che la professione di una fede religiosa radicale è incompatibile con la moderna nozione di democrazia. La DeVos che considera Darwin un abominio, crede invece alle favole creazioniste dell’antico testamento. Sarebbe una esemplare prova di tenuta democratica permettere a una signora, con convincimenti tanto lontani dalla scienza, di occupare l’altissima carica di ministro dell’Educazione. Quando, però, l’incolumità di minoranze già fortemente svantaggiate viene ulteriormente indebolita, le personali superstizioni, non solo della DeVos, ma di qualsiasi pubblico ufficiale, dovrebbero venir meno e le istituzioni avanzare sulla strada maestra della ragione.


http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/02 ... a/3419620/
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Re: L'era Trump

Messaggioda Rosencratz » gio mar 16, 2017 13:53


Noam Chomsky aveva ragione quando disse che il partito repubblicano era la piu' grande minaccia alla'umanitá. Nuovo favore del presidente a case automobilistiche e petroliere a scapito del fututo di questo pianeta:

Usa, Trump cancella i limiti alle emissioni inquinanti delle auto voluti da Obama

http://www.repubblica.it/ambiente/2017/ ... 27-S1.6-T1
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Re: L'era Trump

Messaggioda giugno73 » gio mar 16, 2017 23:28


Ci sono indizi che stabiliscono un legame tra Trump e la grande madre Russia
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Questo spiega tutto ...
«Oh, non puoi farci niente! Sono quasi tutti matti, qui! Anche tu sei matta. E ti sarai accorta che in fondo sono mezzo svanito anch'io!» «Come lo sai che sono matta?» disse Alice. «Per forza,» disse il Gatto: «altrimenti non saresti venuta qui.»
[testo originale di Lewis Carroll; liberamente adattato da giugno73]

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Re: L'era Trump

Messaggioda Rosencratz » mar apr 04, 2017 11:08


Trump, l'ombra della "Blackwater" sui contatti con i russi

Un incontro segreto alle Seychelles con rappresentanti di Mosca e l'intermediazione del fondatore del gruppo privato di sicurezza a cui era appaltata parte della guerra in Iraq. Le rivelazioni del Washington Post. Il presidente intanto firma la legge per l'abolizione della privacy sul Web



Per chi ha la memoria corta, la Blackwater e' l'azienda che ha fatto milioni fornendo mercenari agli USA durante l'occupazione dell'Iraq
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Re: L'era Trump

Messaggioda Rosencratz » ven apr 07, 2017 10:41


Siria, 59 missili Usa contro base aerea dei raid chimici. Trump: "Mondo sia con noi". L'ira di Putin
http://www.repubblica.it/esteri/2017/04 ... 1-S1.12-T1

Il "pacifista" e isolazionista Trump ha impiegato meno di 3 mesi per ordinare un attacco aereo. Per anni tramite Twitter, Trump aveva intimato a Obama di tenersi lontano dalla Siria e una volta al potere fa il contrario di quello che aveva affermato in precedenza. Ordina un attacco nel nome dei bambini siriani, gli stessi a cui nega diritto d'asilo. Quali sono le ragioni di questa mossa? La mossa non ha apparenti obbiettivi militari. Ha bombardato un solo aeroporto avvisando i russi prima che a loro volta hanno avvisato i siriani. Se lanci un attacco con 59 missili su di un aeroporto senza che quelli lo sappiano, non uccidi solo 6 persone. Le ragioni per me sono tutte interne:

- In un momento in cui il russian gate prende forza e i legami di Trump con la Russia appaiono sempre piú evidenti, l'attacco di questa notte e' un messaggio per dire che lui non si fa dettare l'agenda dal Cremlino.

- Ha creato la sua immagine come uomo d'azione e come colui che avrebbe distrutto l'ISIS in 100 giorni, in un momento in cui i sondaggi lo danno a picco, ha colto l'occasione per rafforzare quell'idea di persona decisa dopo il fallimento della rforma sanitaria

-L'opinione pubblica americana era stata scossa dalle immagini di bambini uccisi dal gas. Da persona di spettacio attenta alle emozioni delle persone e da gran fruitore di televisione (lui le informazioni le prene da Fox News mica dalle agenzie statali preposte a questo), l'attacco gli e' sembrato una buona mossa per aumentare la sua popolaritá.

- Il bombardamento e' anche un mesaggio alla Corea del Nord. Messaggio che spingerá probilmente i Coreani a continuare nel loro programma di armamento rinunciando nel breve periodi a prove di forza (esperimenti nucleari o lancio di missili).

COme tutti i popolusti, lui non ha una strategia se non quella di andare dietro il consenso. Dopo aver predicato una cosa, quest'attacco dimostra un presidente che va dietro non una strategia ben precisa ma segue il suo istinto. Questo crea incertezza e nelle relazioni internazionali avere un paese che agisce in base all'umore del proprio leader é pericoloso perché non da punti di riferimento. Senza punti di riferimento, non rimane che un unica strategia, quella di armarsi per essere pronti a qualsiasi evenienza.
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